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Tumore del seno

Monografia scientifica

La Definizione di Tumore del seno - Che cos'è il Tumore del seno?

Con il termine tumore al seno (anche tumore della mammella o carcinoma della mammella) si indica un tumore maligno che origina dalle cellule della ghiandola mammaria. In Italia, negli individui di sesso femminile, circa un terzo delle diagnosi di tumore maligno si riferiscono ad un tumore al seno, che rappresenta la prima neoplasia per incidenza nelle donne, oltre che la prima causa di morte per neoplasia nelle stesse. L’incidenza di tumore della mammella negli individui di sesso maschile è invece molto bassa. (leggi)

Le Cause del Tumore del seno - Quali sono le cause del Tumore del seno?

La larga maggioranza dei tumori al seno è di natura sporadica, ed il rischio di svilupparne uno nell’arco della vita aumenta con l’aumentare dell’età. Oltre l’età, i principali fattori di rischio per lo sviluppo di un carcinoma della mammella sono legati all’esposizione della donna all’azione degli ormoni estrogeni, ma possono avere un ruolo anche altri fattori individuali, come stile di vita, malattie metaboliche ed esposizione pregressa a radiazioni. Una minore percentuale dei tumori della mammella, compresa tra il 5-7% circa, è invece legata ad una causa genetica. (leggi)

I Sintomi del Tumore del seno - Quali sono i sintomi del Tumore del seno?

Il tumore al seno spesso non manifesta sintomi, almeno nelle sue fasi iniziali. Esistono però alcuni segni che possono essere associati alla presenza di malattia della ghiandola mammaria, sia essa di natura maligna o benigna, come la comparsa di noduli al seno, la fuoriuscita di secrezioni dal capezzolo e la presenza alterazioni o retrazioni cutanee. Si tratta di segni non specifici e poco frequenti, ma che se presenti devono essere approfonditi, per escludere che siano dovuti ad una neoplasia. (leggi)

La Diagnosi del Tumore del seno - Come si diagnostica il Tumore del seno?

Per quanto esistano alcuni segni clinici che possono suggerire la presenza di una patologia mammaria, nella maggioranza dei casi il tumore al seno viene diagnosticato a partire dall’esecuzione di una mammografia, nell’ambito del programma di screening attivo sul territorio nazionale. Il riscontro di una lesione sospetta alla mammografia non è di per sé sufficiente per la diagnosi di tumore della mammella, e richiede l’esecuzione di ulteriori indagini. Per ottenere la conferma della diagnosi di tumore della mammella è necessaria l’esecuzione di una biopsia o di un agoaspirato. (leggi)

Farmaci e Terapie per il Tumore del seno - Quali farmaci per il Tumore del seno?

La terapia del tumore al seno dipende dallo stadio della neoplasia, dalle sue caratteristiche e dal suo profilo molecolare. Le neoplasie operabili vengono asportate chirurgicamente, quindi all’intervento chirurgico possono essere associate una radioterapia locale ed una terapia farmacologica, a seconda delle esigenze dei casi specifici. Il trattamento delle neoplasie non operabili invece, si avvale della sola terapia farmacologica. I farmaci utilizzati, a seconda del profilo molecolare del tumore, includono chemioterapici, farmaci biologici (farmaci con specifici bersagli molecolari) e terapia ormonale. (leggi)

La Prevenzione del Tumore del seno - Come prevenire il Tumore del seno?

Nella prevenzione del tumore al seno il ruolo centrale è svolto dai programmi di screening attivati sul territorio nazionale. La partecipazione ai programmi di screening consente una diagnosi precoce della neoplasia, riducendo sia la mortalità ad essa correlata, sia la necessità di utilizzare trattamenti aggressivi. Uno stile di vita sano e una dieta equilibrata possono avere un ruolo protettivo, perché riducono il rischio di obesità e sindrome metabolica, che sono a loro volta fattori di rischio per lo sviluppo di tumore della mammella. Solo in casi selezionati può essere somministrato tamoxifene a scopo preventivo. (leggi)

Le Avvertenze per il Tumore del seno - Cosa chiedere al medico e al farmacista sul Tumore del seno?

Se ritieni di avere i sintomi del tumore al seno o se a qualcuno dei tuoi familiari è stato diagnosticato un tumore al seno, parlane con il tuo medico di fiducia. (leggi)

L'Omeopatia e la Fitoterapia per il Tumore del seno - Quali farmaci e rimedi omeopatici e fitoterapici per il Tumore del seno?

