L’amoxicillina è un antibiotico indicato per il trattamento di un ampio spettro di infezioni batteriche. (leggi)
Il dosaggio dell’amoxicillina varia a seconda del tipo di infezione batterica, dell’età del paziente e della funzionalità renale. (leggi)
L’amoxicillina è controindicata in caso di ipersensibilità alle penicilline e alle cefalosporine. (leggi)
I pazienti con anamnesi allergica dovrebbero essere sottoposti a test di ipersensibilità verso le penicilline. (leggi)
Le interazioni farmacologiche di amoxicillina possono essere di tipo farmacocinetico o farmacodinamico. (leggi)
Gli effetti collaterali di amoxicillina si riscontrano in circa il 30% dei pazienti e tendono a risolversi spontaneamente. (leggi)
L’associazione amoxicillina più acido clavulanico può indurre danno epatico. (leggi)
L'amoxicillina è un'aminopenicillina con attività simile ad ampicillina; chimicamente si differenzia per la presenza di un gruppo idrossilico sulla catena laterale. (leggi)
Dopo somministrazione orale di amoxicillina l'assorbimento è rapido, maggiore di quello di ampicillina. (leggi)
La formula bruta di amoxicillina, è C16H19N3O5S. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata all’amoxicillina sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Amoxicillina è prescrivibile nelle specialità commerciali Abba, Abioclav, Amosol, Acadimox, Aklav, Amocla, Amox, Amoxicillina, Amoxicillina/Acido Clavulanico, Amoxicillina/Acido Clavulanico EG Stada, Amoxicillina/Acido Clavulanico Mylan, Amoxicillina/Acido Clavulanico P-Care, Amoxicillina/Acido Clavulanico Pensa, Amoxicillina/Acido Clavulanico Ratiopharm, Amoxicillina/Acido Clavulanico Teva, Amoxicillina Almus, Amoxicillina GIT, Amoxicillina Pensa, Amoxicillina Ratiopharm, Amoxina, Anival, Augmentin, Aveggio, Clautero, Clavomed, Clavulin, Homer, Honerdelik, Klavux, Kruxade, Mondex, Neoduplamox, Posmox, Puriclav, Saromox, Sievert, Stemox, Velamox. (leggi)
L’amoxicillina è un antibiotico appartenente alla classe delle penicilline, impiegato per il trattamento delle infezioni batteriche sostenute da patogeni sensibili nel paziente adulto e pediatrico; in pediatria è l’antibiotico più utilizzato.
Il dosaggio dell’amoxicillina nelle diverse indicazioni terapeutiche varia a seconda del tipo di infezione batterica, dell’età del paziente e della funzionalità renale. Nell’adulto e nel bambino di peso superiore a 40 kg con funzionalità renale nella norma, la dose raccomandata di amoxicillina è pari a 1,5-2 g al giorno, da dividere in 2 volte ogni 12 ore, oppure in 3 volte ogni 8 ore. Nel bambino con peso inferiore a 40 kg, la dose di amoxicillina è, indicativamente, di 375-750 mg/die (peso < 40 kg) oppure di 20-40 mg/kg/die (peso < 20 kg).
Spesso l’amoxicillina è associata all’acido clavulanico. L’acido clavulanico non possiede attività antibatterica, ma protegge l’amoxicillina da alcuni enzimi (betalattamasi) prodotti dai batteri, in grado di inattivare e rendere innocuo l’antibiotico.
Nei pazienti con insufficienza renale, il dosaggio dell’amoxicillina deve essere aggiustato a seconda della clearance renale della creatinina (parametro che consente di misurare la capacità del rene di svolgere la sua funzione di filtro).
L’amoxicillina è un antibiotico frequentemente utilizzato; è uno dei pochi, ad esempio, ad essere consentito in gravidanza, anche se sussistono situazioni in cui l’uso dell’amoxicillina è controindicato. Fra queste ricordiamo l’allergia verso le penicilline, stessa classe di farmaci a cui appartiene l’amoxicillina, e le cefalosporine, antibiotici strutturalmente affini alle penicilline.
In alcune condizioni fisiologiche oppure in presenza di specifiche patologie, la somministrazione di amoxicillina richiede particolare cautela e il monitoraggio di segni o sintomi di tossicità. La diarrea persistente ad esempio potrebbe essere sintomo di una sovrainfezione da Clostridium difficile, batterio che causa la colite pseudomembranosa antibiotico-indotta. Oltre a sovrainfezioni batteriche possono svilupparsi anche infezioni sostenute da funghi patogeni (micosi). L’amoxicillina inoltre può causare epatotossicità acuta e sebbene questa evenienza sia rara con la somministrazione in monoterapia dell’antibiotico, il rischio tende ad aumentare quando l’amoxicillina è utilizzata in associazione ad acido clavulanico. Nei pazienti che hanno già sperimentato epatotossicità farmaco-indotta, il rischio di danno epatico da amoxicillina/acido clavulanico è maggiore. Dai dati di letteratura disponibili è emerso come la comparsa di complicanze epatiche da amoxicillina non presenti un profilo temporale definito in quanto sono stati riportati episodi di epatotossicità sia dopo pochi giorni di terapia così come dopo diverso tempo, anche mesi, quando ormai il trattamento antibiotico era terminato.
