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Pertosse

Prevenzione

Come prevenire la Pertosse?

La pertosse può essere efficacemente prevenuta con la vaccinazione.

Il vaccino per la pertosse contiene proteine batteriche capaci di indurre una adeguata risposta immunitaria (antigeni). Il vaccino così formulato è chiamato vaccino acellulare. Prima del vaccino acellulare, il vaccino per la pertosse era costituito dalla cellula batterica intera inattivata (vaccino cellulare). I due vaccini, cellulare e acellulare, sono entrambi efficaci nello stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi contro il batterio della pertosse (immunogenicità) e mostrano un profilo di sicurezza e di tollerabilità elevato, anche se il vaccino a cellule intere è associato ad una maggiore incidenza di reazioni avverse lievi locali e sistemiche rispetto al vaccino acellulare. Poiché tali reazioni tendono ad aumentare con il numero di dosi somministrate e con l’età, il vaccino a cellula intera non è raccomandato nei bambini con più di sette anni e negli adulti.

Il vaccino cellulare è stato introdotto in Italia nel 1961, quello acellulare nel 1995, offerto gratuitamente dal 2002 (Gonfiantini et al., 2014). L’offerta gratuita del vaccino per la pertosse in età pediatrica serve a proteggere la fascia di età più a rischio di complicanze che è quella dei bambini in età prescolare. Per ridurre il rischio di infezione e, pertanto, la circolazione del virus, il Ministero della Salute ha posto come obiettivo il raggiungimento e il mantenimento di una copertura vaccinale =/> 95% nella fascia di età fino a 5-6 anni e =/> 90% negli adolescenti di 14-15 anni. Nel 2015, in Italia, la copertura media per la vaccinazione contro la pertosse è stata del 93,4% (94,7% nel 2014; 95,7% nel 2013; 96,1% nel 2012) (Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019)

In Italia il vaccino per la pertosse è somministrato insieme a quello per la difterite e per il tetano per via intramuscolare. Questo vaccino trivalente presenta due formulazioni: pediatrica (DTPa, Difterite, Tetano, Pertosse acellulare), somministrabile fino ai 6 anni di età, e per adulti (dTpa), che pesenta un minor contenuto delle componenti antidifterite e antipertosse e che può essere somministrato a partire dai 7 anni compiuti.

La formulazione pediatrica del vaccino per la pertosse, utilizzata per l’immunoprofilassi attiva (ciclo primario di vaccinazione), contiene tre antigeni della Bordetella pertussis - tossoide pertossico (25 mcg), emoagglutinina filamentosa (25 mcg) e pertactina (8 mcg) - più il tossoide difterico (=/> 30 UI) e il tossoide tetanico (=/> 40 UI). La formulazione del vaccino per adulti, utilizzata per la vaccinazione di richiamo (booster), contiene gli stessi antigeni della formulazione pediatrica ma a dosaggio ridotto: tossoide pertossico (8 mcg), emoagglutinina filamentosa (8 mcg), pertactina (2,5 mcg), tossoide difterico (=/> 2 UI) e tossoide tetanico (=/> 20 UI).

E’ disponibile anche un vaccino esavalente contro difterite, tetano, pertosse (componente acellulare), epatite B, poliomielite (inattivato) ed Haemophilus influenzae tipo b. Questo vaccino può contenere, come antigeni per la pertosse, il tossoide pertossico (25 mcg) e l’emoagglutinina filamentosa (25 mcg) con o senza la pertactina (8 mcg) oppure il tossoide pertossico (20 mcg), l’emoagglutinina filamentosa (20 mcg), la pertactina (3 mcg) e le fimbrie di Tipo 2 e 3 (5 mcg). Il vaccino esavalente può essere somministrato anche nei bambini pretermine. Nei bambini nati a termine la schedula vaccinale prevede 2 o 3 dosi, a partire da 6 settimane di età, da somministrare con un intervallo di almeno un mese tra una dose e la successiva, più una dose di richiamo da somministrare almeno 6 mesi dopo l’ultima dose primaria e preferibilmente tra gli 11 e 13 mesi oppure prima dei 18 mesi, rispettivamente se il ciclo primario di vaccinazione prevedeva 2 o 3 dosi. Nei bambini nati pretermine (ma dopo almeno 24 settimane di gestazione) la schedula vaccinale prevede tre dosi più una quarta di richiamo.