Le medicine non convenzionali tendono ad avere un approccio olistico nei confronti della malattia, tendono cioè a considerare “il malato“ nella sua complessità di individuo, al di là del singolo organo malato. (leggi)

La Bibliografia per il Tumore del seno - Quali fonti bibliografiche considerare per il Tumore del seno?

Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata al tumore al seno sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)

Che cos'è il Tumore del seno?

Con il termine tumore al seno (anche tumore della mammella o carcinoma della mammella) si indica un tumore maligno che origina dalle cellule della ghiandola mammaria. In Italia, negli individui di sesso femminile, circa un terzo delle diagnosi di tumore maligno si riferiscono ad un tumore della mammella, che rappresenta la prima neoplasia per incidenza nelle donne, oltre che la prima causa di morte per neoplasia nelle stesse (dati ISTAT, AIOM, 2019b). L’incidenza di tumore della mammella negli individui di sesso maschile è invece molto bassa (AIOM, 2019a).

Anatomia della ghiandola mammaria
La ghiandola mammaria è una ghiandola bilaterale situata nel contesto dell’ipoderma (tessuto fibroadiposo sottocutaneo) della parete toracica anteriore. Ha una struttura di tipo tubulo-alveolare, nella quale il secreto prodotto dalle componenti funzionali viene raccolto da un sistema di dotti, che ne veicolano la fuoriuscita dalla ghiandola.

Il corpo della ghiandola mammaria è organizzato in circa 15-20 lobi delimitati da lamine di tessuto connettivo ed immersi nel tessuto adiposo. Ogni lobo comprende diversi lobuli, costituiti a loro volta dagli alveoli, o acini, che rappresentano la componente funzionale della ghiandola.

Gli alveoli sono piccole cavità, la cui parete è rivestita internamente da un singolo strato di cellule epiteliali cilindriche o cubiche, che poggiano su una sottile lamina connettivale, la membrana basale. Esternamente, la parete alveolare è circondata da cellule mioepiteliali, ovvero cellule epiteliali dotate di proprietà contrattili, che formano una sorta di canestro intorno all’alveolo.

Dagli alveoli originano i condotti alveolari, piccoli dotti che si uniscono tra loro a formare dotti più grandi, i dotti lobulari, ognuno corrispondente ad un singolo lobulo. I dotti lobulari a loro volta si uniscono a formare i dotti galattofori, o lobari, ognuno di pertinenza di un singolo lobo. I dotti galattofori convergono verso il capezzolo, dove terminano con piccole dilatazioni, i seni galattofori. L’intero sistema dei dotti della ghiandola mammaria è rivestito internamente da un epitelio, che a livello dei dotti più piccoli è simile a quello che riveste gli alveoli, mentre diventa un epitelio squamoso (le cui cellule sono piatte) stratificato a livello dei dotti più grandi (Anastasi, 2010).

La maggior parte dei tumori maligni della mammella origina a partire dalle cellule epiteliali che rivestono gli alveoli e i dotti alveolari e lobulari; potenzialmente però anche altre componenti del tessuto ghiandolare sono in grado di originare neoplasie.

Le localizzazioni più comuni dei tumori mammari sono il quadrante superiore esterno della mammella e la zona dell’areola (AIOM, 2020).

Caratteristiche del tumore al seno
Circa il 95% dei tumori della mammella sono adenocarcinomi, ovvero neoplasie di origine epiteliale con differenziazione ghiandolare. Si tratta di neoplasie derivanti dall’epitelio che riveste gli alveoli e i dotti lobulari della ghiandola mammaria, e il cui aspetto al microscopio mostra una struttura simile a quella del tessuto ghiandolare.

Gli adenocarcinomi della mammella possono essere classificati in sottotipi sulla base di due criteri:

Classificazione morfologica (istologica) del tumore al seno
Circa due terzi degli adenocarcinomi mammari, dal punto di vista morfologico sono classificati come carcinoma duttale NAS (non altrimenti specificato), definito anche carcinoma di tipo non speciale (NST). I carcinomi duttali NAS sono un gruppo eterogeneo di tumori, che non presentano le caratteristiche microscopiche necessarie alla classificazione in altri particolari sottotipi, definiti “speciali” (AIOM, 2020).

