Cosa chiedere al medico e al farmacista sul Mieloma Multiplo?
Se ritieni di avere i sintomi del mieloma multiplo, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stato diagnosticato il mieloma multiplo, parlane con il tuo medico di fiducia.
Ecco alcune domande che potresti porre.
Il mieloma multiplo è un tumore raro che interessa il midollo osseo. Le risorse terapeutiche disponibili non consentono l’eradicazione completa del clone cellulare tumorale, ma i farmaci messi a disposizione negli ultimi anni – talidomide, lenalidomide e bortezomib – hanno migliorato notevolmente il decorso della malattia, favorendone soprattutto le fasi di remissione tra un episodio di recidiva e il successivo.
Lo stadio iniziale della malattia (stadio I) non necessita in genere di alcuna terapia e non sempre evolve negli stadi successivi. In questa prima fase pertanto il paziente può godere di una buona qualità di vita, anche per diversi anni.
In caso di progressione, l’eventuale intervento terapeutico dipende dal quadro clinico e dall’età del paziente. Non sempre infatti il ricorso ai farmaci può essere la strategia più adeguata perché gli effetti collaterali possono a volte essere pesanti quanto o più dei sintomi del mieloma multiplo. Non ci sono indicazioni di letteratura che abbiano evidenziato benefici clinici in termini di efficacia e qualità di vita in caso di un intervento precoce.
Nei pazienti con meno di 65 anni la terapia standard del mieloma multiplo prevede l’autotrapianto di cellule staminali, mentre nei pazienti con più di 65 anni il trattamento raccomandato è quello chemioterapico con melfalan associato ad un farmaco cortisonico (terapia di induzione).
I pazienti che vanno incontro a remissione prolungata della malattia hanno più probabilità di rispondere in maniera efficace ad un successivo ciclo chemioterapico in caso di recidiva del mieloma multiplo anche utilizzando gli stessi farmaci. Se invece la fase di remissione ha una durata limitata, devono essere utilizzati farmaci chemioterapici diversi da quelli precedentemente somministrati.
Il susseguirsi di recidive riduce l’efficacia della chemioterapia e ne aumenta la tossicità.
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