ACE-inibitori, sartani (bloccanti dei recettori dell’angiotensina II): in associazione a farmaci antinfiammatori non steroidei, incluso diclofenac, possono indurre insufficienza renale e iperkaliemia (aumento dei livelli di potassio nel sangue) (Fournier et al., 2012; Juhlin et al., 2005). L’associazione farmacologica richiede il monitoraggio dei livelli di potassio e della concentrazione di creatinina (Fournier et al., 2012).
Acido acetilsalicilico (ASA): il diclofenac può aumentare la gastrolesività e provocare riduzione dell’attività antiaggregante dell’ASA esercitata dal blocco reversibile del recettore piastrinico; alcuni dati sembrerebbero identificare nell’ibuprofene e nel diclofenac i FANS maggiormente dotati di questa interferenza.
Agenti antiaggreganti e inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRIs): aumento del rischio di emorragia gastrointestinale. La somministrazione di farmaci antidepressivi SSRI in pazienti in terapia con FANS è risultata comportare un aumento del rischio di effetti collaterali gastrointestinale di 10 volte rispetto alla sola terapia con SSRI e di 4 volte rispetto alla sola terapia con FANS (De Abajo et al., 1999; de Jong et al., 2003).
Antiacidi: possono ridurre l’assorbimento del diclofenac.
Anticoagulanti, antitrombotici: possono incrementare il rischio di emorragie gastrointestinale quando associati ai FANS.
Atenololo, carvedilolo: in associazione con diclofenac possono provocare ipotensione.
Beta-bloccanti, captopril: il diclofenac potrebbe ridurne l’efficacia antipertensiva. In vitro il diclofenac, sotto forma di sale di sodio, è risultato formare un complesso con il captopril che potrebbe limitare la biodisponibilità dell’antipertensivo in vivo (Sultana et al., 2006).
Cefalosporine: possono favorire la comparsa di emorragia quando associate a diclofenac, possono infatti causare ipoprotrombinemia.
Cerivastatina: è stato descritto il caso di un paziente di 73 anni trattato con cerivastatina per una ipercolesterolemia e con iniezioni intramuscolari di diclofenac per una lombalgia: l’uomo ha presentato una grave debolezza muscolare e un’insufficienza renale acuta, gli esami hanno confermato una grave rabdomiolisi. Sospeso il trattamento, la funzione renale e la creatinfosfochinasi sierica sono ritornate nella norma, con miglioramento della debolezza muscolare (Schechner et al. 2003).
Ciclosporina: somministrata in concomitanza con diclofenac può deteriorare la funzionalità renale (Harkonen, Ekblom-Kullberg, 1986; Branthwaite, Nicholls, 1991). Il diclofenac può aumentare la nefrotossicità della ciclosporina attraverso il suo effetto inibitorio sulle prostaglandine del rene.
Colestipolo, colestiramina: possono ridurre l’assorbimento del diclofenac. Il diclofenac dovrebbe essere somministrato almeno un’ora prima o 4-5 ore dopo il colestipolo o la colestiramina per evitare una possibile interazione farmacologica (al-Balla et al., 1994).
Corticosteroidi: aumento del rischio di ulcerazione o emorragia gastrointestinale in caso di co-somministrazione con FANS.
Digossina: il diclofenac ne aumenta la concentrazione plasmatica.
Diuretici: il diclofenac può ridurre l’azione diuretica, natriuretica e ipertensiva dei diuretici (per inibizione della sintesi prostaglandinica) (Knauf et al., 2006). In pazienti trattati con furosemide e diclofenac, l’antinfiammatorio non ha modificato la farmacocinetica del diuretico. L’interazione farmacologica è di tipo farmacodinamico: il diclofenac riduce la produzione di urina e pertanto antagonizza parzialmente l’effetto del diuretico (Paterson et al., 2011).
Diuretici risparmiatori di potassio (triamterene, spironolattone): l’impiego concomitante con diclofenac può indurre iperpotassiemia, rendendo necessario il controllo dei livelli sierici di potassio.