I carcinomi della mammella “speciali” rappresentano il restante terzo degli adenocarcinomi mammari, e ogni sottotipo presenta tratti morfologici caratteristici. Tra i carcinomi “speciali” più conosciuti ci sono ad esempio (AIOM, 2020; AIOM, 2019, WHO, 2019; Robbins e Cotran, 2015; Dieci, 2014):

L’identificazione di uno specifico carcinoma “speciale” può fornire importanti informazioni aggiuntive riguardo le caratteristiche della malattia: il carcinoma midollare, ad esempio, ha una prognosi generalmente migliore rispetto agli altri sottotipi, contrariamente al carcinoma infiammatorio, che spesso è un carcinoma ad alto grado di malignità. Informazioni di questo tipo possono influire sulla scelta della terapia da attuare.

Classificazione molecolare del tumore al seno
Indipendentemente dal sottotipo morfologico di appartenenza, i tumori della mammella possono essere classificati in sottogruppi anche sulla base delle caratteristiche molecolari delle cellule neoplastiche.

In base all’espressione dei recettori ormonali (HR) per estrogeni (ER) e progesterone (PR) e dei recettori HER2 da parte delle cellule neoplastiche, sono stati definiti 4 gruppi di carcinomi:

La definizione delle caratteristiche molecolari del tumore è importante perché oltre a fornire informazioni dal punto di vista prognostico, cioè di quale sarà la probabile evoluzione del tumore, sono utili per identificare neoplasie che possono essere trattate con farmaci specifici. Esistono infatti alcuni farmaci utilizzabili specificatamente nei casi di neoplasie che esprimono i recettori ormonali (HR), e farmaci utilizzabili invece solo nel caso di neoplasie che esprimono i recettori HER2. Dal punto di vista prognostico, i carcinomi luminali A tendono ad essere meno aggressivi degli altri ed hanno generalmente un andamento favorevole, mentre i tumori più aggressivi sono quelli positivi all’espressione di HER2 ed i triplo-negativi. Anche queste sono informazioni utili in fase di pianificazione della terapia. Non c’è una corrispondenza univoca tra sottotipi istologici e profili molecolari, tuttavia spesso i carcinomi “speciali” risultano essere ER-positivi (AIOM, 2020a; AIOM, 2019a; WHO, 2019; Robbins e Cotran, 2015).

Storia naturale del tumore al seno maligno
La maggior parte dei carcinomi della mammella sono sporadici. Il rischio di sviluppare un tumore aumenta con l’età, ed è correlato all’esposizione all’azione degli ormoni estrogeni nell’arco della vita. Circa il 5-7% dei carcinomi della mammella sono invece di origine ereditaria, ed un quarto di questi sono dovuti alla mutazione ereditaria di singoli geni, in particolare dei geni BRCA1 e BRCA2 (AIOM, 2020a; AIOM, 2019a; Robbins e Cotran, 2015).

I fattori di rischio per lo sviluppo di carcinoma della mammella sono in gran parte non modificabili. L’esposizione a tali fattori di rischio riflette la probabilità che compaiano gradualmente mutazioni delle cellule epiteliali che rivestono alveoli e dotti lobulari della ghiandola mammaria. L’accumulo di mutazioni porta dapprima alla comparsa di alterazioni (atipie) cellulari benigne, e poi all’acquisizione di caratteri di malignità da parte delle cellule atipiche. In questo stadio, si parla di “carcinoma duttale in situ” (CDIS). Il CDIS è una lesione preneoplastica, costituita da cellule maligne confinate all’epitelio ghiandolare e che non superano la membrana basale su cui esso poggia. Dal momento che non supera la membrana basale, il CDIS non ha capacità di metastatizzare, motivo per cui il trattamento è limitato alla sola rimozione chirurgica, senza la necessità di ulteriori terapie, se non in presenza di particolari segni di aggressività del CDIS, che si associano ad aumentato rischio di recidiva.

Il CDIS è una lesione pre-invasiva, che può evolvere in “carcinoma infiltrante”. Quando il CDIS diventa carcinoma infiltrante le cellule neoplastiche superano la membrana basale, conferendo al tumore un potenziale metastatico. Per questo motivo, spesso la terapia prevede che l’asportazione chirurgica sia seguita da una radioterapia locale e da una terapia farmacologica.

Quando la neoplasia diventa metastatica si parla di “carcinoma avanzato”. I carcinomi avanzati sono definiti dalla presenza di metastasi a distanza, ovvero localizzate in organi diversi dalla mammella e dai linfonodi ascellari. I carcinomi metastatici non sono operabili, pertanto la terapia è esclusivamente farmacologica.

