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BPCO

Avvertenze

Cosa chiedere al medico e al farmacista sulla BPCO?

Se ritieni di avere i sintomi della BPCO o broncopneumopatia cronica ostruttiva, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la BPCO, parlane con il tuo medico di fiducia.

Ecco alcune domande che potresti porre.

La BPCO o broncopneumopatia cronica ostruttiva è una malattia respiratoria ad andamento progressivo, che riconosce come fattore di rischio principale il fumo di sigaretta. E’ caratterizzata da infiammazione delle piccole vie aeree e da perdita del parenchima polmonare che provocano una riduzione del flusso d’aria con conseguente difficoltà respiratoria (dispnea). La dispnea, inizialmente, si manifesta solo in concomitanza di esercizio fisico, poi anche a riposo.

La BPCO è una malattia che impatta notevolmente sullo stato di salute e sulla qualità di vita e poiché presenta un andamento progressivo, la presa in carico del paziente deve prevedere un monitoraggio periodico di valutazione di sintomi, ostruzione bronchiale, funzione polmonare tasso di riacutizzazioni che consenta di adeguare la terapia farmacologica/non farmacologica allo stato di malattia che via via si viene a delineare. La valutazione dei sintomi può essere effettuata tramite diversi questionari (COPD Assessment Test, COPD Control Questionnaire, questionario modificato del British Medical Research Council). Il confronto tra questionari somministrati in tempi diversi dà una visione dell’andamento e delle fluttuazioni della sintomatologia. Il monitoraggio del grado di ostruzione bronchiale e della funzione polmonare si basa sulla misurazione degli indici spirometrici (in particolare della FEV1 o VEMS), dei volumi polmonari, dell’ossigenazione del sangue e della capacità funzionale (test del cammino di 6 minuti). La rivalutazione della terapia farmacologica deve prendere in considerazione: dosaggio dei farmaci, aderenza terapeutica, tecnica inalatoria (i farmaci sono somministrati per la maggior parte per via inalatoria), efficacia del trattamento ed effetti collaterali. Il medico deve inoltre registrare segni e sintomi di eventuali comorbidità del paziente (apnee del sonno, insufficienza cardiaca, osteoporosi, cardiopatia ischemica, aritmie cardiache, depressione, ansia, tumore al polmone) in modo da trattare queste patologie anche in relazione alla BPCO (le comorbidità possono influenzare il decorso della BPCO e viceversa) (Global Iniziative for Chronic Obstructive Lung Disease – GOLD, 2018).

Al momento, sulla base dei dati di letteratura, non ci sono farmaci in grado di modificare il progressivo declino della funzionalità polmonare. La terapia farmacologica attenua i sintomi della BPCO, riduce la frequenza e la gravità delle riacutizzazioni, migliora lo stato di salute e la tolleranza allo sforzo.

I farmaci di prima linea nel trattamento della BPCO sono i broncodilatatori somministrati per via inalatoria. I dspositivi per l’inalazione dei farmaci comprendono i nebulizzatori, gli spray dosati (MDI) senza distanziatori, gli inalatori con erogazione di soluzioni Soft-Mist, i dispositivi attivati dal respiro distinti in MDI attivati dal respiro (BAI) e inalatori a dose unica o multi dose a polvere secca (DPI). Non tutti i farmaci possono essere somministrati con ogni tipo di dispositivo. A seconda della dimensione delle particelle, il farmaco sarà depositato nell’oro-faringe (particelle con diametro > 5 micrometri) o nel tratto inferiore delle vie respiratorie e nei polmoni (particelle con diametro < 5 micrometri). Gli studi clinici non hanno evidenziato una superiorità di un dispositivo rispetto ad un altro.

Nella pratica clinica normale, 2 pazienti su 3 non utilizzano correttamente il dispositivo di inalazione del farmaco e questo determina una minor efficacia nella terapia e, conseguentemente, una minor aderenza del paziente al trattamento. È fondamentale quindi che il medico guidi il paziente nel corretto utilizzo dei dispositivi utilizzati per l’inalazione dei farmaci.

Gli errori che solitamente vengono fatti dal paziente nell’uso del dispositivo inalatorio riguardano (Global Iniziative for Chronic Obstructive Lung Disease – GOLD, 2018):
a) frequenza di inalazione
b) durata dell’inalazione
c) coordinazione
d) preparazione del dosaggio
e) manovra espiratoria prima di inalare il farmaco
f) trattenimento del respiro dopo aver inalato il farmaco

Il medico pertanto deve verificare:
1) che il dispositivo per l’inalazione del farmaco sia adatto al paziente
2) che il paziente abbia compreso chiaramente le manovre necessarie per utilizzare in maniera ottimale il dispositivo (sarebbe utile poter disporre di un erogatore “placebo” per una simulazione pratica)
3) che il dispositivo, tra quelli possibili, sia di preferenza del paziente
4) che il paziente continui ad utilizzare il dispositivo correttamente

Poiché le riacutizzazioni della BPCO incidono negativamente sul decorso della malattia e riconoscono nella maggior parte dei casi un’origine infettiva, ai pazienti si raccomanda sia la vaccinazione antiinfluenzale sia quella anti-pneumococcica (entrambe riducono il rischio di infezioni delle basse vie respiratorie).

Il trattamento del paziente con BPCO dovrebbe sempre prendere in considerazione la riabilitazione respiratoria. Tale intervento si è dimostrato lo strumento terapeutico più efficace per migliorare la dispnea, lo stato di saluto e la tolleranza allo sforzo. La riabilitazione respiratoria è stata associata a riduzione del tasso di riacutizzazione della malattia e di mortalità. Inoltre nei pazienti con esacerbazione recente (entro le quattro settimane dal precedente ricovero), la riabilitazione respiratoria è risultata efficace nel ridurre il rischio di successivi ricoveri. La riabilitazione respiratoria dovrebbe essere raccomandata a tutti i pazienti con BPCO con elevato rischio di riacutizzazione. Il coinvolgimento del paziente può essere fatto al momento della diagnosi, alla dimissione dopo ricovero per riacutizzazione e in corrispondenza di una progressione della malattia. Il programma di riabilitazione deve prevedere esercizio fisico strutturato e supervisionato, abolizione del fumo, consigli nutrizionali ed educazione all’auto-gestione.

La semplice educazione del paziente, intesa come insieme di informazioni e consigli da parte del medico, non è risultata efficace ad ottenere cambiamenti di comportamento nel paziente con BPCO; mentre interventi di auto-gestione basati sulla possibilità di comunicare con una figura sanitaria di riferimento possono portare ad miglioramento dello stato di salute del paziente, con una riduzione dei ricoveri e delle visite d’urgenza (Global Iniziative for Chronic Obstructive Lung Disease – GOLD, 2018).

I programmi di cura integrata e la telemedicina, al momento attuale, non hanno dimostrato di migliorare efficacia ed efficienza del trattamento terapeutico del paziente con BPCO (Global Iniziative for Chronic Obstructive Lung Disease – GOLD, 2018).


Nota:
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