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Chikungunya

Sintomi

Quali sono i sintomi della Chikungunya?

I sintomi della chikungunya comprendono:

Dopo il contagio il periodo di incubazione della chikungunya varia da 1 a 12 giorni, ma in genere è pari a circa 2-4 giorni.

Nella fase iniziale della malattia, fase acuta, compaiono febbre elevata, mal di testa persistente, dolore intenso alle articolazioni e ai muscoli. Il dolore alle articolazioni è per lo più poliarticolare, bilaterale e simmetrico e interessa soprattutto le articolazioni periferiche (polso, articolazioni della mano, caviglia) e alcune delle grosse articolazioni (spalla, gomito e ginocchio). A volte l’artralgia compare alcune ore dopo la febbre, che scompare dopo 3-7 giorni. Altri sintomi tipici comprendono mal di schiena, esantema cutaneo maculopapulare associato a prurito su tutto il corpo e ad edema del viso, linfoadenopatia. L’esantema in genere interessa il tronco e le estremità, meno frequentemente il palmo della mano, la pianta del piede e il viso. E’ stato osservato anche arrossamento dell’orecchio esterno, probabilmente causato dall’infiammazione della cartilagine (condrite). Il rash cutaneo può durare circa 3-5 giorni (periodo di viremia), mentre le manifestazioni articolari anche 2-3 settimane. Con la scomparsa della febbre possono comparire astenia e anoressia.

I test di laboratorio indicano riduzione dei livelli ematici dei linfociti (linfocitopenia < 1000 cell/ml), strettamente correlata alla viremia (presenza del virus nel sangue), trombocitopenia moderata, aumento dei livelli dell’aspartato aminotransferasi e dell’alanina aminotransferasi, della creatinfosfochinasi, della proteina C reattiva (50-60 mg/L) (Okeoma, 2016).

La chikungunya ha in genere un decorso benigno. La mortalità è bassa, sovrapponibile a quella dell’influenza stagionale (0,01-0,1%), ma l’infezione può risultare fatale in pazienti fortemente debilitati (tumore, trapianto, broncopneumopatia cronica ostruttiva, cardiopatia, diabete).

Manifestazioni atipiche della chikungunya interessano circa lo 0,5% dei pazienti e tendono a manifestarsi in soggetti deboli (bambini, anziani, pazienti con malattie croniche o che abusano di alcol). Tali manifestazioni possono essere a carico del tratto gastrointestinale (diarrea, vomito, dolore addominale), delle mucose (ulcerazioni alla bocca o agli organi genitali, congiuntivite) e del sistema nervoso (stato confusionale, neurite del nervo ottico, convulsioni soprattutto nei bambini). Manifestazioni atipiche più importanti comprendono rabdomiolisi, dermatite bollosa, epatite fulminante, encefalite o encefalopatia, sindrome di Guillain-Barré, polineuropatia, miocardite e scompenso cardiaco acuto, insufficienza d’organo multipla, formazione di petecchie (la chikungunya a differenza della dengue non causa emorragie importanti); meningoencefalite e shock settico da coagulazione vasale disseminata (Okeoma, 2016).

Le manifestazioni della chikungunya sono simili fra adulti e bambini. In questi ultimi comunque la malattia può dare sintomi atipici che comprendono iperalgesia resistente ai farmaci, eritema bolloso esteso, disturbi emodinamici, disidratazione, intolleranza al cibo.

Particolarmente grave può essere l’infezione per i neonati che possono contrarla durante il parto dalla madre quando il virus è presente nel sangue materno (periodo di viremia). In queste condizioni circa la metà dei bambini contrae l’infezione. Nei neonati la malattia esordisce con febbre, difficoltà nell’allattamento e dolore dopo circa un periodo di incubazione di 4 giorni (3-7) (Gérardin et al., 2008). Risultano alterati i livelli degli enzimi epatici (incremento della alanino e aspartato aminotransferasi) e compare linfocitopenia e trombocitopenia. Circa la metà dei neonati affetti da chikungunya va incontro a complicanze quali encefalopatia con edema cerebrale, sepsi, coagulazione vascolare disseminata e cardiomiopatia. Nei neonati con gravi complicanze la mortalità arriva al 50%; inoltre possono manifestarsi conseguenze psicomotorie (disturbi della coordinazione e del linguaggio, della capacità di relazione sociale, disturbi del movimento e della postura) dovute all’encefalopatia (Gérardin et al., 2014).