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Morbillo

Prevenzione

Come prevenire il Morbillo?

Il morbillo può essere prevenuto con la vaccinazione. La vaccinazione, possiede un’efficacia del 98-99% ed è in grado di conferire un’immunità permanente verso la malattia (World Health Organization - WHO, 2009).

Il vaccino per il morbillo attualmente disponibile è un vaccino vivo attenuato, in uso dal 1963 (Stati Uniti). Il vaccino può essere monovalente, per il solo morbillo, o polivalente, come complesso vaccinale efficace verso vari virus. Il vaccino polivalente esiste come trivalente, per morbillo, parotite e rosolia (vaccino MMR) o quadrivalente per morbillo, parotite, rosolia e varicella (vaccino MMRV), da somministrare in un’unica iniezione. I diversi vaccini sono equivalenti per efficacia e sicurezza (World Health Organization - WHO, 2009).

In Italia il vaccino per il morbillo è disponibile come vaccino trivalente o tetravalente:
trivalenti

• MMRvaxPro, Sanofi Pasteur MSD
• Priorix, GSK

polivalenti

•Priorix Tetra, GSK
•ProQuad, Sanofi Pasteur MSD

I vaccini Proquad e MMRvaxPro sono autorizzati mediante procedura centralizzata e commercializzati nell’Unione Europea; Priorix e Priorix Tetra sono autorizzati nei diversi paesi secondo procedure nazionali (EMA, 2014).

I ceppi virali utilizzati per la preparazione dei vaccini sono i ceppi Schwartz e Moraten, di nuova generazione, ottenuti da passaggi seriali in coltura del vaccino originale Edmonston B, a 32°C in embrioni di pollo.
E’ stato sviluppato anche un vaccino a virus ucciso, introdotto nel 1963 e poi ritirato perchè non era risultato sufficientemente protettivo e portava alla manifestazione di forme atipiche di morbillo, con sintomi più gravi, in seguito al contatto con il virus selvaggio (Murray et al., 2010).

In Italia la vaccinazione per il morbillo non è compresa fra quelle obbligatorie, tranne che in caso di arruolamento nell’esercito, ma è una vaccinazione fortemente raccomandato dalle autorità sanitarie (Epicentro, 2015). È inclusa nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA) ed è offerta attivamente in tutto il paese anche se i livelli di copertura vaccinale presentano differenze tra le varie regioni (Ministero della Salute, Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012–2014).

Il vaccino per il morbillo è indicato per tutti gli adulti suscettibili alla malattia e per i bambini suscettibili con almeno 6 mesi di età, a meno che non sussistano controindicazioni. Negli Stati Uniti il vaccino per il morbillo è raccomandato per tutti gli adulti suscettibili nati dopo il 1957, perchè la maggior parte delle persone nate o vissute negli USA prima di questa data sono già immunizzate per aver contratto il virus (Mayoclinic, 2014). Per quanto riguarda i bambini, Fino al sesto-nono mese di vita il neonato può essere considerato immune, perché protetto dagli anticorpi della madre, se questa è immunizzata. La protezione che deriva dagli anticorpi materni è superiore se l’immunità della madre deriva dall’aver avuto il morbillo rispetto ad un’immunità dovuta alla vaccinazione per il morbillo (Isselbacher, 1995; World Health Organization - WHO, 2009; Epicentro, 2015a).

Tutti i programmi nazionali prevedono la somministrazione di due dosi di vaccino per il morbillo a tutti i bambini, con priorità per la somministrazione della prima dose che deve avvenire in tempo utile, dopo la perdita di protezione conferita dagli anticorpi materni. Il vaccino per il morbillo è effettuato tra i 9 e i 12 mesi di età e richiamato all’età di 5-6 anni o di 11-12 anni anche se l’immunizzazione data dalla prima dose è efficace nel 95% dei casi (Murray et al., 2010; World Health Organization - WHO, 2009; Epicentro, 2015a). Nei paesi in cui la trasmissione del morbillo è elevata, la prima somministrazione dovrebbe essere anticipata al nono mese di età del bambino ed estesa a tutti i soggetti di età maggiore non vaccinati. Nei paesi in cui il grado di contagio è minore è opportuno aspettare il dodicesimo mese di età.

La seconda dose di vaccino può essere somministrata attraverso programmi di immunizzazione di routine, quando la copertura data dalla prima dose sia almeno dell’80%. In caso contrario è opportuno migliorare la copertura vaccinale della prima dose, con campagne di prevenzione mirate, prima di procedere alla somministrazione della seconda dose di vaccino. Nei paesi con un sistema sanitario poco efficiente, la campagne di prevenzione mirate consentono di vaccinare i bambini che accedono ai servizi sanitari solo in maniera saltuaria (World Health Organization - WHO, 2009; Epicentro, 2015a).

