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Varicella

Cause

Quali sono le cause della Varicella?

La varicella è una patologia esantematica, causata dall’infezione da parte del virus Varicella zoster, il più piccolo tra gli Herpes virus. Il core del virus varicella zoster è costituito dal genoma virale, un doppio filamento di DNA, che è contenuto in un capside, a sua volta ricoperto dal tegumento e da un involucro ricco di lipidi e glicoproteine (Zerboni et al., 2014).

Gli antigeni virali non sono molto differenti nei diversi ceppi diversi del virus e, infatti, la virulenza è simile per ognuno di essi.

Il virus si trasmette per via aerea, infetta solo l’oumo e inizialmente colpisce le cellule epiteliali della mucosa delle vie respiratorie superiori (bocca e faringe). Da qui il virus raggiunge i linfonodi locali e le tonsille e infetta le cellule mononucleari periferiche del sangue (linfociti, monociti e macrofagi). L’entrata nella cellula è probabilmente mediata dall’interazione tra le proteine dell’involucro del virus e le proteine della superficie cellulare, oppure avviene attraverso endocitosi, un processo per cui la cellula ospite ingloba il virus introflettendo la membrana nel punto dove il virus è agganciato.
Questa prima fase di infezione corrisponde al periodo di incubazione e dura circa 14 giorni, durante i quali il virus, trasportato dalle cellule dell’immunità circolanti, riesce a raggiungere le cellule epidermiche (cheratinociti), dalla cui infezione scaturisce il rash cutaneo con cui la varicella si manifesta.
I linfociti infettati dal virus rappresentano i recipienti nei quali avviene la formazione di nuovi virioni. Quando fuoriescono dai capillari nel derma rilasciano le particelle virali. I cheratinociti infettati, a differenza delle cellule mononucleate periferiche, vengono indotti alla fusione: all’inizio dell’infezione si formano grosse cellule polinucleate (sincizi), spesso presentanti inclusioni intranucleari. La degenerazione coinvolge progressivamente un numero sempre maggior di cellule epidermiche e ciò richiama altre cellule dell’immunità, che vengono infettate dal virus e lo trasportano in altre zone della cute. L’amplificazione virale, inoltre, in questa fase avviene anche nel fegato e nella milza.
Inizialmente l’espansione virale tra le cellule dell’epidermide è limitata dalla produzione di interferone alfa endogeno, che rallenta la replicazione ed, infatti, passano da 10 a 21 giorni prima che i sintomi della varicella compaiano (periodo di incubazione) (Arvin et al., 2010).

I sincizi cellulari evolvono gradualmente e creano lesioni che si manifesteranno sulla superifice cutanea come bolle, che evolvono in pustole ripiene di liquido ed, infine, in croste (Arvin, 1996). Generalmente l’esantema provoca molto prurito e il grattarsi contribuisce all’esfoliazione della pelle e alla solubilizzazione aerea delle particelle virali. In questo modo avviene la diffusione: infatti il livello di contagio è proporzionale al numero di lesioni presenti. In aggiunta, poichè si ritrova anche nelle secrezioni oro-nasali, il virus può essere trasmesso anche attraverso gli starnuti e la tosse (Gershon, Gershon, 2013).
È stato osservato che il virus è trasmissibile dai due giorni precedenti alla comparsa delle papule cutanee, sino al momento in cui tutte le pustole non si sono trasformate in croste.

Durante la prima fase di viremia, oltre ai cheratinociti i virus raggiungono e infettano anche i gangli del sistema nervoso dorsale e craniale, nei quali si insediano e rimangono latenti, cioè in stato non replicativo. La loro riattivazione, che può avvenire in qualsiasi momento, soprattutto in caso di debolezza della risposta immunitaria, porta all’insorgenza dell’herpes zoster, o fuoco di Sant’Antonio, un’altra malattia causata dallo stesso virus della varicella.

Soprattutto quando l’infezione colpisce gli adulti è possibile l’insorgenza di polmonite o di complicanze neurologiche. La polmonite è dovuta all’infiltrazione di macrofagi infetti negli alveoli polmonari, portati dal flusso sanguigno, mentre è poco chiaro il meccanismo attraverso cui il virus provoca encefaliti, meningiti e altre complicazioni al sistema nervoso centrale (Mohsen, McKendrick, 2003; Gnann, 2002).