In Italia la vaccinazione per la pertosse è obbligatoria per i nati dal 2001. La schedula vaccinale prevede una prima dose al terzo mese di vita, una seconda dose al quinto mese, una terza dose all’undicesimo mese e una quarta dose a 6 anni di età, successivamente è raccomandato un richiamo ogni 10 anni. Nelle donne in gravidanza si raccomanda un richiamo al terzo trimestre di ogni gravidanza, idealmente alla 28esima settimana. La somministrazione del vaccino in gravidanza serve a fornire una copertura di anticorpi adeguata nei primi mesi di vita del bambino che altrimenti sarebbe “scoperto”. La prima dose di vaccino infatti è somministrata al terzo mese di vita. La vaccinazione nella donna nel post partum non è risultata efficace nel prevenire l’infezione nei neonati (Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019).

Le principali reazioni avverse che possono comparire in seguito a vaccinazione per la pertosse con vaccino acellulare comprendono: febbre (37,8°C-39°C) (2,8-20,8% dei pazienti), arrossamento al sito d’iniezione (3,3-31,4%), gonfiore localizzato al sito d’iniezione (4,2-20,1%), dolore severo-moderato (0,4-6,5%), agitazione severa-moderata (4,7-12,4%), sonnolenza (42,7%), anoressia (21,7%), vomito (12,6%), pianto persistente (0-0,2%), ipotonia-iporesponsività (14-62/100mila), convulsioni (0,5/100mila) (Piano Nazionale di Prevenzione Vaccinale 2017-2019).

Controindicazioni al vaccino per la pertosse comprendono: grave reazione allergica (anafilassi) dopo una precedente dose di vaccino, grave reazione allergica (anafilassi) a un componente del vaccino; (controindicazione temporanea) encefalopatia entro 7 giorni dalla somministrazione di una precedente dose di vaccino non attribuibile ad altra causa. Le precauzioni comprendono: encefalopatie ed encefalopatie epilettiche precoci, inclusa la sindrome di West, fino a quando non è stata individuata la causa o fino a quando la malattia non è stata stabilizzata; malattia acuta grave o moderata con o senza febbre, orticaria generalizzata immediata dopo somministrazione di una dose precedente, prematurità estrema, reazione allergica al lattice (se il lattice è contenuto nel prodotto usato per la vaccinazione). Per “controindicazione” si intende una condizione che aumenta il rischio di gravi reazioni avverse e che non consente la somministrazione del vaccino, mentre con “precauzione” si definisce una condizione che può aumentare il rischio di gravi reazioni avverse o ridurre la capacità del vaccino di stimolare adeguatamente il sistema immunitario e pertanto richiede una valutazione rischio/beneficio (Ministero della Salute, 2018).

Poiché l’immunità conferita dal vaccino per la pertosse non è permanente, ma tende a diminuire nel giro di 5-10 anni, gli adolescenti e gli adulti rappresentano una potenziale fonte di contagio per categorie a rischio (neonati, bambini che non hanno ancora completato il ciclo vaccinale, donne in gravidanza, persone anziane con comorbidità) anche nei paesi in cui la copertura vaccinale in età pediatrica è elevata.

Per ridurre la circolazione dell’infezione, che permane anche nei paesi con elevata copertura vaccinale, e proteggere le categorie più a rischio, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha suggerito, diverse strategie operative: la vaccinazione di tutti i contatti stretti (ad esempio genitori, fratelli, nonni) di lattanti; la vaccinazione delle donne in gravidanza (2° o 3° trimestre di gravidanza, o almeno 15 giorni prima della data prevista per il parto); richiami periodici per adolescenti e adulti sulla base delle indicazioni suggerite dai dati epidemiologici.

Il Centers of Disease Control and Prevention (CDC) raccomanda la profilassi antibiotica post-esposizione per ridurre la morte e le complicazioni gravi da pertosse nelle persone più a rischio. Secondo il CDC la profilassi antibiotica post-esposizione è indicata (Centers for Disease Control and Prevention – CDC, 2017):

a) a tutti i familiari di una persona con pertosse perché il rischio di infezione è molto alto anche se i familiari sono vaccinati. La profilassi antibiotica, somministrata a tutte i contatti asintomatici entro 21 giorni dalla comparsa dei sintomi nella persona infetta, può prevenire l’infezione sintomatica;

b) alle persone ad elevato rischio di infezione grave che sono a stretto contatto con il malato o a stretto contatto con un altro soggetto a rischio di malattia grave che ha contatti stretti con il malato. La profilassi antibiotica deve essere somministrata entro 21 giorni dall’esposizione. Si considerano a rischio di malattia grave: neonati, bambini con età < 12 mesi, donne al terzo trimestre di gravidanza, pazienti con altre malattie che possono aggravarsi in seguito all’infezione di pertosse (ad esempio, persone con deficit del sistema immunitario, persone con asma moderato-severo), contatti stretti di bambini con eta inferiore all’anno o donne in gravidanza o persone con malattie pre-esistenti a rischio di peggioramento.

c) a gruppi/comunità ristrette quando il numero di casi infetti è basso e quando non è in corso un focolaio epidemico.