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Malattia di Lyme

Sintomi

Quali sono i sintomi della Malattia di Lyme?

I sintomi della malattia di Lyme comprendono:

Le manifestazioni cliniche della malattia di Lyme possono essere classificate in: malattia localizzata precoce, malattia disseminata precoce, malattia tardiva (Shapiro, 2014). Le manifestaioni cliniche dipendono dalla diffusione del batterio per via ematica nei diversi distretti corporei e sono riconducibili a reazioni di tipo infiammatorio.

La manifestazione clinica tipica dello stadio iniziale (malattia localizzata precoce) è l’eritema migrante, che compare 3-30 giorni dopo il morso della zecca (in genere 7-14 giorni). Inizialmente l’eritema è concentrato in corrispondenza del morso della zecca, dove si può formare una papula, ma nei giorni seguenti si espande fino a raggiungere anche i 50 cm di diametro. Espandendosi, l’eritema può formare un anello più chiaro nella parte centrale della lesione. In alcuni pazienti nella zona centrale dell’eritema si possono formare vescicole o aree necrotiche. Sebbene, in genere, l’eritema migrante sia asintomatico, è stato riscontrato anche prurito e/o dolore. La lesione non trattata scompare nell’arco di circa 2 mesi. La manifestazione cutanea può essere associata a comparsa di febbre, malessere, cefalea, torcicollo, mialgia o artralgia. L’eritema migrante può essere inizialmente confuso con puntura d’insetto, cellulite, micosi e dermatite batterica (Rugarli, 2015; Shapiro, 2014).

Nella fase di malattia disseminata precoce, possono comparire diversi eritemi, più piccoli di quello iniziale, in diversi punti del corpo che corrispondono alla diffusione del batterio a livello sistemico. Negli USA, dove l’unico agente patogeno è B. burgdorferi, l’eritema, singolo o multiplo, compare in circa il 90% dei pazienti affetti da malattia di Lyme. Altri manifestazioni cliniche comuni della malattia disseminata precoce comprendono: paralisi dei nervi cranici e meningite (anche accompagnata da papilledema e aumento della pressione intracranica). Sintomi quali febbre, mialgia, artralgia, cefalea o affaticamento permangono anche a questo stadio della malattia. Sempre a questo stadio sono stati osservati cardite, caratterizzata da prolungamento dell’intervallo PR dell’elettrocardiogramma, e, raramente, blocco cardiaco completo (tale da poter causare sincope). La cardite si manifesta entro 2 mesi dalla puntura di zecca, richiede il ricovero in ospedale, ma nella maggior parte dei pazienti si risolve nel giro di qualche settimana (Rugarli, 2015; Shapiro, 2014).

Nella fase di malattia tardiva, la manifestazione più comune è l’artrite che può comparire dopo settimane o mesi dall’infezione iniziale. L’artrite dovuta a malattia di Lyme è in genere monoarticolare, o oligoarticolare, ed interessa le grandi articolazioni, prima tra tutte quella del ginocchio. Questo tipo di manifestazione clinica è frequente negli USA e coinvolge il 90% dei pazienti con malattia tardiva (entro un anno dall’infezione). La PCR (Polymerase Chain Reaction), test che permette di individuare il DNA batterico, è positivo nell’80% dei pazienti (Rugarli, 2015).

In una piccola percentuale di pazienti (10%) possono manifestarsi complicanze neurologiche (questo tipo di manifestazione è più frequente in Europa). Tali complicanze, molto rare nei bambini, comprendono infiammazione dei nervi cranici (parali del facciale a volte bilaterale), meningite, radicolonevrite sensitivo-motoria acuta, neuropatia periferica, encefalopatia e encefalomielite (complicanze tardive rare ad andamento subacuto o cronico). La complicanza più frequente è rappresentata dalla meningite caratterizzata da liquido cefalorachidiano limpido (la meningite può accompagnare l’eritema migrante).

In fase tardiva può comparire acrodermatite cronica atrofica, una lesione della pelle che inizia da un’estremità, si diffonde lentamente e porta ad estesa atrofia della cute. Un terzo circa dei pazienti sviluppa anche neuropatia periferica. L’acrodermatite cronica atrofica è una manifestazione della malattia di Lyme causata da B. afzelii (genere di Borrelia diffusa in Europa) (Rugarli, 2015).

In alcuni pazienti può comparire un nodulo pseudotumorale (linfocitoma da Borrelia) sull’orecchio esterno o sul capezzolo che scompare nel giro di qualche settimana dopo trattamento antibiotico (Rugarli, 2015).

Dai dati di letteratura, non risulta che la malattia di Lyme possa essere trasmessa da madre a figlio durante la gravidanza o l’allattamento al seno (Shapiro, 2014).