Poiché il virus del morbillo possiede un solo sierotipo (infetta solo l’uomo), l’infezione è potenzialmente eliminabile in una determinata area geografica (Murray et al., 2010). Per eradicare il morbillo è necessario ottenere e mantenere una copertura vaccinale per entrambe le dosi di vaccino uguale o superiore al 95% in tutte le aree di una determinata regione o paese. Con un valore di copertura uguale o superiore al 90% a livello nazionale e un valore di copertura pari all’80% a livello territoriale è possibile eliminare la mortalità causata dal morbillo (Epicentro, 2015a).
Quando la copertura vaccinale è elevata, si riduce la trasmissibilità del virus è questo protegge anche chi non è stato vaccinato (ad esempio le persone per le quali la vaccinazione è controindicata). Questo effetto prende il nome di “immunità di gregge” o “immunità di branco” (Ministero della Salute, Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2012–2014).

Il vaccino per il morbillo, essendo un vaccino a virus attenuato, è controindicato nelle persone con deficit immunitario o in terapia immunosoppressiva, nelle donne in gravidanza o che stanno cercando una gravidanza, poiché il vaccino potrebbe provocare aborto o parto prematuro. Anche la presenza di altre patologie o di infezioni in atto, l’eventuale reazione allergica ad una precedente dose del vaccino o all’antibiotico neomicina, che può essere presente nel vaccino (vaccini tri- e tetravalenti), sconsigliano l’uso del vaccino per il morbillo.
Il vaccino per il morbillo può essere somministrato a pazienti allergici alle uova purchè la vaccinazione sia eseguita in ambiente protetto, sotto sorveglianza per eventuali effetti collaterali (Epicentro, 2015c).

La vaccinazione contro il morbillo è raccomandata per i pazienti, adulti e bambini, infetti dal virus HIV asintomatici, che non hanno ancora sviluppato l’AIDS (sindrome da immunodeficienza acquisita). Il vaccino può essere somministrato a pazienti sintomatici, a patto che non siano fortemente immunodepressi. Nei paesi in cui c’è un’alta incidenza sia di infezione da HIV sia di morbillo è preferibile somministrare la prima dose di vaccino per il morbillo ai bambini al sesto mese di età, e altre due dosi di vaccino, a seguire, secondo il calendario nazionale di immunizzazione (Epicentro, 2015a).

Il vaccino per il morbillo potenzialmente protegge dall’infezione anche quando somministrato entro 3 giorni dal contagio; nel caso si manifesti la malattia nonostante la vaccinazione, i sintomi risulteranno più lievi e meno duraturi. Gli stessi effetti sono stati osservati con la somministrazione di anticorpi anti-morbillo (gammaglobuline specifiche) entro 6 giorni dal contagio (Isselbacher, 1995; Murray et al., 2010).

Il vaccino per il morbillo può indurre la comparsa di reazioni avverse in genere lievi e transitorie. Si può verificare entro 24 ore dalla somministrazione leggero dolore e tumefazione al sito di iniezione, accompagnato qualche volta da febbre. Circa 7-12 giorni dopo l’iniezione in alcuni pazienti (5%) si può manifestare febbre alta (=/>39,4°C) per 1-2 giorni (Epicentro, 2015a). Può manifestarsi rash cutaneo transitorio (2% dei vaccinati). Reazioni avverse rare comprendono convulsioni febbrili (incidenza: 1/3000 vaccinati), porpora trombocitopenica (incidenza:1/30000 vaccinati), reazioni anafilattiche (incidenza: 1/100000 dosi di vaccino) (World Health Organization - WHO, 2009). Le convulsioni febbrili, causate cioè dalla febbre alta, e che non dipendono pertanto dall’attività intrinseca del vaccino, si manifestano con maggiore probabilità nei bambini che hanno già avuto o che presentano familiarità per questo tipo di fenomeno. E’ stato osservato che l’incidenza di convulsioni febbrili nei bambini vaccinati con il vaccino tetravalente MMRV (morbillo, parotite, rosolia, varicella) è risultata due volte più alta dopo la prima dose di vaccino rispetto alla somministrazione contemporanea del vaccino trivalente MMR (morbillo, parotite, rosolia) e del vaccino per la varicella monovalente  (World Health Organization - WHO, 2009).

Diversi studi approfonditi supportano l’evidenza che la vaccinazione per il morbillo non comporta un aumento del rischio di disturbi neurologici permanenti né di sindrome Guillan-Barrè. Inoltre, l’ipotesi che la somministrazione del vaccino per il morbillo sia un fattore di rischio per la malattia infiammatoria intestinale e l’autismo non è supportata da alcuna evidenza scientifica (caso Wakefield) (World Health Organization - WHO, 2009; General Medical Council, 2010; Deer, 2011; Deer, 2011a; Godlee et al., 2011; Rao, Andrad, 2011; Maisonneuve, Floret, 2012).