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Parotite

Cause

Quali sono le cause della Parotite?

La parotite è causata da un virus appartenente alla famiglia Paramoxiviridae, genere Rubulavirus, a singolo filamento negativo di RNA (l’RNA si definisce a filamento negativo quando non è immediatamente trascrivibile, ma necessita dell’mRNA complementare). Alla famiglia Paramyxoviridae appartengono anche altri virus che infettano l’uomo: il virus del morbillo, i virus parainfluenzali, il virus respiratorio sinciziale e il metapneumovirus.

Il virus della parotite ha forma sferica (150-200 nm di diametro circa) e presenta un rivestimento esterno (pericapside) che protegge il genoma virale. Le proteine virali sono sei: due glicoproteine di superficie (HN e F), una proteina della matrice (M) e tre proteine del core (P, L, NP). Lo schema utilizzato dal virus della parotite per replicare il proprio genoma e sintetizzare le proteine virali è dato dal complesso dell’RNA con la proteina N (ribonucleoproteina o RNP). L’RNA-polimerasi RNA-dipendente che serve per duplicare il genoma è formata dal complesso delle proteine L e P. La polimerasi funziona sia come replicasi, copia cioè l’RNA a filamento negativo in RNA a filamento positivo e come transcriptasi per sintetizzare l’mRNA dalla ribonucleoproteina (Rubin et al., 2015).

Nella cellula ospite infettata, le proteine HN e F di nuova sintesi sono trasportate in prossimità della superficie cellulare tramite il reticolo endoplasmatico e il complesso di Golgi. La proteina M serve a localizzare la ribonucleoproteina virale (RNP) nelle regioni della mambrana cellulare dove sono situate le proteine virali HN e F. Queste ultime sono responsabili della fusione tra la membrana virale e quella cellulare, tappa obbligata per la penetrazione del virus nella cellula ospite e, viceversa, per la formazione e dispersione delle particelle virali neoformate nello spazio circostante (Rubin et al., 2015).

Il meccanismo con cui il virus della parotite penetra nell’organismo e causa l’infezione non è ancora completamente chiarito. Le informazioni derivano dal confronto con virus simili, dalle prove in labortorio in modelli animali e dalle manifestazioni cliniche nell’uomo. Il virus della parotite è trasmesso per via inalatoria o per contatto orale diretto con secrezioni o goccioline infette. È probabile che il viris infetti il tratto respiratorio superiore, ma questo non è stato ancora ufficialmente dimostrato. Dal tipo di sintomi osservati durante l’infezione nell’uomo è chiaro che il virus della parotite si diffonde a livello sistemico nell’organismo ed è molto probabile che questo avvenga per via linfatica. La migrazione del virus dalla mucosa delle alte vie respiratorie ai linfonodi regionali causa la viremia (presenza del virus nel sangue) durante la fase acuta dell’infezione. Comunque, nonostante l’elevata frequenza di sintomi extrarespiratori, solo raramente il virus è stato individuato a livello circolatorio, nel sangue. E questo potrebbe essere spiegato con lo sviluppo degli anticorpi specifici (Rubin et al., 2015).

Nelle parotidi la replicazione virale comporta infiltrazione di cellule mononucleari, emorragia, edema e necrosi delle cellule secernenti (acini ghiandolari) e delle cellule epiteliali del dotto ghiandolare. L’infiammazione ghiandolare provoca un aumento dei livelli di amilasi nel siero e nelle urine. Le amilasi sono enzimi prodotti dalla ghiandole salivari e servono a scindere i carboidrati durante il processo della digestione. Il virus della parotite è escreto nella saliva in un intervallo di tempo che va da una settimana prima a una settimana dopo l’ingrossamento delle ghiandole. Il virus può essere identificato anche nella saliva di persone infette ma asintomatiche.