Il vaccino per la varicella è indicato nella profilassi (immunizzazione attiva) contro il virus della varicella (VZV, virus varicella-zoster) ed è raccomandato nei bambini, a partire dai 12 mesi di età, e negli adulti (leggi)
Riportiamo di seguito la posologia del vaccino per la varicella nelle diverse indicazioni terapeutiche. (leggi)
Il vaccino per la varicella è controindicato in caso di ipersensibilità al vaccino o ad uno degli eccipienti. (leggi)
Il vaccino per la varicella è risultato efficace 6 settimane dopo la prima dose nei bambini e nei ragazzi fino a 12 anni, dopo 6 settimane a partire dalla seconda dose nei ragazzi più grandi e negli adulti. (leggi)
La somministrazione di acido acetilsalicilico e di salicilati deve essere posticipata di almeno 6 settimane dopo la somministrazione del vaccino per la varicella vivo attenuato (ceppo Oka) per il rischio di sindrome di Reye (leggi)
Gli effetti collaterali più comuni associati alla somministrazione del vaccino vivo attenuato per la varicella (ceppo Oka) comprendono rash cutaneo simile a quello indotto dalla varicella naturale, febbre e reazioni al sito d’iniezione. (leggi)
Sono stati riportati casi di sovradosaggio del vaccino per la varicella (somministrazione di dosi maggiori di quelle raccomandate, intervalli di tempo tra le dosi inferiori a quelle indicate). (leggi)
Il vaccino per la varicella è un vaccino vivo attenuato ottenuto a partire da un ceppo virale selvaggio chiamato Oka dal nome del bambino dalle cui vescicole fu isolato il virus. Il vaccino è stato preparato per la prima volta in Giappone nel 1974. (leggi)
Per i vaccini non è richiesta una valutazione sulla farmacocinetica. (leggi)
Il codice ATC, anatomo-chimico-terapeutico, per il vaccino per la varicella è J07BK01 (leggi)
Le informazioni contenute nella ricerca Pharmamedix dedicata al vaccino per la varicella sono state analizzate dalla redazione scientifica con riferimento alle fonti seguenti. (leggi)
Vaccino Varicella è prescrivibile nelle specialità commerciali Varilrix, Varivax, Priorix Tetra, Proquad. (leggi)
Il vaccino contro il virus della varicella contiene il virus vivo varicella zoster (VZV) ceppo Oka e viene utilizzato per stimolare l’immunità attiva alla varicella. L’infezione primaria da virus varicella zoster provoca la varicella, malattia molto diffusa e altamente contagiosa nei bambini. Sebbene nei bambini in età scolare la varicella sia percepita come una malattia benigna, tuttavia può comportare una serie di complicanze anche gravi e in alcuni casi può essere fatale. Le complicanze della varicella comprendono polmonite, infezioni della pelle e dei tessuti molli, e disturbi neurologici (es. encefalite).
Le categorie più a rischio di complicanze sono i ragazzi più grandi e gli adulti. A questo proposito, è stata inserita fra gli obiettivi del Piano Nazionale Prevenzione vaccinale 2012-2014 del Ministero della Salute l’offerta della vaccinazione per la varicella ai ragazzi non vaccinati di età compresa fra 11 e 18 anni, alle donne non vaccinate in età fertile e agli adulti non vaccinati ad elevato rischio di contrarre l’infezione.
La varicella a tutt’oggi rappresenta la malattia prevenibile da vaccino a più ampia diffusione i cui benefici clinici, in caso di vaccinazione massiva, si traducono in riduzione di casi di malattia e soprattutto di complicanze, visite ambulatoriali, ricoveri ospedalieri e decessi.
Il vaccino per la varicella è indicato nella profilassi (immunizzazione attiva) contro il virus della varicella ed è raccomandato nei bambini suscettibili all’infezione di età uguale o superiore ai 12 mesi, nei ragazzi e negli adulti. L’immunizzazione primaria consiste di due dosi di vaccino somministrate a distanza di almeno 1 mese per via sottocutanea (entrambe le specialità medicinali presenti in Italia, Varilrix e Varivax) o intramuscolare (specialità medicinale Varivax).
La somministrazione del vaccino è controindicata nei pazienti con ipersensibilità, reazioni anafilattiche, gravi immunodeficienze, trapianto di organi o cellule staminali ematopoietiche. In caso di terapia corticosteroidea - i farmaci corticosteroidei sono immunosoppressori - il vaccino per la varicella può essere somministrato quando il farmaco corticosteroideo è impiegato a basso dosaggio (< 2mg/kg oppure < 20 mg/die) oppure è trascorso almeno 1 mese da un trattamento con corticosteroidi a dosaggio elevato. Nei pazienti sottoposti a trasfusione di sangue o plasma oppure che hanno ricevuto immunoglobuline, la somministrazione del vaccino per la varicella deve essere posticipata perchè la presenta di anticorpi verso la varicella potrebbe ridurre l’efficacia del vaccino. Un’altra condizione che potrebbe indurre a ritardare la vaccinazione è la presenza di febbre alta (> 38,5°C) (la prassi è comune anche alle altre vaccinazioni pediatriche).
La gravidanza deve essere evitata nei tre mesi successivi alla vaccinazione a fini precauzionali. Per quanto riguarda l’allattamento non è noto se il virus vivo attenuato contenuto nel vaccino sia escreto nel latte materno. L’Accademia americana dei Pediatri e il Center for Disease Control and Prevention (CDC) di Atlanta (USA) considerano possibile la somministrazione del vaccino per la varicella nelle donne che allattano non precedentemente immunizzate.
Gli effetti collaterali più frequenti associati al vaccino per la varicella includono febbre, rash cutanei, dolore e reazioni al sito d’iniezione, irritabilità.
Il vaccino per la varicella è risultato efficace nell’80-100% verso tutte le complicanze da varicella. Nei vaccinati l’incidenza complessiva di varicella è stata stimata attorno al 7,5% e al 2,2%, rispettivamente dopo la prima e dopo la seconda dose con tassi di protezione superiori al 99%. La mortalità dovuta a varicella è diminuita dell’88% nella popolazione generale e del 97% nella fascia di popolazione con meno di 20 anni. Una diffusa vaccinazione contro la varicella riduce il rischio di infezione di circa il 90% e la protezione offerta dal vaccino si mantiene per almeno 15 anni; l’immunizzazione attiva determina una riduzione di circa il 90% dei ricoveri ospedalieri dovuti alla malattia in tutti i gruppi di età e una riduzione dell’infezione da herpes virus.