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Acufene

Diagnosi

Come si diagnostica l’ Acufene?

Gli esami disponibili per diagnosticare l’acufene comprendono:

Diagnosticare l’acufene non significa soltanto riconoscere la presenza di un rumore percepito dal paziente: questo è evidente già dall’anamnesi. La vera sfida del medico è capire che tipo di acufene ha di fronte, se è legato a una patologia trattabile e quale impatto abbia sulla vita della persona.

Per questo motivo, la diagnosi di acufene è un processo multifattoriale, che combina anamnesi, esame clinico, test audiologici e imaging, e si completa con la valutazione psicologica. Solo così è possibile definire un profilo clinico completo, necessario per orientare le strategie terapeutiche più adeguate. (Kleinjung et al., 2024).

Anamnesi ed esame clinico

La diagnosi inizia sempre dall’ascolto del paziente. Vengono raccolte informazioni su:

Il medico indaga anche i sintomi associati: ipoacusia, vertigini, dolore auricolare, cefalea, disturbi del sonno o dell’umore.

L’esame obiettivo otorinolaringoiatrico comprende l’otoscopia, la palpazione della regione temporo-mandibolare e l’auscultazione del condotto uditivo con fonendoscopio nei casi sospetti di acufene pulsatile (Baguley et al., 2013).

Esami audiologici

Gli esami di base sono i test audiometrici, fondamentali per stabilire se l’acufene si accompagna a una perdita uditiva:

Un esame molto usato è la tinnitometria, che cerca di “riprodurre” in laboratorio le caratteristiche dell’acufene (frequenza, intensità) tramite generazione di suoni simili. Questo aiuta a oggettivare il sintomo e ad adattare eventuali terapie sonore (Henry et al., 2014).

Indagini strumentali

Quando l’acufene è pulsatile, monolaterale o insorto improvvisamente, è indicato eseguire approfondimenti per escludere patologie vascolari o neurologiche:

Poiché l’acufene non è solo un sintomo uditivo, ma ha un impatto rilevante sul benessere psico-emotivo, la diagnosi si completa con la valutazione della qualità della vita.

Sono utilizzati questionari validati, tra cui:

Questi strumenti non misurano solo la presenza dell’acufene, ma ne quantificano la disabilità percepita, fornendo dati utili a monitorare la risposta alle terapie (Cima et al., 2012).

Diagnosi differenziale

La diagnosi di acufene richiede sempre di distinguere tra:

Quest’ultimo è raro, ma clinicamente molto rilevante perché può indicare una condizione curabile (Baguley et al., 2013).