Dal momento che il tumore della mammella è raramente sintomatico in fase iniziale, spesso la sua diagnosi non avviene in seguito alla comparsa di sintomi, ma grazie alla partecipazione ai programmi di screening attivati sul territorio nazionale. Nonostante la diffusione dei sistemi di screening, circa il 70% dei tumori della mammella diagnosticati sono carcinomi infiltranti, mentre solo una minor percentuale sono carcinomi in situ. La partecipazione ai programmi di screening è tuttavia fondamentale, perché consente di diagnosticare carcinomi che, per quanto infiltrati, sono ancora in fase iniziale. L’identificazione di carcinomi in fase precoce riduce la mortalità ad essi associata, rende più agevole la loro asportazione e consente di utilizzare terapie meno aggressive (AIOM, 2020a; Robbins e Cotran, 2015; Berrino, Micheli, 2005).

Altri tumori al seno maligni
Oltre agli adenocarcinomi, che da soli rappresentano il 95% delle neoplasie maligne della mammella, altri tumori maligni possono derivare da componenti cellulari diverse dall’epitelio che riveste alveoli e dotti lobulari, ad esempio:

Generalmente tuttavia, con il termine tumore del seno (tumore della mammella o carcinoma della mammella) ci si riferisce nello specifico agli adenocarcinomi della mammella (WHO, 2019; Robbins e Cotran, 2015).

Epidemiologia del tumore al seno maligno
Il tumore della mammella è la prima neoplasia per incidenza nella popolazione italiana femminile in tutte le fasce d’età: rappresenta circa il 40% dei tumori diagnosticati nella fascia 0-49 anni, il 35% di quelli diagnosticati nella fascia 50-69 anni ed il 22% di quelli diagnosticati nella fascia oltre i 70 anni (AIOM, 2020, 2020a; AIOM, 2019a). La riduzione percentuale delle diagnosi di tumore al seno all’aumentare dell’età è dovuta all’incremento, con l’invecchiamento, delle diagnosi di neoplasie diverse dal carcinoma mammario, che sono rare nella popolazione più giovane. Si tratta di una riduzione esclusivamente proporzionale, perché in termini assoluti l’incidenza del tumore della mammella aumenta con l’aumento dell’età: esso risulta infatti raro prima dei 25 anni, dopo i 30 anni la sua incidenza aumenta rapidamente, continuando a crescere fino ai 50 anni circa, per poi mantenersi costante e riprendere a crescere solo dopo i 60 anni (AIOM, 2020, 2020a).

Esistono alcune differenze nell’andamento dell’incidenza dei diversi sottotipi di carcinoma della mammella, con riferimento al loro profilo molecolare: i carcinomi ER-positivi sono i più frequenti in termini assoluti, e la loro incidenza aumenta all’aumentare dell’età. L’incidenza dei carcinomi HER2-positivi e triplo-negativi invece, si mantiene pressoché costante nel tempo, essi sono quindi proporzionalmente più frequenti nelle donne giovani.

Nonostante il carcinoma della mammella sia la prima causa di morte per neoplasia negli individui di sesso femminile, si sta assistendo ad una riduzione della mortalità per carcinoma della mammella. Questa riduzione della mortalità sembra essere legata in parte ai progressi in ambito terapeutico ed in parte alla sempre maggiore diffusione dei programmi di screening, che favoriscono la diagnosi di neoplasie in fase iniziale, che sono più facilmente trattabili (AIOM, 2020).

La sopravvivenza media al tumore al seno è di circa l’87% a 5 anni dalla diagnosi, ma si avvicina al 90% nelle fasce di popolazione giovane, mentre si riduce al 80% nella fascia di popolazione più anziana (età > 75 anni). A 10 anni dalla diagnosi invece, la sopravvivenza al carcinoma della mammella si aggira intorno all’80% (AIOM, 2020a, AIOM, 2019a).

Il carcinoma della mammella è la prima neoplasia anche per prevalenza (dati AIRC), sia considerando la popolazione italiana complessiva (14,6% delle diagnosi di neoplasia), sia considerando specificatamente la popolazione italiana femminile (30% delle diagnosi di neoplasia)(AIOM, 2020a; AIOM, 2019b; Robbins e Cotran, 2015).