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Tumore del colon-retto

Prevenzione

Come prevenire il Tumore del colon-retto?

La prevenzione del tumore del colon-retto consiste innanzitutto nella riduzione attiva del rischio di sviluppare la neoplasia, tramite il controllo dei fattori di rischio modificabili, che riguardano essenzialmente lo stile di vita (prevenzione primaria). In secondo luogo, la prevenzione delle diagnosi tardive di malattia si ottiene attraverso la partecipazione ai programmi di screening e sorveglianza ad hoc delle situazioni di rischio aumentato, come ad esempio le malattie infiammatorie croniche intestinali e quelle ereditarie (prevenzione secondaria).

Prevenzione primaria
I fattori di rischio modificabili sono:

Alimentazione
La riduzione dell’introito di carni rosse, insaccati, grassi animali e carboidrati raffinati, alimenti sono stati riconosciuti come correlati allo sviluppo di tumore del colon-retto.

Una dieta ricca di cibi ad elevato contenuto di fibre vegetali non assorbibili, frutta e verdura, carboidrati non raffinati, sembrerebbe, al contrario, avere azione protettiva nei confronti dello sviluppo di questa neoplasia.

Altri fattori che possono rappresentare fattori di protezione sono l’adeguato livello di calcio e vitamina D, di cui può essere fatta un’integrazione nei casi in cui sia effettivamente necessario (Chan, Giovannucci, 2010; Marshall, 2008).
 
Obesità
Il controllo del peso può essere ottenuto in condizioni non patologiche tramite una corretta alimentazione e un’adeguata attività fisica, anche con il supporto dei giusti specialisti nel caso fossero necessari interventi mirati o non raggiungibili autonomamente. Nelle condizioni patologiche gravate da una situazione di scarso controllo del peso, la situazione va valutata ed eventualmente trattata nel suo complesso, secondo le indicazioni dello specialista di riferimento.

Sedentarietà
L’attività fisica regolare è un fattore protettivo verso lo sviluppo di tumore del colon-retto. L’attività fisica non deve essere necessariamente complessa o svolta in strutture dedicate, ma può essere sufficiente praticare regolarmente attività di moderata intensità, come una camminata veloce, per almeno 150 minuti nel corso della settimana (Associazione Italiana di Oncologia Medica - AIOM, 2020).

Fumo e alcol
È consigliabile la cessazione completa dell’abitudine al fumo e un consumo moderato di alcol.

Prevenzione secondaria
Consiste nell’attivazione di sistemi di screening della popolazione a rischio standard di sviluppare tumore del colon-retto (uomini e donne tra i 50 e i 69 anni), e nell’impostazione di programmi di sorveglianza personalizzata degli individui a rischio aumentato.

Attualmente, la metodologia di screening più diffusa consiste nella ricerca di sangue occulto nelle feci (SOF) attraverso l’analisi di un campione fecale ogni due anni (Osservatorio Nazionale Screening; GISCOR; Giorgi Rossi et al., 2015).

L’impostazione di programmi di sorveglianza personalizzata avviene invece al di fuori dei normali programmi di screening, sulla base delle indicazioni dello specialista gastroenterologo, diversificate a seconda della situazione (Associazione Italiana di Oncologia Medica - AIOM, 2020).

Le condizioni di rischio individuale aumentato di sviluppare tumore del colon-retto sono:

Polipi intestinali
Quando riscontrati casualmente tramite colonscopia, i polipi vengono di solito rimossi per via endoscopica durante l’esecuzione della stessa, per scongiurare il rischio di trasformazione maligna.

Malattie infiammatorie croniche intestinali
I pazienti a cui è stata diagnosticata una malattia infiammatoria cronica intestinale (malattia di Crohn, colite ulcerosa) devono essere sottoposti ad adeguato trattamento medico e/o chirurgico, e vanno inoltre sottoposti a regolare sorveglianza mediante colonscopia.

Sindromi ereditarie e familiarità
Le più frequenti sindromi ereditarie che aumentano il rischio di sviluppare un tumore del colon-retto sono:

La poliposi adenomatosa familiare prevede come trattamento preventivo di elezione la proctocolectomia totale (asportazione completa di colon e retto), perché negli individui affetti da tale sindrome, il tumore del colon-retto insorge quasi invariabilmente entro i 40 anni d’età.

I pazienti affetti da altre sindromi ereditarie con rischio aumentato di sviluppare tumore del colon-retto, così come pazienti con anamnesi familiare positiva per tumore del colon-retto, devono essere sottoposti a regimi di sorveglianza stabiliti ad hoc per ogni situazione, sotto controllo medico specialistico.

Quando l’aumento del rischio di sviluppare la neoplasia non è molto aumentato rispetto al rischio standard, i programmi di sorveglianza personalizzata possono non differire particolarmente dai sistemi di screening della popolazione generale (Associazione Italiana di Oncologia Medica - AIOM, 2020).

Oltre al controllo delle abitudini di vita e la partecipazione a programmi di screening o sorveglianza personalizzata, anche l’attenzione all’eventuale comparsa di sintomi dev’essere pres in considerazione. In particolare, un sanguinamento rettale di recente insorgenza in pazienti con più di 50 anni d’età non dovrebbe mai essere attribuito a una patologia benigna senza avere prima escluso carcinomi o polipi del colon-retto.

I pazienti di età superiore ai 50 anni che manifestino sintomi nuovi, intensi o persistenti, riferibili a patologia colorettale, dovrebbero riferirlo al medico curante, che dopo aver valutato la situazione complessivamente, indirizzerà ai giusti accertamenti di solito entro 4 settimane. I pazienti di età inferiore ai 50 anni, salvo condizioni di rischio particolari, possono invece essere sorvegliati per alcune settimane, ed indirizzati ad accertamenti in caso di persistenza dei sintomi (Associazione Italiana di Oncologia Medica - AIOM, 2020).