L’ossitocina è indicata per l’induzione medica del travaglio di parte in caso di gravidanza oltre il termine, rottura prematura delle membrane e pre-eclampsia. (leggi)
Riportiamo di seguito la posologia dell’ossitocina nelle diverse indicazioni terapeutiche (leggi)
L’ossitocina è controindicata in caso di ipersensibilità. (leggi)
Per l’induzione del travaglio di parto, l’ossitocina deve essere somministrata per infusione endovenosa goccia a goccia oppure tramite adeguata pompa da infusione. (leggi)
Alcuni anestetici inalatori come l’alotano e il ciclopropano, possono aumentare l’effetto ipotensivo dell’ossitocina e in caso di uso ricorrente, possono provocare disturbi del cuore. (leggi)
L’ossitocina è stata associata a tachicardia, bradicardia fetale. (leggi)
In caso di dosi eccessive di ossitocina somministrate per indurre e mantenere il travaglio di parto, è stata osservata tossicità materna (aritmia, iperstimolazione uterina, emorragia post-partum) e fetale (bradicardia, ipossia, iperbilirubinemia ed emorragia retinica). (leggi)
L’ossitocina è un ormone peptidico naturale sintetizzato nell’ipotalamo e secreto nella parte posteriore dell’ipofisi (neuroipofisi) da dove raggiunge il circolo sanguigno. (leggi)
L’ossitocina è somministrata per via parenterale (endovena) per uso ostetrico-ginecologico. (leggi)
La formula bruta di C43H66N12O12S2. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata all’ossitocina sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Ossitocina è prescrivibile nella specialità commerciale Syntocinon. (leggi)
L’ossitocina è un ormone peptidico sintetizzato nell’ipotalamo e secreto dalla parte posteriore dell’ipofisi (neuroipofisi) nel circolo sanguigno.
L’ormone svolge una duplice funzione, sostiene il riflesso della lattazione e, durante il travaglio, stimola la contrazione della muscolatura liscia dell’utero. In qualità di farmaco viene utilizzata per indurre il travaglio di parto in particolari situazioni (pre-eclampsia, gravidanza oltre il termine, rottura premature delle membrane), in caso di inerzia uterine e di emorragia post-partum.
L’ossitocina è considerato un ormone neuromodulatorio perché è risultata coinvolta in alcuni processi che afferiscono al comportamento sociale dell’individuo, in particolare quelli legati alla relazione di “attaccamento”. Diversi studi preliminari hanno quindi indagato un eventuale ruolo terapeutico dell’ormone nei disturbi psichiatici che interferiscono sugli aspetti di socialità quali l’autismo, la schizofrenia, il disturbo d’ansia e dell’umore. Le evidenze scientifiche sono ancora limitate, ma per alcune di queste patologie, autismo e schizofrenia, l’ossitocina sembra svolgere un ruolo positivo.
In terapia l’ossitocina è somministrata per via parenterale; non può essere somministrata per via orale perchè l’ormone verrebbe distrutto nel passaggio gastrointestinale. L’ossitocina è somministrata preferibilmente per infusione endovenosa (goccia a goccia oppure con pompa da infusione); può essere somministrata anche per via intramuscolare limitatamente all’indicazione di emorragia post-partum. Nell’induzione del parto la dose deve essere calibrata in modo da ottenere una contrazione dell’utero simile a quella fisiologica; l’induzione di contrazioni troppo veloci e/o forti può comportare rischi importanti per la salute della madre (rottura dell’utero) e del feto (ipossia) che in alcuni casi possono avere un esito infausto (morte materna e/o fetale). E’ importante pertanto che l’uso dell’ossitocina sia sempre accompagnata dal monitoraggio materno-fetale.
L’uso dell’ossitocina richiede particolare cautela in caso di dosi elevate e uso ripetuto associato alla somministrazione di elevati volumi di liquidi. Poiché l’ormone possiede una debole attività antidiuretica, in queste condizioni si potrebbe verificare “intossicazione d’acqua” con iponatriemia. Altra complicanza osservata è l’edema polmonare acuto in assenza di iponatriemia. Condizioni in cui l’uso prolungato di ossitocina non è raccomandato comprendono inerzia uterina, tossiemia pre-eclampitica grave, patologie cardiovascolari. Il farmaco deve essere utilizzato con cautela per l’induzione del parto quando la madre manifesta inerzia uterina secondaria, ipertensione gravidica di grado medio o moderato, sproporzione fra le dimensioni della testa del bambino e quelle del bacino materno (sproporzione cefalo-pelvica).
L’induzione del travaglio di parto con farmaci che stimolano la contrazione della muscolatura dell’utero, come l’ossitocina, è associata ad un aumento del rischio di CID post-partum. La CID è una malattia tromboemorragica acquisita caratterizzata dalla formazione di depositi di fibrina nel microcircolo e da un’alterazione del normale processo di fibrinolisi che porta a gravi emorragie.
L’ossitocina è controindicata in caso di ipersensibilità, contrazioni uterine ipertoniche (troppo forti e/o troppo rapide), quando il parto spontaneo è controindicato, in caso di grave tossiemia e quando è presente il rischio di embolia amniotica (passaggio del liquido amniotico nella circolazione materna).
Gli effetti collaterali osservati dopo somministrazione di ossitocina comprendono tachicardia, rash cutaneo, cefalea, nausea e vomito, reazioni anafilattoidi nella donna; ipossiemia, bradicardia, iperbilirubinemia, distress respiratorio nel bambino (induzione del travaglio di parto).
Dopo somministrazione parenterale, l’assorbimento dell’ossitocina può essere considerato completo. Il farmaco non si lega alle proteine plasmatiche. E’ metabolizzata dall’enzima ossitocinasi ed eliminata a livello epatico e renale. L’emivita plasmatica, molto breve, è di circa 5 minuti.