Il pioglitazone è indicato per il trattamento del diabete mellito di tipo 2 (farmaco di seconda o terza linea) in monoterapia in pazienti adulti (in particolare pazienti sovrappeso) quando il trattamento con metformina è inappropriato a causa di controindicazioni o intolleranza. (leggi)
Riportiamo di seguito la posologia del pioglitazone nelle diverse indicazioni terapeutiche. (leggi)
Il pioglitazone è controindicato in caso di ipersensibilità. (leggi)
Il pioglitazone può causare ritenzione idrica con conseguente peggioramento dell’insufficienza cardiaca nei pazienti che ne soffrono. (leggi)
Negli studi di interazione di pioglitazone con digossina, fenprocumone, metformina o warfarin non sono state segnalate interazione farmacocinetiche o farmacodinamiche. (leggi)
Il pioglitazone in associazione a insulina può causare dispnea. (leggi)
In caso di sovradosaggio il pioglitazone può causare ipoglicemia. (leggi)
Il pioglitazone è un farmaco utilizzato per il trattamento del diabete di tipo 2, appartenente alla classe dei glitazoni (anche noti come tiazolidindioni o tiazolidinedioni), farmaci che aumentano la sensibilità all’insulina dei tessuti. (leggi)
Dopo somministrazione orale, l’assorbimento gastrointestinale del pioglitazone è rapido e non è influenzato dal cibo. La biodisponibilità assoluta media è pari all’83%. (leggi)
La formula bruta di pioglitazone è C19H20N2O3S. (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata a pioglitazone sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Pioglitazone è prescrivibile nelle specialità commerciali Actos, Pioglitazone, Incresync, Tandemact, Competact, Pioglitazone Metformina. (leggi)
Il pioglitazone è un farmaco antidiabetico appartenente alla classe dei glitazoni, anche noti come tiazolidindioni o tiazolidinedioni. Indicato nel trattamento del diabete di tipo 2, il pioglitazone esplica i suoi effetti ipoglicemizzanti migliorando la sensibilità dei tessuti verso l’insulina per attivazione del recettore nucleare PPARgamma (recettore gamma attivato di proliferazione dei perossisomi). Il pioglitazone influenza anche il profilo dei lipidi plasmatici riducendo la concentrazione di trigliceridi e aumentando quella di colesterolo HDL con effetti positivi cardiovascolari. L’uso prolungato dell’antidiabetico può portare ad un aumento del peso corporeo, in parte per ritenzione idrica, in parte per aumento della massa di adipe prevalentemente sottocutanea. Altri effetti avversi rari che richiedono monitoraggio attento, includono il rischio di frattura ossea e di carcinoma alla vescica. Dopo commercializzazione del farmaco sono stati riportati casi di edema maculare diabetico, ma non è noto se sussista una relazione causale con l’impiego del pioglitazone.
Nel trattamento del diabete di tipo 2, il pioglitazone può essere somministrato in monoterapia o in associazione ad altri farmaci ipoglicemizzanti , inclusa l’insulina. In commercio sono disponibili combinazioni a dose fissa con glimepiride, metformina e alogliptin.
Il pioglitazone è utilizzato nel trattamento della steatosi epatica non alcolica (NASH), sebbene non approvato per quest’indicazione (uso off label). Nei pazienti con NASH, il pioglitazone antagonizza l’accumulo di grasso nelle cellule epatiche con effetti epatoprotettivi.
Il pioglitazone è controindicato in caso di ipersensibilità, insufficienza cardiaca (peggiorata dalla ritenzione idrica causata dal farmaco), insufficienza epatica, diabete di tipo 1 o chetoacidosi diabetica, carcinoma della vescica (inclusa anamnesi positiva per questo tumore), ematuria macroscopica senza causa nota.