Quali sono i sintomi dell’ Artrosi?
I sintomi dell’artrosi comprendono:
L’artrosi (o osteoartrosi) è una patologia articolare cronica caratterizzata da alterazioni strutturali e biologiche delle componenti dell’articolazione (cartilagine, osso subcondrale, sinovia, tessuto legamentoso e peri-articolare) e da una sintomatologia variabile, che può andare da lieve disturbo funzionale a grave disabilità (Kloppenburg et al., 2025; Katz et al., 2021; Hunter, Bierma-Zeinstra, 2019).
Il dolore articolare
Il sintomo che più comunemente spinge il paziente a rivolgersi al medico è il dolore articolare. In genere, l’esordio è insidioso e si manifesta dopo i 40-50 anni di età, anche se l’artrosi può iniziare prima in presenza di fattori predisponenti (trauma articolare, sovraccarico).
La caratteristica fondamentale del dolore da artrosi è il fatto che esso è meccanicamente indotto: tende a peggiorare con l’attività, il carico sull’articolazione o la mobilizzazione, e a migliorare con il riposo.
L’intensità e la modalità di presentazione possono tuttavia variare ampiamente. Nei casi iniziali può trattarsi di un fastidio intermittente, percepito solo al termine di sforzi o dopo prolungata immobilizzazione. Con il progredire della malattia, il dolore può diventare costante, manifestarsi anche a riposo o durante la notte (Tuncay Duruoz et al., 2023).
È importante sottolineare che la severità del dolore non sempre corrisponde al grado di alterazione radiologica o morfologica: in altre parole, esiste una disconnessione tra immagini e sintomi clinici (Hunter, Bierma-Zeinstra, 2019).
Dal punto di vista fisiopatologico, il dolore artrosico riflette un insieme complesso che va oltre il solo deterioramento cartilagineo: vi sono componenti di rimodellamento osseo subcondrale, reazione sinoviale, alterazioni della capsula articolare, e persino meccanismi di sensibilizzazione periferica e centrale del dolore. Recenti revisioni evidenziano come angiogenesi e interazione neuro-immune possano contribuire all’eterogeneità del dolore nell’artrosi (Li et al., 2025).
Un aspetto clinico utile: il dolore tipicamente si presenta come «dolore di movimento», ad esempio durante la deambulazione, la salita/discesa delle scale, o al rialzarsi da una sedia. Con il progredire dell’artrosi, può comparire anche dolore a riposo o notturno (Tuncay Duruoz et al., 2023).
Infine, la comparsa del dolore segnala spesso una fase della malattia in cui è già presente un certo grado di alterazione strutturale e funzionale; pertanto, l’obiettivo della valutazione clinica è cogliere tempestivamente queste manifestazioni, dato che un intervento precoce può contribuire a mitigare la progressione della disabilità.
Rigidità e perdita di mobilità
Un secondo segno caratteristico dell’artrosi è la rigidità articolare, vale a dire la sensazione di difficoltà nell’avvio del movimento o nella ripresa dopo un periodo di inattività. La rigidità mattutina è spesso breve (meno di 30 minuti), a differenza delle artriti infiammatorie sistemiche (che presentano rigidità più prolungata) (BMJ Best Practice, 2025; Hunter, Bierma-Zeinstra, 2019).
Alla visita, può essere rilevata una limitazione della mobilità articolare sia in termini di escursione attiva che passiva, con possibilità di manifestazioni accessorie come la “sensazione di incatenamento” (lock) o la difficoltà a compiere movimenti che richiedono flessione o estensione articolare completa (Tuncay Duruoz et al., 2023).
La rigidità e la perdita di movimento contribuiscono in modo diretto alla riduzione della funzionalità quotidiana e, congiuntamente al dolore, determinano un circolo vizioso: meno si muove l’articolazione, più si instaura contrattura muscolare, atrofia e diminuzione della lubrificazione sinoviale, peggiorando così il quadro clinico.
È quindi fondamentale non solo considerare la componente algica, ma anche la limitazione del movimento come sintomo significativo e precoce dell’artrosi.
Limitazione funzionale e instabilità articolare
La progressione dell’artrosi comporta inevitabilmente una limitazione funzionale: molte attività quotidiane — salire e scendere le scale, camminare, alzarsi da una sedia, afferrare/sollevare oggetti — diventano difficoltose o dolorose. Come sottolineato da alcune revisioni, una delle più frequenti conseguenze dell’artrosi dell’anca o del ginocchio è la riduzione della capacità di camminare per piacere o di svolgere attività fisica, con impatto sulla qualità di vita (Katz et al., 2021).
Un altro sintomo spesso trascurato è la sensazione di instabilità articolare, che può manifestarsi come «cedimento» dell’articolazione, o come la paura che l’arto non regga il carico. Questa instabilità deriva da alterazioni strutturali (ad esempio finezze del menisco, lassità legamentosa secondaria, modificazione del piano di carico) e può incrementare il rischio di caduta o di ulteriore compromissione articolare.
La conseguenza più grave di questa limitazione funzionale è la riduzione dell’attività fisica: il paziente evita i movimenti dolorosi, la sedentarietà si instaura e aumenta il rischio di comorbidità (ad esempio cardiometaboliche). Come riportato da diverse indagini, le persone con artrosi presentano un livello di attività fisica significativamente inferiore rispetto ai coetanei senza artrosi, il che può accentuare il deterioramento globale (Katz et al., 2021).
In questo contesto, la limitazione funzionale deve essere considerata non solo un sintomo locale, ma un segnale di coinvolgimento sistemico della malattia.
Segni articoli associati: crepitio, tumefazione, deformità
Oltre ai sintomi soggettivi sopra descritti, l’esame clinico può rilevare segni articolari che, pur non essendo esclusivi dell’artrosi, contribuiscono a costruire il quadro diagnostico. Tra questi:
Va evidenziato che la presenza o meno di questi segni non modifica sostanzialmente la diagnosi (che è clinica) ma contribuisce a stratificare la gravità, la prognosi e la pianificazione terapeutica.
Variabilità clinica e fattori modificanti
Un aspetto essenziale del sintomo-complesso dell’artrosi è l’elevata variabilità inter-individuale: due pazienti con identica sede anatomica e simili alterazioni radiografiche possono presentare quadri clinici assai differenti. Revisioni recenti lo attribuiscono alla combinazione di fattori meccanici, metabolici, infiammatori, neurosensoriali e psicosociali (Mathieu et al., 2025; Li et al., 2025).
Tra i fattori che modificano l’espressione clinica se ne possono citare (Li et al., 2025; katz et al., 2021):
Da tutto ciò deriva che il medico non deve limitarsi a correlare il dolore con le immagini radiografiche, ma deve valutare globalmente il paziente, comprendendo il contesto fisico, psicologico e sociale.
Sintomi in sedi articolari tipiche
L’artrosi può coinvolgere quasi qualsiasi articolazione, ma preferisce alcune sedi per ragioni biomeccaniche, anatomiche o metaboliche. Le modalità di sintomatologia possono presentare dettagli diversi in base alla sede. Riportiamo di seguito alcune caratteristiche cliniche nelle localizzazioni più frequenti (BMJ Best Practice, 2025; Katz et al., 2021).
Ginocchio (gonartrosi)
Nel coinvolgimento del ginocchio la presentazione tipica inizia con dolore al carico (ad esempio alzarsi da seduti, salire le scale) e rigidità mattutina o dopo riposo seduto. Alla visita si può auscultare o percepire crepitio, e con l’avanzare della malattia può comparire deformità varo o valgo, oltre a versamento. La limitazione funzionale è spesso evidente nella deambulazione.
Anca (coxartrosi)
Nel caso dell’anca l’artrosi si presenta con dolore nella regione inguinale, che può irradiarsi all’arto, spesso peggiora all’avvio del movimento (ad esempio al primo passo) ed è alleviato dal riposo. Il paziente lamenta difficoltà a calzare o togliere scarpe, salire le scale, alzarsi dal sedile auto. Alla manovra clinica può essere dolorosa la rotazione interna dell’anca.
Mano e polso
La localizzazione più frequente alle mani è l’artrosi delle articolazioni interfalangee distali (nodi di Heberden) e della base del pollice (rhizarthrosi). I sintomi consistono in dolore al movimento e alla presa, rigidità mattutina breve, gonfiore modesto, e in molti casi alterazione estetica per la formazione di nodi e osteofiti.
Colonna vertebrale
Nell’artrosi vertebrale (spondiloartrosi) i sintomi possono includere dolore locale, rigidità mattutina, scrosci articolari, riduzione della flessibilità, e talvolta compressione radicolare per modificazioni ossee. La depresione della funzione fisica può essere marcata, soprattutto se associata a stenosi vertebrale.
Implicazioni cliniche e importanza della sintomatologia
Dal punto di vista clinico, la presenza di sintomi in un’articolazione è ciò che definisce l’“artrosi sintomatica”, rispetto alla sola alterazione radiografica. Questo ha una rilevanza prognostica perché l’artrosi sintomatica è associata a maggiore disabilità, riduzione dell’attività fisica, peggior qualità di vita e incremento del rischio di morbilità e mortalità rispetto alla popolazione senza artrosi (katz et al., 2021).
Inoltre, l’inizio e l’aggravamento della sintomatologia sono segnali che la malattia potrebbe essere in una fase attiva, in cui interventi appropriati (educazione, esercizio fisico, controllo del peso, modifica dello stile di vita) possono avere un maggior impatto. Ignorare o sottovalutare i sintomi può ritardare l’intervento terapeutico e facilitare l’insorgenza di complicanze (deformità, perdita irreversibile della funzione, indicazione precoce ad artroplastica).
Dal punto di vista della comunicazione con il paziente, è utile chiarire che la assenza di dolore non significa necessariamente assenza di malattia, e viceversa: l’artrosi può essere in fase subclinica e il paziente può avvertire sintomi severi pur con modeste alterazioni strutturali. Questo concetto è importante nella sensibilizzazione del paziente verso l’adozione di comportamenti preventivi (esercizio, peso corporeo, protezione articolare).
Infine, dal punto di vista diagnostico, la raccolta anamnestica del dolore (localizzazione, modalità insorgenza, fattori aggravanti e allevianti), la valutazione della rigidità articolare e della limitazione funzionale, insieme all’esame obiettivo per segni associati, costituiscono la base del sospetto clinico di artrosi e della successiva eventuale conferma con indagini strumentali. Come precisato da fonti autorevoli, la diagnosi rimane essenzialmente clinica (BMJ Best Practice, 2025; Hunter, Bierma-Zeinstra, 2019).