Test genetico: prima di iniziare la chemioterapia con 5-fluorouracile l’Agenzia europea dei medicinali raccomanda l’esecuzione del test genetico per accertare/escludere la presenza di polimorfismi del gene DPYD predittori di un’aumentata tossicità del farmaco. Il gene DPYD codifica per l’enzima diidropirimidina deidrogenasi, responsabile del metabolismo del 5-fluorouracile. Fino al 9% della popolazione caucasica presenta varianti del gene DPYP che si associano a ridotta o nulla attività enzimatica. Un ridotto metabolismo del 5-fluorouracile espone il paziente ad un aumento di eventi avversi gravi e potenzialmente letali. I pazienti con ridotta attività enzimatica devono essere trattati con dosi più basse di 5-fluorouracile; i pazienti con attività enzimatica nulla non devono essere trattati con l’antitumorale (European Medicines Agency - EMA, 2020 e 2020a).
Pazienti con insufficienza renale moderata/grave: in questo gruppo di pazienti la valutazione dell’attività dell’enzima diidropirimidina deidrogenasi tramite la determinazione dei livelli di uracile nel sangue richiede cautela. La ridotta funzionalità renale infatti può dare dei valori di acido urico più alti, indipendentemente dall’attività della diidropirimidina deidrogenasi, con un rischio maggiore di diagnosi errata di carenza enzimatica e conseguente sotto dosaggio di 5 fluorouracile (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2024).
Modalità di somministrazione: la somministrazione di 5-fluorouracile avviene per via endovenosa con ospedalizzazione del paziente che deve essere seguito da personale esperto, un medico specializzato e pratico nell’uso di potenti agenti antimetaboliti, perché il farmaco presenta un’elevata tossicità ed un basso margine di sicurezza.
Durata del trattamento: la durata del trattamento con 5-fluorouracile è variabile. In monoterapia il ciclo di trattamento con 5-fluorouracile per iniezione endovenosa è di 12 giorni; a seconda del quadro clinico possono essere effettuati più cicli. Alcuni pazienti hanno ricevuto dai 9 ai 45 cicli di trattamento per un periodo tra 12 e 60 mesi.
Leucopenia: la leucopenia, cioè la riduzione dei globuli bianchi, è dovuta all’elevata tossicità del 5-fluorouracile. Si osserva in genere verso il 7° - 14° giorno dopo il primo ciclo di trattamento, in alcuni casi si può protrarre fino al 20esimo giorno. La conta dei globuli bianchi tende a normalizzarsi entro il 30esimo giorno. Si consiglia un monitoraggio giornaliero dei globuli bianchi e se il loro valore scende sotto 3500 cell/mm3 di sangue la terapia con 5-fluorouracile deve essere interrotta. Una ridotta concentrazione di globuli bianchi aumenta il rischio di contrarre infezioni.
Trombocitopenia: si parla di trombocitopenia o piastrinopenia quando la conta delle piastrine è inferiore a 150mila unità per ml di sangue. In presenza di trombocitopenia grave (piastrine < 100mila cell/ml) la terapia con 5-fluorouracile deve essere sospesa. Una ridutta conta piastrinica aumenta il rischio di sanguinamento.
Diarrea: la diarrea, le feci acquose o frequenti movimenti intestinali sono sintomi di tossicità del 5-fluorouracile che richiedono l’interruzione della terapia. Quest’ultima può essere ripresa con dosaggi inferiori alla scomparsa degli effetti tossici.
Stomatiti e esofagofaringiti: le stomatiti, processi infiammatori del cavo orale, e le esofagofaringiti, processi infiammatori dell’esofaringe, sono sintomi di tossicità dovuti alla terapia col 5-fluorouracile. Anche in questi casi è opportuno interrompere la terapia in misura precauzionale fino alla risoluzione della sintomatologia. In caso di stomatite da 5-fluorouracile sono indicati sciacqui con allopurinolo.
Sanguinamento intestinale: il sanguinamento intestinale è un evento avverso che può presentarsi in corso di terapia con 5-fluorouracile. E’ causato dagli effetti del farmaco sulla conta pistrinica (trombocitopenia o piastrinopenia). La comparsa di sanguinamento intestinale richiede l’interruzione della chemioterapia.
Vomito non trattabile: il vomito che non risponde al trattamento con farmaci antiemetici (vomito intrattabile) è un sintomo di tossicità per il quale è opportuno interrompere la chemioterapia. Nausea e vomito rientrano fra i sintomi di tossicità acuta da chemioterapia. Il 5-fluorouracile è caratterizzato da un potenziale ematogeno (induzione del vomito), in monoterapia e a dosaggio ottimale, considerato basso, perché interessa meno del 40% dei pazienti.
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