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Epatite A

Cause

Quali sono le cause dell'Epatite A?

L'epatite A è causata da un'infezione di un virus (virus dell'epatite A – Hav) appartenente al gruppo degli Hepatovirus, genere Enterovirus, famiglia Picornaviridae.

Gli Enterovirus si replicano ad una temperatura ottimale di 37°C, presentano acido-resistenza e di conseguenza passano indenni attraverso lo stomaco.

Il virus dell'epatite A è un virus a RNA a catena lineare privo di involucro pericapsidico, il cui capside è formato da 4 polisaccaridi (VP1, VP2, VP3 e VP4).

Una volta all'interno della cellula ospite, il virus dell'epatite inizia a replicarsi nel citoplasma e i virioni, liberati per lisi, sono in grado di infettare le cellule vicine.

Il virus si replica nel fegato e è eliminato dall'organismo con le feci.

Rispetto agli altri picornavirus, il virus per l'epatite A evidenzia una resistenza all'inattivazione maggiore; acque, cibi e superfici contaminate mantengono la capacità di infettare per oltre 2 mesi e a temperature di -20°C per diversi anni.

L'epatite A è una malattia del fegato infettiva e altamente contagiosa. Si trasmette solitamente per contatto oro-fecale, da persona a persona, attraverso l'ingestione di acqua o alimenti contaminati, in particolare molluschi crudi o poco cotti. Molto raramente è possibile la trasmissione dell'epatite per via percutanea o sessuale.

In sintesi l'epatite A può trasmettersi:
• mangiando alimenti contaminati da persone infette
• bevendo acqua contaminata
• mangiando molluschi raccolti in acque contaminate da scarichi fognari
• condividendo piatti, posate, spazzolini, asciugamani, con persone infette
• avendo rapporti sessuali con persone infette
• ricevendo sangue infetto (raro).

I principali fattori di rischio sono:
• vivere o viaggiare in aree caratterizzate da alti tassi di epatite A
• praticare rapporti sessuali non protetti
• vivere senza precauzioni insieme a una persona infetta
• fare utilizzo di droghe.

L'incubazione della malattia è di 15-50 giorni.

Il virus dell'epatite è presente nelle feci 7-10 giorni prima della comparsa dei sintomi e nei successivi 7 giorni dall'esordio della malattia.

Nel sangue il virus dell'epatite è presente solo per pochi giorni.

Gli adulti in genere non sono più contagiosi dopo le prime due settimane dall'inizio della malattia, mentre i bambini e gli adulti con un sistema immunitario compromesso possono rimanere contagiosi fino a 6 mesi dopo la comparsa dell'infezione.

Dato il tipo di trasmissione del virus, le condizioni igienico-sanitarie dell'ambiente influenzano in modo significativo la diffusione dell'epatite A e la presenza di focolai infettivi. Le aree geografiche quindi sono classificate in aree a bassa, media e alta endemia.

Nelle zone ad alta endemia – Africa, Asia e Sud America – il 100% dei bambini entra in contatto con il virus per l'epatite A in età precoce e l'infezione in questa classe di pazienti è quasi sempre asintomatica; ne consegue che infezioni conclamate e focolai epidemici sono rari.

Nelle aree ad endemia medio-bassa, invece, in cui le condizioni igienico-sanitarie sono migliori, il contatto con il virus HAV in età pediatrica è più raro e quindi il rischio di contrarre l'infezione in età adulta aumenta. Questo comporta un numero di casi di malattia maggiore ed epidemie più frequenti, soprattutto nelle piccole comunità, come asili-nido e scuole-materne (Shapiro, Margolis, 1993).

L'Italia fino agli anni '70 era considerata un paese ad endemia medio-alta; successivamente l'incidenza di casi di infezione è diminuita progressivamente, prima nelle regioni del Nord, quindi nel Centro-Sud (ridotta presenza di anticorpi anti HAV nelle fasce di età > 14 anni e 15-24 anni) (Panà, Franco, 1995).