Home News About us Comitato scientifico Iscriviti Utenti Etica Contenuti Guida Faq Stage Contatti
Logo Pharmamedix
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX)

Cause

Quali sono le cause del Vaiolo delle scimmie (Monkeypox, MPX)?

Il vaiolo delle scimmie (monkeypox, MPX) è causato dal monkeypox virus umano (MPXV), appartenente al genere Orthopoxvirus, famiglia Poxviridae. Il genere Orthopoxvirus comprende anche il virus del vaiolo umano (Variola virus), il virus del vaiolo bovino (Cowpox virus) e il virus del vaiolo delle vacche (vaccinia virus).

Il monkeypox virus è stato isolato per la prima volta nel 1958 in gruppi di scimmie allevate per la ricerca (da cui il nome della malattia) e identificato come patogeno nell’uomo nel 1970 (primo caso di malattia). Dal 1970 in poi sono stati riportati diversi casi di infezione in paesi dell’Africa centroccidentale. Fino all’epidemia del 2022 con epicentro in Europa, quasi tutti i casi di vaiolo delle scimmie segnalati al di fuori dell’Africa erano riconducibili a viaggi in aree dove la malattia era endemica oppure causati dal contagio attraverso animali infetti importati dall’Africa.

Il vaiolo delle scimmie è un virus capsulato a DNA a doppio filamento. Il genoma (dimensione approssimativa di 190 kb) assume la forma di una sorta di clessidra, con diametro variabile da 140 a 260 nm.

Esistono due cladi (gruppi) del monkeypox virus geneticamente distinti, il clade dell’Africa centrale (Congo Basin clade) e quello dell’Africa occidentale (West African clade): il primo possiede una letalità del 10% mentre il secondo è associato ad una malattia più lieve con una letalità che si attesta sull’1% (la letalità del virus del vaiolo umano è di circa il 30%) (Wkly Epidemiol Rec., 2018).

Il monkeypox virus è un virus che muta molto poco: da quando è stato identificato è rimasto sostanzialmente lo stesso.

I poxvirus sono molto resistenti all’essicazione e mostrano ampia tolleranza alla temperatura e al pH, che si traduce in un’elevata persistenza ambientale (oggetti contaminati), ma sono sensibili ai comuni disinfettanti. Per disinfettare le superfici è sufficiente una soluzione con candeggina (ipoclorito di sodio, NaClO) allo 0,1% (se si utilizza la candeggina domestica che in genere ha una concentrazione al 5%, è sufficiente effettuare una diluizione 1:50). Gli indumenti e la biancheria possono essere lavati a 60°C (Ministero della Salute, 2022).