L’olopatadina è indicata nel trattamento dei sintomi della congiuntivite causata da allergia. (leggi)
Riportiamo di seguito la posologia dell’olopatadina. (leggi)
L’olopatadina è controindicata in caso di ipersensibilità. (leggi)
Evitare, durante l’instillazione dell’olopatadina nel sacco congiuntivale, di toccare con il contagocce parti dell’occhio. (leggi)
Negli studi in vitro l’olopatadina non è risultata influenzare l’attività enzimatica degli enzimi del citocromo P450, che intervengono nel metabolismo di molti farmaci. (leggi)
L’effetto collaterale più frequente è risultato essere il dolore oculare. (leggi)
Non ci sono dati in letteratura relativi a casi di sovradosaggio da olopatadina. (leggi)
L’olopatadina è un farmaco antistaminico di seconda generazione indicato per la terapia sintomatica della congiuntivite allergica. (leggi)
Dopo somministrazione topica nel sacco congiuntivale, l’assorbimento sistemico di olopatadina è limitato. (leggi)
La formula bruta di olopatadina è C21H23NO3. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata a olopatadina sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Olopatadina è prescrivibile nella specialità commerciale Opatanol. (leggi)
L’olopatadina è un farmaco antistaminico di seconda generazione indicato per il trattamento dei sintomi della congiuntivite allergica. E’ somministrato solitamente sotto forma di gocce oculari allo 0,1% (1 mg/ml), indicato negli adulti e nei bambini dai tre anni in su. La posologia prevede di instillare una goccia di soluzione nell’occhio con congiuntivite, due volte al giorno, a distanza di 8 ore (durata massima della terapia: 4 mesi).
La somministrazione topica limita notevolmente l’assorbimento sistemico del farmaco per cui anche nei pazienti con insufficienza renale (il farmaco è escreto essenzialmente tal quale nelle urine) non sono previsti aggiustamenti del dosaggio.
Gli effetti collaterali più frequenti sono a carico degli occhi, in particolare dolore, irritazione, secchezza, sensazione anomala agli occhi. La presenza di benzalconio cloruro come conservante potrebbe causare infiammazione della cornea. Sono stati comunque segnalati come effetti collaterali comuni (1-10% dei pazienti) anche cefalea, alterazione del gusto, secchezza nasale e affaticamento. Non ci sono dati in letteratura relativi a casi di sovradosaggio con olopatadina.
L’olopatadina non è risultata mutagena né cancerogena. Somministrata a dosi di molte volte superiori a quelle utilizzate per via topica nell’uomo, ha determinato una riduzione del numero di feti nati vivi (ratto, coniglio). L’olopatadina non è teratogena. L’ente regolatorio americano, Food and Drug Administration, ha inserito l’olopatadina in classe C per l’uso in gravidanza. I farmaci di classe C dovrebbero essere somministrati in gravidanza dopo un’attenta valutazione del rapporto fra benefici previsti per la madre e potenziali rischi per il feto. Dato il limitato assorbimento sistemico del farmaco somministrato come gocce oculari, non si ritiene che l’olopatadina possa causare effetti collaterali nei bambini allattati al seno (il produttore del farmaco, in via precauzionale, non ne raccomanda l’uso durante l’allattamento).
L’olopatadina non inibisce gli enzimi citocromiali solitamente coinvolti nel metabolismo dei farmaci. Pertanto il suo potenziale di interazione farmacologica è considerato molto basso.
L’olopatadina agisce come antagonista dei recettori di tipo H1 dell’istamina, e come stabilizzatore dei mastociti (o mastcellule). Quando una sostanza allergica viene riconosciuta dall’organismo, cellule specifiche (mastociti) rilasciano istamina e altri mediatori dell’infiammazione (citochine, chemochine) che sostengono la reazione allergica. L’olopatadina, legandosi ai recettori per l’istamina, previene il rilascio di istamina da parte delle cellule dell’epitelio congiuntivale.