Quando si prescrive l’amoxicillina è importante considerare gli eventuali farmaci in uso al paziente. Con alcuni farmaci è stata evidenziata una possibile interazione con amoxicillina che non comporta però conseguenze significative sul piano pratico (es. l’etanolo altera la velocità di assorbimento dell’amoxicillina ma non ne modifica l’esposizione sistemica), con altri farmaci invece l’interazione con l’antibiotico potrebbe avere rilevanza clinica (es. l’amoxicillina può diminuire l’azione anticontraccettiva dei contraccettivi orali), con altri ancora si ha una vera e propria incompatibilità (es. tetracicline e aminoglicosidi).
L’ampio utilizzo dell’amoxicillina da parte del Medico di Medicina Generale e del Pediatra, hanno permesso di poter raccogliere una considerevole mole di dati sugli effetti collaterali associati all’antibiotico. Benché circa un terzo dei pazienti vada incontro ad almeno un evento avverso durante la terapia antibiotica con amoxicillina, nella maggior parte dei casi tali effetti si presentano di grado lieve con tendenza a risolversi spontaneamente. Analizzando i registri di Farmacovigilanza dei vari paesi, l’amoxicillina si colloca sempre ai primi posti della classifica per numero di segnalazioni spontanee di eventi avversi. che risultano interessare il distretto cutaneo (quasi il 50% delle segnalazioni), gastrointestinale e neurologico. Nel considerare questi dati comunque bisogna tener presente che l’amoxicillina in monoterapia o in associazione rappresenta uno degli antibiotici a maggior utilizzo e questo aumenta la probabilità che si verifichino reazioni avverse.
L’amoxicillina non è risultata embriofetotossica nè teratogena in vivo e pertanto può essere prescritta in gravidanza. La FDA, l’agenzia americana che si occupa di farmaci, ha inserito l’amoxicillina in classe B. In questa classe rientrano i farmaci i cui studi riproduttivi sugli animali non hanno mostrato un rischio per il feto ma per i quali non esistono studi controllati sull'uomo oppure farmaci i cui studi sugli animali hanno mostrato un effetto dannoso (oltre a un decremento della fertilità) che non è stato confermato con studi controllati in donne nel I trimestre (e non c'è evidenza di danno nelle fasi avanzate della gravidanza).
Ma come funzione l’amoxicillina? L'amoxicillina agisce a livello della parete batterica dove impedisce la formazione di legami crociati necessari ad assicurare la rigidità della parete stessa. In assenza di legami crociati si verifica lisi e morte del batterio.
L'amoxicillina possiede uno spettro d'azione che include sia Gram-positivi che Gram-negativi.
In vitro l’amoxicillina è efficace verso:
• Actinomyces sp.
• Bacillus anthracis
• Bacteroides melaninogenicus
• Bifidobacterium sp.
• Borrelia burgdorferi
• Brucella sp.
• Chlamidia
• Clostridium perfringens
• Clostridium tetani
• Corynebacterium diphteriae
• Eikenella corrodens
• Enterococcus faecalis
• Erysipelothrix rhusiophatiae
• Escherichia coli
• Eubacterium sp
• Haemophilus influenzae
• Helicobacter pylori
• Lactobacillus sp.
• Listeria monocytogenes
• Moraxella catarrhalis
• Peptococcus sp
• Peptostreptococcus sp
• Propionibacterium sp
• Proteus mirabilis
• Salmonella spp
• Streptococcus agalactae (gruppo B streptococchi)
• Streptococcus dysgalactiae
• Streptococcus pneumoniae,
• Streptococcus pyogene (gruppo A streptococchi beta-emolitici),
• Treponema pallidum,
• Vibrio cholerae,
• Viridans streptococci.
Dopo somministrazione orale l’assorbimento dell’amoxicillina è rapido. Il picco plasmatico viene raggiunto dopo circa 2 ore; la concentrazione plasmatica rimane all’interno dell’intervallo di efficacia per circa 8 ore.
L’amoxicillina si distribuisce sia nei tessuti che nei liquidi dell’organismo; permea la placenta e viene escreta nel latte materno. Attraversa la barriera ematoencefalica solo se è presente infiammazione delle meningi.
L’amoxicillina viene metabolizzata ad acido penicilloico. E’ eliminata in parte con le urine ed in parte nelle feci. La sua emivita, inferiore alle 2 ore, aumenta in caso di insufficienza renale.
La farmacocinetica dell’antibiotico non viene modificata dalla contemporanea somministrazione di acido clavulanico.