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Dolore

Avvertenze

Cosa chiedere al medico e al farmacista sul Dolore?

Se hai dolore, o se a qualcuno dei tuoi familiari ha dolore, parlane con il tuo medico di fiducia.

Ecco alcune domande che potresti porre.

• Quali farmaci posso prendere per curare il dolore?
• Come posso prevenire il dolore?
• Quale via di somministrazione è preferibile per trattare il dolore?
• Ci sono esami a cui dovrei sottopormi?
• Ci sono terapie non farmacologiche che possono aiutarmi a combattere il dolore?
• Per quanto tempo durerà il dolore?
• Devo fare una visita specialistica?

Il paziente deve sentirsi libero nel poter esprimere al proprio medico dubbi, ansie e paure e deve poter ricevere un’informazione esauriente sul dolore, sulle possibili cause, sulla sua evoluzione, su come combatterlo in maniera efficace.

Il medico deve saper “ascoltare“ il paziente e condividere con lui le scelte terapeutiche. Una relazione di fiducia e scambio fra medico e paziente favorisce l’adesione alla terapia prescritta (compliance del paziente) soprattutto in caso di terapie prolungate come nel dolore cronico. Secondo alcuni studi, la compliance del paziente alla terapia in caso di dolore acuto e cronico si attesta sul 70%, per scendere al 50% in caso di malattie associate a dolore cronico (Graziottin et al., 2011).

Il rapporto di fiducia con il proprio medico è pertanto essenziale per il paziente per evitare di assumere comportamenti controproducenti. La conoscenza della malattia e del dolore ad essa associato riduce nel paziente il senso di impotenza e passività e lo stimola ad assumere un ruolo attivo e di partecipazione verso le terapie prescritte. La consapevolezza degli eventuali effetti collaterali dei farmaci analgesici, soprattutto oppioidi, riduce il rischio di assumere i farmaci a dosaggi subottimali o di non assumerli del tutto, condizioni che si ripercuotono negativamente sul controllo del dolore e sulla qualità di vita del paziente. Inoltre, il sapere quali effetti collaterali possano accompagnare l’uso di determinati farmaci aiuta il paziente a sfatare paure e dubbi e a gestire gli stessi effetti avversi. La condivisione con il medico di schemi posologici perseguibili per il paziente stimola l’adesione alla terapia (Quanti farmaci? Quante somministrazioni giornaliere? Quale modalità di somministrazione: a rilascio immediato o long action?, Quale via di somministrazione? Orale, parenterale o transdermica?). La condivisione delle informazioni anche fra il medico e i familiari del paziente con la possibilità di dirimere qualsiasi tipo di problematica circa l’uso dei farmaci analgesici, in particolare gli oppioidi forti, ha un effetto positivo sull’accettazione della cura da parte del paziente stesso.

Tanto più la percezione del paziente sulla sua capacità di gestire il dolore con i farmaci è positiva tanto più il paziente tenderà ad attenersi a quanto prescritto; viceversa tanto più la sua paura nei confronti dei farmaci da assumere avrà il sopravvento tanto più la cura non verrà seguita in maniera ottimale e i benefici saranno minori di quanto ipotizzato.

In sintesi, i fattori che possono influenzare l’aderenza del paziente alla terapia analgesica possono essere così riassunti (Graziottin et al., 2011):
• conoscenza della malattia e del dolore associato
• motivazione (percezione del beneficio indotto dai farmaci analgesici sul proprio benessere)
• aspettative (il medico deve informare il paziente sulle reali aspettative di efficacia della terapia)
• facile gestione della terapia (preferire i farmaci con monosomministrazione giornaliera)
• serenità d’animo (la presenza di ansia o depressione riduce la compliance)
• rapporto di fiducia con il proprio medico e con le strutture sanitarie
• ambiente familiare favorevole
• assenza di paura verso possibili effetti collaterali dei farmaci

Il paziente ha diritto a ricevere una terapia antalgica, modulata sulle sue condizioni fisiche e psicologiche che limitino o, se possibile, annullino la sofferenza legata alla malattia; ad essere informato in modo comprensibile e completo sulle opzioni terapeutiche disponibili e sulle reti territoriali assistenziali; ad accedere, senza alcuna disparità di trattamento, sia alle strutture in grado di erogare l’assistenza necessaria sia alle terapie.

Il dolore non è una condizione necessaria, implicita nella malattia. Il diritto del paziente a “non soffrire inutilmente“ è stato sancito con la promulgazione della legge n 38/2010 in materia di “Disposizioni per garantire l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore“.


Nota:
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