L’angina pectoris è una sindrome clinica che si manifesta con una sensazione dolorosa o di costrizione al torace, tipicamente retrosternale (leggi)
L’angina pectoris rappresenta, sul piano clinico, l’espressione sintomatica di un’ischemia miocardica transitoria, che si verifica quando il flusso coronarico non riesce a soddisfare le necessità metaboliche del muscolo cardiaco. (leggi)
L’angina pectoris si manifesta clinicamente attraverso un quadro sintomatologico che riflette l’ischemia miocardica transitoria, cioè una sofferenza metabolica del tessuto muscolare cardiaco in assenza di necrosi. (leggi)
La diagnosi di angina pectoris si fonda su una valutazione clinica sistematica, che integra anamnesi, esame obiettivo, esami di laboratorio e test strumentali. (leggi)
La gestione dell’angina pectoris ha l’obiettivo di alleviare i sintomi ischemici, prevenire eventi cardiovascolari maggiori (infarto miocardico, morte improvvisa) e migliorare la qualità e l’aspettativa di vita. (leggi)
La prevenzione dell’angina pectoris rappresenta un obiettivo centrale nella riduzione della morbilità e mortalità cardiovascolare. (leggi)
Se ritieni di avere i sintomi dell’angina pectoris, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata l’angina pectoris, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)
Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato” nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata all’angina pectoris sono state analizzate con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Che cos'è l’ Angina Pectoris?
L’angina pectoris è una sindrome clinica che si manifesta con una sensazione dolorosa o di costrizione al torace, tipicamente retrosternale, conseguente a una transitoria riduzione del flusso di sangue al muscolo cardiaco (miocardio). Questo stato di ischemia miocardica reversibile è causato da uno squilibrio tra la domanda di ossigeno da parte del cuore e l’apporto effettivo fornito dalla circolazione coronarica.
L’angina rappresenta uno dei quadri clinici più comuni della cardiopatia ischemica cronica. A differenza dell’infarto miocardico acuto, in cui la riduzione del flusso sanguigno è prolungata e provoca necrosi del tessuto miocardico, l’angina è transitoria e non determina danno cellulare permanente.
Fisiopatologia: la sofferenza del muscolo cardiaco
Il cuore, in quanto organo muscolare, riceve ossigeno attraverso le arterie coronarie, la cui perfusione avviene prevalentemente durante la fase diastolica. Quando l’apporto di ossigeno non è sufficiente a soddisfare la richiesta metabolica del miocardio – ad esempio durante uno sforzo fisico, un episodio febbrile o uno stato di tachicardia – può svilupparsi una sofferenza cellulare transitoria, clinicamente espressa come angina.
Questa situazione può verificarsi principalmente per:
Le cellule miocardiche in condizioni di ipossia avviano il metabolismo anaerobico, producendo acido lattico e attivando nocicettori che generano il sintomo doloroso tipico dell’angina (Gibbons et al., 2003).
La natura del dolore anginoso
Il dolore anginoso classico è descritto come una sensazione di oppressione, costrizione o bruciore al centro del torace, spesso irradiata al braccio sinistro, al collo, alla mandibola o all’epigastrio. Ha una durata breve (2–10 minuti) e regredisce con il riposo o con l’assunzione di nitroglicerina.
Nella donna, nel paziente anziano e nel diabetico il dolore può essere atipico o assente, e manifestarsi sotto forma di dispnea, astenia, vertigini o malessere generale, rendendo la diagnosi più insidiosa (Knuuti et al., 2020).
Tipologie cliniche di angina pectoris
L’angina non è una condizione unica, ma può presentarsi con caratteristiche cliniche differenti, ciascuna delle quali riflette una fisiopatologia sottostante diversa e ha implicazioni specifiche in termini di rischio e trattamento.
Angina stabile
è la forma più classica e prevedibile. Il dolore compare durante uno sforzo fisico, dopo un pasto abbondante, con l’esposizione al freddo o in situazioni di stress emotivo, e si risolve con il riposo. La causa principale è una stenosi aterosclerotica fissa che limita il flusso in presenza di aumentata richiesta. La sintomatologia tende a ripresentarsi in modo simile nel tempo (Fox et al., 2006).
Angina instabile
è una condizione potenzialmente pre-infartuale, caratterizzata da dolore toracico a riposo, insorgenza recente o peggioramento del pattern anginoso abituale. è spesso espressione di rottura o erosione di una placca aterosclerotica, con formazione di trombo subocclusivo. Richiede valutazione urgente, poiché rappresenta uno spettro della sindrome coronarica acuta.
Angina variante (o di Prinzmetal)
è una forma meno comune, legata a spasmo coronarico transitorio e non a placche aterosclerotiche. Si manifesta in genere a riposo, di notte o al mattino presto, e si accompagna a sopraslivellamento transitorio del tratto ST all’ECG, simile a quello osservato nell’infarto. Risponde bene ai calcio-antagonisti e ai nitrati, mentre l’uso di beta-bloccanti può essere controindicato (Knuuti et al., 2020).
Angina microvascolare
Colpisce prevalentemente le donne, anche giovani, ed è legata a una disfunzione dei vasi coronarici di piccolo calibro (arteriole e capillari). L’angiografia coronarica risulta spesso normale, ma la perfusione miocardica è alterata. Il dolore è spesso prolungato, atipico, resistente ai nitrati, e può essere evocato da test da sforzo o imaging di perfusione (Gibbons et al., 2003).
Angina silente
In alcuni casi, soprattutto nei diabetici, l’ischemia miocardica non è accompagnata da dolore o altri sintomi percepibili. Si parla in questi casi di ischemia silente, documentabile solo attraverso ECG, monitoraggio Holter o test provocativi. è comunque associata a rischio cardiovascolare significativo e spesso sottovalutato.
Epidemiologia
L’angina pectoris rappresenta una manifestazione clinica molto diffusa della cardiopatia ischemica cronica. Secondo l’European Heart Survey e dati epidemiologici raccolti a livello globale: