Il termine acufene (dal greco akouein, “udire”, e phaino, “mostrare”) indica la percezione di un suono in assenza di una sorgente acustica esterna reale. (leggi)
Gli acufeni non rappresentano una malattia autonoma, ma piuttosto il segnale di un’alterazione che coinvolge uno o più sistemi dell’organismo. (leggi)
L’acufene non è mai uguale per tutti. Ogni paziente lo descrive in modo diverso: c’è chi sente un fischio acuto, chi un ronzio costante, chi ancora un battito pulsante che segue il ritmo del cuore. (leggi)
Diagnosticare l’acufene non significa soltanto riconoscere la presenza di un rumore percepito dal paziente: questo è evidente già dall’anamnesi. (leggi)
Non esiste ad oggi una “cura definitiva” per l’acufene. (leggi)
Se per molte persone l’acufene è un disturbo che si manifesta all’improvviso e senza cause apparenti, esistono tuttavia alcune strategie preventive che possono ridurre il rischio di svilupparlo o limitarne l’aggravamento. (leggi)
Se ritieni di avere i sintomi dell’acufene, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stato diagnosticato l’acufene, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)
Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata alla criptosporidiosi sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle seguenti fonti. (leggi)
Che cos'è l’ Acufene?
Il termine acufene (dal greco akouein, “udire”, e phaino, “mostrare”) indica la percezione di un suono in assenza di una sorgente acustica esterna reale. Si tratta quindi di un’esperienza uditiva soggettiva, descritta dai pazienti come un ronzio, fischio, fruscio, scroscio, pulsazione o rumore continuo, che può essere percepito in una sola o in entrambe le orecchie, oppure in maniera diffusa a livello cranico.
Dal punto di vista clinico, l’acufene non è considerato una malattia autonoma, bensì un sintomo secondario a differenti condizioni patologiche, che possono interessare l’orecchio interno, il sistema uditivo centrale o apparati extracocleari (ad esempio vascolari o muscolari) (Henry et al., 2014).
Anatomia dell’orecchio e implicazioni nell’acufene
L’orecchio è l’organo dell’udito e dell’equilibrio, ed è suddiviso in tre porzioni principali (Eggermont, Roberts, 2004):
L’acufene nasce quindi da una alterazione della normale attività bioelettrica lungo il sistema uditivo, con ipereccitabilità o riorganizzazione patologica dei circuiti neurali (Baguley et al., 2013; Langguth et al., 2013).
Tipologie di acufene
La classificazione più diffusa distingue tra:
Rilevanza clinica
Sebbene l’acufene non costituisca di per sé una condizione letale, può determinare un impatto significativo sulla qualità della vita, interferendo con il sonno, la concentrazione, le relazioni sociali e favorendo lo sviluppo di ansia e depressione (Langguth et al., 2013). Per questa ragione viene oggi considerato un sintomo multidimensionale che richiede un approccio clinico integrato.
Epidemiologia
Gli acufeni rappresentano un problema di salute pubblica in crescita. Recenti dati indicano che la prevalenza del tinnitus cronico è circa del 9,8%, mentre circa il 14% della popolazione adulta lamenta acufeni soggettivi, con un 2–3% che riferisce forme gravi (Jarach et al., 2022). L’incidenza annuale è stimata attorno all’1%, con circa il 2% che sperimenta manifestazioni gravi (Jarach et al., 2022). La prevalenza aumenta con l’età, in particolare nei soggetti affetti da presbiacusia o altre forme di ipoacusia neurosensoriale (World Health Organization - WHO, 2021; Kleinjung et al., 2024).