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Tumore del seno

Prevenzione

Come prevenire il Tumore del seno?

Nella prevenzione del tumore al seno il ruolo centrale è svolto dai programmi di screening attivati sul territorio nazionale. La partecipazione ai programmi di screening consente una diagnosi precoce della neoplasia, riducendo sia la mortalità ad essa correlata, sia la necessità di utilizzare trattamenti aggressivi (Piano Nazionale italiano Prevenzione (PNP) 2005-2007). Uno stile di vita sano e una dieta equilibrata possono avere un ruolo protettivo, perché riducono il rischio di obesità e sindrome metabolica, che sono a loro volta fattori di rischio per lo sviluppo di tumore della mammella. Solo in casi selezionati può essere somministrato tamoxifene a scopo preventivo.

I fattori di rischio per il tumore al seno sono in gran parte non modificabili, ed anche quando lo sono, possono essere comunque difficilmente controllabili nel contesto della vita quotidiana. Per questo motivo, attuare una prevenzione primaria sul tumore della mammella, ovvero agire sui fattori di rischio per prevenire lo sviluppo della neoplasia, non è semplice. Solo in particolari casi di donne che presentano un alto rischio (calcolato con modelli statistici) di sviluppare una neoplasia entro 5 anni, è possibile utilizzare tamoxifene o raloxifene per prevenire l’insorgenza di un carcinoma mammario (AIOM, 2020; Agenzia Italiana del Farmaco -AIFA, 2017; Cuzick et al., 2013).

La prevenzione secondaria del tumore al seno ha invece un ruolo centrale: il suo scopo è pervenire la diagnosi tardiva della neoplasia, riducendo la mortalità ad essa correlata e la necessità di utilizzare trattamenti aggressivi. La prevenzione secondaria del tumore della mammella viene effettuata tramite l’attivazione sul territorio nazionale di un programma di screening, a cui la popolazione a rischio viene sottoposta a cadenza regolare. Ad oggi, lo strumento più efficace e più utilizzato per lo screening del tumore al seno è la mammografia, ovvero l’esame radiografico della mammella. La mammografia individua lesioni sospette della mammella, in particolare attraverso la visualizzazione di addensamenti e/o calcificazioni con caratteristiche tali da suggerne la malignità.

La mammografia consente di intercettare carcinomi in fase iniziale, piccoli, non palpabili e asintomatici.

L’esame mammografico ha sensibilità diversa in donne di età diversa, perché le caratteristiche del tessuto mammario si modificano con l’invecchiamento. Poiché l’incidenza del carcinoma mammario aumenta con l’età, una stessa lesione individuata alla mammografia, in età diverse ha probabilità diversa di essere un carcinoma. In base a questo, lo screening mammografico è raccomandato nelle donne in fascia d’età 50-69 anni con cadenza biennale. Nelle donne in fascia d’età 40-49 anni la mammografia andrebbe eseguita con cadenza personalizzata, in base alla valutazione di fattori di rischio, come l’evidenza di una familiarità, mutazioni dei geni BRCA-1/BRCA-2, sindromi genetiche, radioterapia pregressa in giovane età, caratteristiche individuali del tessuto mammario. In queste situazioni, in base al caso specifico, alla mammografia possono essere associate altre indagini, come ecografia o risonanza magnetica con mezzo di contrasto (AIOM, 2020).

Attualmente, a discrezione delle singole regioni, è consigliata l’estensione dell’invito alla partecipazione ai programmi di screening anche alle donne con età compresa tra i 45 e i 49 anni, e nelle donne in fascia d’età >70 anni, in base alle caratteristiche individuali, l’estensione dello screening alle donne in buona salute e con aspettativa di vita di almeno 10 anni (Schunemann et al., 2020).

Le criticità della mammografia come esame di screening sono (Sardanelli et al., 2017):
a) falsi negativi: mammografia negativa anche in presenza di neoplasia. Il 10% dei carcinomi non vengono intercettati dalla mammografia, a causa delle caratteristiche individuali del tessuto mammario e del tumore, che possono ostacolare l’interpretazione dell’esame.
b) sovradiagnosi: diagnosi di neoplasie non suscettibili di progressione, che non sono distinguibili dalle neoplasie che invece lo sono. Queste neoplasie vengono trattate senza ottenere un reale beneficio.

Il beneficio di una diagnosi precoce ottenuta dallo screening, tuttavia, supera sempre il rischio derivato da un trattamento superfluo, quindi l’adesione ai programmi di screening rimane di centrale importanza.