Quali sono le cause dell’ Acufene?
Gli acufeni non rappresentano una malattia autonoma, ma piuttosto il segnale di un’alterazione che coinvolge uno o più sistemi dell’organismo. La loro origine è spesso multifattoriale e complessa: non esiste, infatti, una sola causa universale, ma un insieme di condizioni che possono predisporre o scatenare il sintomo.
L’acufene nasce spesso dall’interazione di più fattori: un danno uditivo periferico che riduce gli stimoli acustici reali, un cervello che cerca di compensare “inventando” un segnale fantasma, e condizioni sistemiche o psicologiche che modulano la percezione e l’impatto del sintomo. Per questo motivo, nella maggioranza dei casi non si riesce a identificare una causa unica e definitiva, ma piuttosto un insieme di concause, che rende la gestione clinica dell’acufene una sfida complessa e multidimensionale (Henry et al., 2014; Schulze, Schilling, 2024).
Le malattie dell’orecchio
Le cause più comuni di acufene sono quelle otologiche, legate cioè all’orecchio stesso. Molti pazienti sviluppano acufene in concomitanza con una perdita dell’udito: la presbiacusia, ovvero la progressiva degenerazione dell’udito legata all’età, rappresenta un fattore di rischio primario (Jarach et al., 2022; Baguley et al., 2013). Anche il trauma acustico gioca un ruolo rilevante: l’esposizione a rumori intensi, concerti, ambienti di lavoro rumorosi o esplosioni può danneggiare le delicate cellule ciliate della coclea, determinando un’acuta sensazione di fischio o ronzio (Henry et al., 2014).
Altre malattie specifiche dell’orecchio interno, come la malattia di Ménière, in cui un accumulo di liquido (idrope endolinfatica) genera crisi di vertigini e ipoacusia, si accompagnano spesso ad acufeni fluttuanti (Langguth et al., 2013). Anche patologie dell’orecchio medio, quali l’otosclerosi o le otiti croniche, possono essere responsabili di rumori auricolari persistenti (Kleinjung et al., 2024).
Il ruolo del sistema nervoso
Non sempre, però, il problema nasce nell’orecchio. Talvolta l’acufene è conseguenza di una modificazione delle vie nervose centrali. Quando il cervello riceve segnali ridotti dall’orecchio danneggiato, può “compensare” aumentando l’attività elettrica delle aree uditive: questa ipereccitabilità viene interpretata come un suono che non esiste realmente. Si tratta di un fenomeno di plasticità neuronale maladattiva che spiega perché l’acufene persista anche quando la lesione periferica è minima o non più attiva (Eggermont, Roberts, 2004; Schulze, Schilling, 2024).
Alcune patologie neurologiche, come la sclerosi multipla, oppure la presenza di un neurinoma del nervo acustico, tumore benigno che originana dalle cellule di rivestimento del nervo, possono ugualmente produrre acufene, spesso monolaterale e associato a disturbi dell’equilibrio o ipoacusia (Kleinjung et al., 2024; Langguth et al., 2013).
Acufeni vascolari e pulsanti
Una forma particolare è quella dell’acufene pulsatile, percepito in sincronia con il battito cardiaco. In questo caso il rumore deriva dal passaggio del sangue in vasi anomali o alterati, come malformazioni artero-venose, aneurismi o stenosi. Anche condizioni più comuni, come l’ipertensione arteriosa, possono rendere più percepibile il rumore del flusso ematico vicino alla coclea (Baguley et al., 2013).
Farmaci e sostanze tossiche
Numerosi farmaci sono riconosciuti come ototossici e in grado di provocare o peggiorare un acufene. È il caso di alcuni antibiotici (aminoglicosidi), chemioterapici come il cisplatino, oppure di farmaci di uso più comune, quali i salicilati e i diuretici dell’ansa. In genere il fenomeno è dose-dipendente e talvolta reversibile alla sospensione del trattamento (Hoare et al., 2024).
Cause somatosensoriali e muscolari
In altri casi di acufene, il rumore percepito è legato ad anomalie dei muscoli dell’orecchio medio o del palato molle, che con le loro contrazioni involontarie possono generare suoni intermittenti. Una quota non trascurabile di acufeni è correlata a disfunzioni dell’articolazione temporo-mandibolare: le connessioni nervose tra sistema trigeminale e vie uditive fanno sì che il problema mandibolare possa “riverberarsi” in sintomi uditivi (Kleinjung et al., 2024).
Malattie sistemiche e fattori psicologici
Infine, esistono condizioni generali che aumentano la probabilità di sviluppare acufeni: diabete, disfunzioni tiroidee, ipercolesterolemia e altre malattie metaboliche (World Health Organization -WHO, 2021). Anche lo stress cronico, l’ansia e la depressione non sono cause dirette, ma contribuiscono a rendere il sintomo più intenso e difficilmente tollerabile (Langguth et al., 2013).