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Parotite

Sintomi

Quali sono i sintomi della Parotite?

I sintomi più comuni della parotite comprendono:

Il sintomo caratteristico della parotite è rappresentato dall’ingrossamento delle parotidi, le ghiandole salivari di maggiore dimensione, poste dietro alla mandibola e sotto l’orecchio. L’infezione può coinvolgere anche le ghiandole salivari sottomandibolari e sublinguali (10% dei casi), che raramente però rappresentano la sola manifestazione della parotite (Centers for Disease Control and Prevention – CDC, 2018). L’infiammazione ghiandolare è preceduta, e accompagnata, da febbre (che in genere non supera i 39.5 °C), mal di testa, malessere generalizzato e assenza di appetito. Il quadro clinico è in genere più lieve nei bambini rispetto ad adulti e adolescenti.

In alcuni pazienti, l’infezione virale può interessare altri distretti e organi e causare complicanze.

Nei bambini la parotite può provocare disturbi all’udito fino a perdita completa (0,007%) rappresentando la causa più comune di sordità neurosensoriale infantile acquisita (Piano nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019). Il meccanismo con cui il virus della parotite porta a sordità non è stato completamente chiarito. Le ipotesi fatte hanno coinvolto: a) il sistema nervoso centrale (l’infezione migrerebbe dal tessuto nervoso all’orecchio, ma l’incidenza di sordità è risultata sovrapponibile tra pazienti con o senza sintomi neurologici); b) la via ematogena (l’infezione all’orecchio si verificherebbe come conseguenza della viremia, ossia della presenza del virus nel sangue); c) il danno immuno-mediato (la sordità causata da effetti indiretti dell’infezione virale; il virus è stato identificato nei gangli vestibolari negli animali, ma è probabile che questo si verifichi anche nell’uomo in accordo con i sintomi vestibolari, come le vertigini, che accompagnano spesso i casi di sordità da parotite) (Rubin et al., 2015).

Nel 14-35% dei maschi in età postpuberale (rischio maggiore nella fascia di età: 15-29 anni), la parotite causa infezione testicolare (orchite), che nel 3-17% dei casi interessa entrambi i testicoli. L’orchite, che costituisce la manifestazione extra-salivare più comune della parotite, è un evento raro nei maschi in età prebuberale. L’orchite compare 4-8 giorni dopo l’esordio della malattia; raramente, può manifestarsi anche senza coinvolgimento delle parotidi. L’orchite si presenta con febbre, malessere, vomito, dolore alla parte inferiore dell’addome, dolore ai testicoli. Il testicolo infiammato rimane gonfio e dolente per 3-7 giorni. L’epitelio germinale dei tubuli seminiferi dei testicoli presenta necrosi cellulare degli acini e dei dotti ghiandolari. Si osserva una riduzione dei livelli di testosterone per il coinvolgimenro delle cellule germinali e delle cellule di Leyding (Rubin et al., 2015). L’RNA virale è rintracciabile nel liquido seminale fino a diverse settimane dopo l’infezione. L’orchite può portare ad atrofia testicolare (50% dei pazienti) con conseguente oligospermia e ipofertilità, ma raramente si associa a infertilità (Rubin et al., 2015; Long et al., 2012).

Altra complicanza associata alla parotite è rappresentata dalla pancreatite (4% dei pazineti) che si manifesta con lieve dolore epigastrico; raramente è stata riportata pancreatite emorragica severa (Craighead, 1975; Feldstein et al., 1974).

Il virus della parotite diffonde nel liquido cefalorachidiano (o liquido cerebrospinale) in circa la metà dei pazienti con parotite, ma solo nell’1-10% dei casi si ha evidenza clinica di meningite asettica o, meno frequentemente, di encefalite (0,06-0,3% dei pazienti) (Piano Nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019). Circa la metà dei pazienti con meningite da virus della parotite non sviluppa l’infezione ghiandolare (cioè la parotite). L’incidenza di infezione virale del sistema nervoso è circa 3 volte più frequente nei maschi che nelle femmine. I sintomi neurologici compaiono in genere 3-10 giorni dopo l’inizio della parotite, ma possono precedere o, come già osservato, manifestarsi in assenza di parotite. Nella maggior parte dei pazienti, l’infezione a carico del sistema nervoso centrale è autolimitante e non lascia strascichi. In una piccola percentuale di pazienti comunque possono svilupparsi atassia, disturbi comportamentali, idrocefalo e deficit uditivo, paralisi e neurite ottica. La mortalità da encefalite conseguente a parotite è pari a circa l’1,4% (Long et al., 2012; Poggio et al., 2000).

Più raramente sono stati osservati: ovarite o ooforite (infiammazione delle ovaie), tiroidite subacuta, tossicità oftalmica (infiammazione alle ghiandole lacrimali, neurite ottica, cheratite, irite, congiuntivite, episclerite), miocardite, epatite (non associata a ittero), porpora trombocitopenica, polmonite interstiziale (pazienti in età pediatrica), epatite con colecistite acuta, poliartrite, ematuria e proteinuria fino a glomerulonefrite acuta emorragica (raramente l’insufficienza renale ha avuto esito mortale) (Piano nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019; Long et al., 2012).

L’ovarite colpisce il 5-7% delle ragazze in età postpuberale. Si manifesta con sintomi che possono essere scambiati per quelli di un’appendicite; non causa sterilità (Giacomet, Zuccotti, 2014).

La miocardite è stata osservata nel 4-15% dei pazienti, soprattutto nella popolazone adulta. Il coinvolgimento del muscolo cardiaco in genere si risolve in 2-4 settimane, ma sono state riportate sequele (Arita et al., 1981).

Il coinvolgimento articolare (artralgia, artrite poliarticolare, artrite monoarticolare) appare 1-3 settimane dopo l’esordio della parotite, ma può verificarsi anche prima o in assenza dei sintomi tipici della malattia. La frequenza è 3-4 volte più alta nei maschi e l’età media del paziente è 24 anni. Sono coinvolte soprattutto le grandi articolazioni (ginocchio, anca, polso, caviglia, spalla) e i sintomi possono perdurare anche fino a 6 mesi, ma in genere si risolvono completamente (Long et al., 2012).

Controverso è il ruolo del virus della parotite come fattore causale di diabete mellito insulino-dipendente (Long et al., 2012; Sulz et al., 1975; Schulz et al., 1987).

L’infezione da virus della parotite in gravidanza non è risultata associata ad un aumento di malformazioni congenite rispetto alla popolazione generale, ma durante il primo trimestre di gravidanza aumenta il rischio di aborto (Piano nazionale Prevenzione Vaccinale 2017-2019; Siegel, 1973; Siegel et al., 1966). La parotite in gravidanza può causare fibroelastosi endocardica nei bambini molto piccoli. Si tratta di una rara malattia che porta ad insufficienza cardiaca, acuta o cronica, causata anche da pregressa infezione virale materna. E’ stata riportata anche parotite perinatale caratterizzata da ingrossamento ghiandolare, polmonite e ipertensione polmonare (Long et al., 2012).