Come prevenire l’ Artrosi?
L’artrosi (osteoartrosi) è una patologia degenerativa delle articolazioni in cui la cartilagine, l’osso subcondrale, la membrana sinoviale e i tessuti peri-articolari vanno incontro a rimodellamento e progressivo danno strutturale. Nonostante l’età resti il principale determinante di rischio, l’artrosi non è una conseguenza “inevitabile” dell’invecchiamento: la sua comparsa dipende dall’interazione tra fattori non modificabili (età, sesso femminile, genetica, morfologia articolare) e fattori modificabili (obesità, traumi, sovraccarichi occupazionali/sportivi, debolezza muscolare, sedentarietà, alcuni aspetti metabolici). Proprio perché una quota rilevante del rischio è modificabile, una prevenzione è possibile, anche se – va detto chiaramente – le prove di efficacia preventiva sono più solide per alcuni interventi (peso corporeo, prevenzione dei traumi) che per altri, e mancano ancora farmaci capaci di modificare la storia naturale della malattia (Kloppenburg et al., 2025; Courties et al., 2024; Runhaar, Zhang, 2018).
In medicina preventiva si distinguono classicamente tre livelli di prevenzione; questo schema è stato applicato anche all’artrosi, in particolare all’artrosi del ginocchio post-traumatica e non post-traumatica (Whittaker et al., 2022).
In alcuni testi di sanità pubblica si usa anche il termine prevenzione “primordiale”, cioè la promozione di stili di vita salutari fin dall’infanzia per impedire lo sviluppo dei fattori di rischio (es. sovrappeso, sedentarietà). Nella pratica clinica sull’artrosi, però, i tre livelli sopra restano i più operativi (Whittaker et al., 2021; Osteoarthritis Action Alliance - OA, 2025).
L’obesità è uno dei più forti fattori di rischio modificabili, soprattutto per ginocchio e anca. Gli studi epidemiologici mostrano un’associazione dose-dipendente tra indice di massa corporea (BMI, Body Mass Index) e rischio di artrosi incidente; il rischio cresce già nel sovrappeso e aumenta ulteriormente nell’obesità (Duong et al., 2024 e 2025).
Meccanismi:
Evidenze preventive: trial in corso (come TOPS, The Osteoarthritis Prevention Study) stanno valutando se programmi strutturati di dieta più esercizio in persone ad alto rischio riducano l’incidenza di artrosi strutturale del ginocchio; il razionale è robusto anche se il risultato definitivo è atteso (Messier et al., 2023).
Raccomandazione pratica: mantenere un BMI in range sano e prevenire l’aumento ponderale in età adulta. Nei soggetti sovrappeso, anche una riduzione del 5–10% del peso migliora sintomi e biomeccanica articolare; è plausibile che riduca la probabilità di artrosi clinica nel lungo periodo (Lim et al., 2022; Christensen et al., 2007).
2) Attività fisica regolare e forza muscolareL’attività fisica è una “lama a doppio filo” solo in apparenza: l’esercizio moderato e ben dosato è protettivo, mentre sovraccarichi estremi o mal gestiti possono aumentare il rischio di lesioni e quindi di artrosi. Le metanalisi recenti non mostrano un aumento del rischio di artrosi con i livelli abituali di attività fisica; al contrario, la sedentarietà sembra associarsi a maggiore rischio e peggiore salute articolare (Cui et al., 2025; He et al., 2025; Wu et al., 2024.
Perché l’esercizio protegge?
Quale attività?
Il trauma articolare è un determinante cruciale di artrosi, tanto che l’artrosi post-traumatica rappresenta una quota non trascurabile dei casi, specie al ginocchio. Lesioni del legamento crociato anteriore (LCA), menisco e fratture intra-articolari aumentano di molte volte il rischio di artrosi negli anni successivi (Whittaker et al., 2022; Castano Betancourt et al., 2022).
Intervento preventivo con prove forti:
I programmi di neuromuscular training (NMT) – esercizi di forza, pliometria, equilibrio, tecnica di atterraggio e cambi di direzione – riducono l’incidenza di lesioni del legamento crociato anteriore nelle popolazioni sportive a rischio (soprattutto giovani atlete). Per estensione, diminuendo i traumi, riducono anche il rischio di artrosi post-traumatica (Li, Zhu, 2025; Arundale et al., 2023; Sugimoto et al., 2015).
Raccomandazione pratica:
L’esposizione cronica a posture e compiti che caricano ripetutamente ginocchio e anca (inginocchiamento prolungato, sollevamento pesi, accovacciamento, scale, lavoro manuale pesante) è associata a più alta probabilità di artrosi, con evidenza almeno moderata (Hulshof et al., 2021; Canetti et al., 2020; Wang et al., 2020).
Raccomandazioni pratiche di prevenzione primaria in ambito lavorativo:
Alcune condizioni metaboliche (diabete, dislipidemia, sindrome metabolica) sono associate a rischio più alto di artrosi, probabilmente tramite infiammazione sistemica di basso grado. Tuttavia, non esistono ad oggi interventi farmacologici o supplementi con prova solida di prevenzione primaria dell’artrosi (Kloppenburg et al., 2025; Runhaar, Zhang, 2018).
Conclusione pratica: dieta mediterranea equilibrata, adeguato apporto proteico e micronutrienti, evitando eccesso calorico. Il beneficio è soprattutto indiretto (peso, metabolismo), non “cartilagine-specifico”.
Qui rientrano persone con:
Strategie principali:
Per chi ha già artrosi clinica, la prevenzione non mira più all’insorgenza, ma a evitare peggioramento funzionale, dolore cronico, sarcopenia e perdita di autonomia.
Le raccomandazioni EULAR/OARSI/ACR convergono su un nucleo di interventi (Moseng et al., 2024; Conley et al., 2023; Bannuru et al., 2019; American College of Rheumatology - ACR, 2019):
Questi interventi, anche se nati come terapia, hanno un forte valore preventivo sulla disabilità a lungo termine.