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Morbillo

Sintomi

Quali sono i sintomi del Morbillo?

I sintomi del morbillo comprendono:

• malessere
• stanchezza
• inappetenza
• lacrimazione
• raffreddore
• tosse secca
• edema palpebrale
• fotofobia
• lesioni cutanee (macchie di Koplik)
• rash maculopapulare
• febbre

L’infezione del morbillo si sviluppa in diversi stadi sequenziali, in un periodo che dura da due a tre settimane. Il periodo di incubazione del virus nell’organismo è di circa 8-12 giorni. Il morbillo inizia a manifestarsi nei primi 3-4 giorni con sintomi non specifici quali, malessere, congiuntivite e lacrimazione eccessiva, tosse secca, raffreddore, edema palpebrale e fotofobia, con febbre che diventa sempre più alta. Dopo due giorni di malattia appaiono le “macchie di Koplik”, piccole lesioni rosse con un centro blu-biancastro (somigliano a grani di sale circondati da un alone rosso) localizzate sulle mucose, in particolare quella della bocca a livello dei molari ma anche su altre membrane come congiuntiva e vagina. La comparsa di queste macchie è una particolare manifestazione cutanea, associata univocamente al morbillo e può essere considerata una forma di diagnosi certa.

Le lesioni permangono per 24-48 h e precedono il rash, l’eruzione cutanea caratteristica del morbillo, che si manifesta prima sulla fronte e dietro le orecchie, dopo uno o due giorni anche su viso e collo e poi su tutto il resto del corpo. Il rash è caratterizzato da maculopapule eritematose che confluiscono nel viso e nella parte superiore del tronco (chiazze dal colore più acceso). Questa manifestazione cutanea dura da 4 a 7 giorni e scompare gradualmente a cominciare dal collo. Durante il decorso del morbillo la febbre aumenta fino a raggiungere il picco (40-41 °C) il giorno di comparsa dell’esantema. La contagiosità è massima quando si ha la febbre, nei 3 giorni che precedono la comparsa del rash e fino a 5 giorni dopo l’eruzione cutanea. I sintomi si risolvono entro 1-2 giorni dall’eruzione cutanea ma può persistere tosse (Epicentro, 2015; Isselbacher et al., 1995; Mayoclinic, 2014; Murray et al., 2010).

Solitamente il morbillo segue il suo decorso fino alla guarigione della persona ma raramente possono insorgere complicazioni (30% dei pazienti) più frequentemente nei bambini con meno di 5 anni e negli adulti con più di 20 anni (Center for Disease Control and Prevention - CDC, 2015a). Le complicanze più comuni comprendono diarrea, otite, bronchite e bronchiolite, polmonite virale o batterica. Negli USA, l’incidenza di diarrea, otite media e polmonite nel periodo 1985-1992 è risultata pari rispettivamente all’8%, al 7% e al 6% dei pazienti (Center for Disease Control and Prevention - CDC, 2015a). Meno presenti e spesso associate a condizioni particolari (età estreme, bambini malnutriti o soggetti immunocompromessi) compaiono polmonite interstiziale gigantocellulare, congiuntivite con possibile e conseguente ulcerazione corneale, cheratite, cecità, miocardite, epatite, glomerulonefrite acuta transitoria, polmonite batterica ed encefalomielite. Quest’ultima complicanza è un’infiammazione del cervello e compare con una frequenza compresa fra 0,35 e 1 su 1000 pazienti, 4-7 giorni dopo la comparsa del rash, raramente si manifesta in fase acuta. L’encefalite post-infettiva è associata a demielinizzazione dei neuroni e si verifica nei bambini più grandi. È solitamente accompagnata da cefalea, febbre alta, sopore e coma e causa una mortalità del 10% (Isselbacher et al., 1995; Murray et al., 2010).

Una complicanza rarissima (incidenza pari a 6-22 pazienti su un milione) ed estremamente grave del morbillo è la panencefalite sclerosante subacuta. Questa complicanza è causata molto probabilmente da una variante del virus, che agisce come virus lento e provoca sintomi nei neuroni anni dopo la malattia acuta (mediamente dopo 7 anni) (Center for Disease Control and Prevention - CDC, 2015a). Le conseguenze cliniche a livello del sistema nervoso centrale comportano cambiamenti di personalità, comportamento e memoria, spasmi mioclonici, spasticità e cecità. Si manifesta soprattutto nei bambini con meno di due anni ma grazie alla diffusione della vaccinazione l’incidenza è drasticamente diminuita.

I bambini che presentano deficit dell’immunità T-cellulare manifestano, come complicanza del morbillo, polmonite a cellule giganti senza esantema. I pazienti affetti da polmonite (si manifesta in 1 bambino su 10) vanno frequentemente incontro a superinfezioni batteriche, che possono richiedere ospedalizzazioni e l’impiego di antibiotici. La polmonite è responsabile del 60% delle morti causate da morbillo.

Alcuni soggetti vaccinati per il morbillo con virus inattivato hanno mostrato forme atipiche di morbillo con sintomi più gravi dell’infezione naturale, in seguito a contatto con virus selvaggio. Il vaccino a virus ucciso, infatti, conferisce un’immunizzazione incompleta che può provocare un aumento della risposta eccessiva del sistema immunitario al momento dell’infezione con virus selvaggio. Attualmente, in commercio, il vaccino per il morbillo è un vaccino a virus vivo attenuato.