Etanolo: in associazione con diclofenac può incrementare l’incidenza di effetti collaterali gastrointestinali.
FANS: in associazione con diclofenac possono incrementare l’incidenza di effetti collaterali gastrointestinali.
Farmaci ipoglicemizzanti: il diclofenac potrebbe alterare la risposta terapeutica in pazienti sottoposti a terapia insulinica o con ipoglicemizzanti orali (segnalazioni di ipo-iperglicemia).
Metotrexato: il diclofenac può aumentarne la concentrazione serica fino a comparsa di tossicità (inibizione della secrezione tubulare del metotrexato). La co-somministrazione richiede cautela nelle 24 ore che precedono o seguono la somministrazione del diclofenac.
Mifepristone: i FANS non devono essere somministrati negli 8-12 giorni successivi alla terapia con mifepristone perché possono ridurne l’effetto farmacologico.
Misoprostolo: viene assunto insieme al diclofenac come gastroprotettore. Quando combinato con il diclofenac (50 mg) il misoprostolo 200 microgrammi (2 o 3 volte al giorno), ha prodotto diarrea nel 20% dei pazienti in confronto all’11% dei pazienti che aveva diarrea a seguito della somministrazione del diclofenac da solo (Gagnier, 1993). La combinazione diclofenac-misoprostolo disponibile in commercio determina diarrea con un’incidenza di gran lunga maggiore di quella indotta da ibuprofene, piroxicam e naprossene (Davis et al., 1995; Melo Gomes et al., 1993).
Omeprazolo (inibitore della pompa protonica): in associazione con diclofenac è utilizzato per ridurre il rischio di sanguinamento da ulcera. E’ stato condotto uno studio per verificare quale tra l’associazione diclofenac-omeprazolo e celecoxib (inibitore della COX-2) riducesse maggiormente il rischio di sanguinamento. La maggior parte dei pazienti arruolati in questo studio presentava uno o più fattori di rischio, quali l’età avanzata e la presenza di altre patologie, oltre ad una storia recente di sanguinamento da ulcera. In questi pazienti l’incidenza di sanguinamento rincorrente da ulcera era simile in coloro che assumevano celecoxib ed in coloro che assumevano l’associazione diclofenac-omeprazolo. I risultati dimostrano che il celecoxib può essere un’alternativa alla terapia associata diclofenac-omeprazolo, ma comunque il rischio di sanguinamento ricorrente con entrambe le terapie è alto (il 4,9% nel gruppo del celecoxib e il 6,4% nel gruppo dell’associazione diclofenac-omeprazolo hanno presentato sanguinamento ricorrente entro 6 mesi), quindi nessuno dei due regimi terapeutici può proteggere completamente dal sanguinamento i pazienti ad alto rischio (Chan et al., 2002).
Piante medicinali con proprietà antiaggreganti (ginko biloba, ginseng, arpagofito e aglio): i FANS non selettivi come il diclofenac, inibendo la COX-1 delle piastrine, esercitano un effetto antiaggregante piastrinico, prolungando quindi il tempo di sanguinamento. Tale effetto può portare ad un sinergismo con le droghe vegetali dotate di proprietà antiaggreganti.
Plicamicina: se associata a diclofenac può causare ipotrombinemia, favorendo la comparsa di emorragia.
Prednisolone: in associazione con diclofenac può aumentare il rischio di sanguinamento gastrointestinale.
Sali di litio: il diclofenac può dar luogo ad aumento della litiemia. Il diclofenac è risultato ridurre la clearance renale del litio del 23% e aumentarne la concentrazione plasmatica del 26% (volontari sani) (Reimann, Frolich, 1981).
Salicilati: in associazione con diclofenac possono incrementare l’incidenza di effetti collaterali gastrointestinali.
Test di funzionalità tiroidea: il diclofenac può interferire con questi test.