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Malattia di Lyme

Avvertenze

Cosa chiedere al medico e al farmacista sulla Malattia di Lyme?

Se ritieni di avere i sintomi della malattia di Lyme, o se a qualcuno dei tuoi familiari è stata diagnosticata la malattia di Lyme, parlane con il tuo medico di fiducia.

Ecco alcune domande che potresti porre.

La malattia di Lyme è un’infezione batterica causata da alcune specie di Borrelia (in particolare B. burgdorferi) e trasmessa all’uomo tramite la puntura di zecche del genere Ixodes. Il rischio di contrarre l’infezione è maggiore in primavera-estate perché maggiore il tempo trascorso all’aria aperta. L’habitat naturale delle zecche Ixodes infatti è quello del sottobosco, nelle zone a clima temperato.

Non esistono vaccini per la malattia di Lyme, quindi l’unica arma per prevenire l’infezione è quella di evitare l’habitat naturale della zecca o di vestirsi con pantaloni lunghi, camicia a manica lunga e indossare calze e scarpe alte quando si frequentano luoghi a rischio.

Le zecche del genere Ixodes hanno un ciclo vitale di due anni. In questo arco di tempo, la zecca passa dallo stadio di larva, a quello di ninfa, e infine a quello di insetto adulto. Ogni passaggio ha bisogno di un pasto di sangue che la zecca si procura tramite il morso di animali vertebrati, incluso l’uomo.

La zecca svolge la funzione di veicolo per il batterio che causa la malattia di Lyme e può essere infettata in qualunque stadio del suo ciclo vitale. Una volta infetta, la zecca trasmette il batterio quando succhia il sangue di altri animali. Nel caso dell’uomo, per trasmettere l’infezione e necessario che la zecca rimanga a contatto della pelle, per 24-72 ore a seconda della specie di Borrelia (la trasmissione di B. afzelii sembra più veloce rispetto a quella di B. burgdorferi) (Rugarli, 2015). La rimozione precoce della zecca dalla cute riduce il rischio di contrarre l’infezione. E’ importante quindi, quando si frequentano zone a rischio, ispezionare la pelle alla ricerca eventuale di zecche. Individuare l’insetto risulta più difficile quando questo è allo stadio di larva o ninfa perché di dimensioni molto piccole (1-2 mm).

Per asportare la zecca utilizzare delle pinzette a punta (in commercio esistono strumenti specifici). Disinfettare la cute con un disinfettante non colorato, afferrare l’insetto con le pinzette il più vicino possibile alla pelle, quindi con un movimento rotatorio tirare dolcemente. Non schiacciare troppo l’insetto con le pinzette per evitare il rigurgito del pasto che favorirebbe il rischio di infezione (il batterio si annida nell’intestino e nelle ghiandole salivari della zecca e viene trasmesso all’ospite quando la zecca rigurgita parte del pasto). Rimosso l’insetto, disinfettare nuovamente con disinfettante non colorato. Tutta l’operazione deve essere eseguita indossando guanti adatti. Se parte dell’apparato buccale della zecca rimane nella cute, alcuni raccomandano di rimuoverlo utilizzando un ago, altri di non intervenire perché il rostro tende poi ad uscire da solo (Epicentro, 2016; Shapiro, 2014). La zecca rimossa deve essere uccisa, possibilmente bruciata. Il Ministero della Salute raccomanda di effettuare la profilassi antitetanica (Epicentro, 2016). Conviene poi segnare la data di rimozione della zecca e controllare se nei 30-40 giorni successivi si sviluppano segni o sintomi riconducibili a sospetta malattia di Lyme. In questo periodo non somministrare antibiotici per non mascherare eventuale segni di malattia e rendere così più difficile un’eventuale diagnosi (Epicentro, 2016).

Il segno caratteristico del morso di zecca è la formazione di un eritema (eritema migrante) (80-90%% dei pazienti) che tende ad allargarsi progressivamente e a schiarirsi nella parte centrale (20% dei pazienti). L’eritema può comparire da 3 a 30 giorni dopo il morso. Altri sintomi che si manifestano nella fase iniziale della malattia comprendono dolore ai muscoli e alle articolazioni, mal di testa, febbre, brividi e ingrossamento dei linfonodi. Successivamente, a distanza di settimane o mesi, si possono sviluppare artrite, alterazioni del ritmo cardiaco, sintomi neurologici. L’infezione risponde molto bene al trattamento antibiotico per via orale o per endovena, a seconda della gravità delle manifestazioni cliniche. Gli antibiotici raccomandati sono l’amoxicillina, la doxiciclina, la cefuroxima, il ceftrixone e il cefotaxime.


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