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AIDS

Diagnosi

Come si diagnostica l'AIDS?

Gli esami disponibili per diagnosticare l’Aids e accertarne la causa sono (Linee Guida Italiane, 2013):
• test di screening
• test di conferma
• viremia

La diagnosi dell’infezione cronica da HIV si basa sulla ricerca degli anticorpi anti-HIV (test di screening).

Il test di screening raccomandato è quello che si basa su test di immuno-assay di quarta generazione. Questo tipo di metodica consente di verificare la presenza di anticorpi anti-HIV e di antigeni virali. La rilevazione anche degli antigeni virali permette di accertare la positività all’HIV anche in una fase precoce dell’infezione quando gli anticorpi non si sono formati o, viceversa, in una fase avanzata, quando la depressione del sistema immunitario può causare l perdita degli anticorpi stessi.

Il test di conferma si basa su metodiche di western- o immuno-blotting e permette di distinguere se l’infezione è causata dal virus HIV1 o HIV2.

La viremia consiste nella determinazione della concentrazione nel sangue di RNA virale (HIV-RNA). La determinazione dell’RNA virale consente di avere informazioni su come potrebbe evolvere l’infezione (marcatore prognostico) e, in caso di trattamento farmacologico, di avere risposte sull’efficacia della terapia (marcatore di efficacia). L’obiettivo del trattamento farmacologico è quello di ottenere una viremia non rilevabile, vale a dire portare la concentrazione di RNA virale a valori così bassi da non essere diagnosticabili.

La determinazione della viremia utilizza test basati su PCR Real Time (amplificazione del corredo cromosomico tramite polymerase chain reaction in tempo reale) con una sensibilità analitica che arriva a rilevare fino a 20-40 copie/ml. Le linee guida comunque fissano al valore di <50 copie/ml il limite di “non rilevabilità” della viremia, perchè le metodiche che consentono di determinare la viremia residua (concentrazione di RNA virale compresa tra 50 e 1 copia/ml) non sono ancora sufficientemente standardizzate.

La diagnosi di infezione acuta da HIV è caratterizzata da test virologici positivi (rilevabilità dell’antigene p24 e/o HIV RNA > 10.000 copie/ml) e test sierologici negativi (Linee Guida Italiane, 2012).

Diagnosticare i pazienti con infezione acuta da HIV ha una rilevanza strategica, in termini epidemiologici, nel ridurre la trasmissibilità dell’infezione. Il paziente con infezione acuta presenta una contagiosità pari a circa 12 volte quella osservata nel paziente con infezione cronica. L’infezione acuta in gravidanza o durante l’allatamento aumenta notevolmente il rischio di trasmissione verticale madre-figlio (Linee Guida Italiane, 2012).

Quando invece la diagnosi di HIV viene effettuata in un paziente asintomatico 6-12 mesi dopo un primo test con esito negativo e il secondo test da esito positivo (positività sierologica) si parla di infezione da HIV recente.