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Ketoprofene

Oki, Fastum, Orudis e altri

Effetti collaterali - Quali sono gli effetti collaterali di Ketoprofene?

Gli effetti collaterali più frequentemente riscontrati con ketoprofene comprendono dispepsia, pirosi gastrica, dolore addominale e senso di vertigine.

Dall'analisi delle segnalazioni spontanee di eventi avversi (ADR) relative all'anno 2008, il ketoprofene si colloca tra i farmaci con almeno 40 segnalazioni, in particolare si posiziona all'undicesimo posto con 170 segnalazioni, di cui il 27% gravi. Di queste segnalazioni 22 sono state a carico di pazienti pediatrici (età <18 anni) anche in un range di etò (<6 anni) in cui il farmaco è controindicato (GIF, 2009).

Cardiovascolari: edema periferico (2%), insufficienza cardiaca congestizia (<1%), ipotensione.

Centrali: cefalea, vertigini, depressione, sonnolenza, insonnia e nervosismo (1-3%); (rari) discinesia transitoria, astenia, sincope.

Dermatologici: rash maculopapillare, dermatite bollosa ed esfoliativa, esantema cutaneo, eritema, sindromi immuno-allergiche, come la sindrome di Stevens Johnson e la sindrome di Lyell; fotosensibilità.
Reazioni da ipersensibilità cutanea e fotosensibilizzazione, talvolta anche gravi, conseguenti all’utilizzo di ketoprofene per uso cutaneo si sono verificate soprattutto nei mesi primaverili ed estivi confermando come l’esposizione alla luce solare abbia un effetto sensibilizzante sulla cute trattata.
Il ketoprofene è responsabile di dermatite da contatto di natura fotoallergica (Suzuki et al., 2003).
E’ stato riportato il caso di una ragazza (età: 26 anni) che, a seguito di una contusione al braccio, ha utilizzato un gel a base di ketoprofene sulla parte contusa; dopo pochi giorni, con l’esposizione solare, si è manifestata dermatite bollosa allergica da fotosensibilizzazione (ustone di I e II grado) con danno funzionale, trattata con cortisone, antibiotico e antistaminico. I fenomeni di fotosensibilizzazione possono verificarsi anche con altri FANS, ma per il ketoprofene la frequenza sembra essere più alta.
Le reazioni cutanee da ketoprofene sono da attribuire alla sua struttura chimica (funzione carbonilica) che, in seguito a fotoesposizione, subisce una degradazione chimica che porta alla formazione di radicali e di specie ossigenate reattive responsabili dei fenomeni fototossici (Klefah, Musa et al., 2007). In seguito all’esposizione alla luce il ketoprofene subisce la decarbossilazione, dalla quale si originano radicali che provocano un’azione litica a livello delle membrane cellulari (Bagheri, Liaubet et al., 2000).
Il ketoprofene può dare anche dermatiti da contatto di natura fotoallergica alla base delle quali vi è una risposta di ipersensibilità ritardata mediata dai linfociti T. Questo tipo di reazione si verifica in soggetti precedentementi sensibilizzati e richiede un periodo di latenza. Le lesioni sono polimorfe, eczematose, dose dipendenti e possono estendersi ad aree non irradiate. Sulla base dei dati clinici il rischio di reazioni gravi fotoallergiche è molto basso (1 caso su 100.000 pazienti trattati (European Medicines Agency - EMA, 2010).
Generalmente la durata della reazione di fotosensibilizzazione dopo la sospensione del ketoprofene, può variare da pochi giorni a qualche settimana, ma sono stati riportati anche casi di maggiore persistenza.

Ematici: disfunzioni piastriniche, porpora, trombocitopenia, aumento del tempo di protrombina, edema, ematuria, amenorrea.

Epatici: aumento degli enzimi epatici.

Gastrointestinali: dispepsia (12%), nausea, vomito, diarrea, dolori addominali, pirosi, costipazione e flatulenza (12%), gastralgia, gastriti, ulcere peptiche, emorragie gastriche, perforazioni gastriche, emorragia rettale, ematemesi, ulcere intestinali (minore dell'1%), pancreatite acuta da farmaci; (raro) disuria transitoria.
Dispepsia, pirosi gastrica, costipazione e dolore addominale rientrano fra gli effetti collaterali più frequenti del ketoprofene.
Fra i FANS il ketoprofene è caratterizzato da un potenziale di tossicità gastrointestinale intermedio; la molecola con il potenziale minore è l'ibuprofene.
Fattori di rischio per emorragia gastrica sono rappresentati da età (>60 anni), terapia concomitante con fluidificanti del sangue e/o steroidi, anamnesi positiva per sanguinamento gastrico.
L'enteropatia è stata evidenziata riscontrata con tutti i FANS comunemente usati: con ketoprofene 14 pazienti su 9 hanno presentato infiammazioni intestinali (Bjarnason et al., 1984 e 1987).

Oftalmici: emorragia retinica (minore dell'1%), depositi a livello del cristallino.

Renali: necrosi papillare renale, sindrome nefrotica, ematuria, proteinuria e nefriti interstiziali.
Gli effetti collaterali renali del ketoprofene sono riconducibili all'azione di inibizione dei FANS sulle prostaglandine renali.
Effetti avversi a carico del rene sono stati osservati anche con la somministrazione topica di ketoprofene. La somministrazione topica di ketoprofene 2 volte/die per 5 giorni, per il trattamento di un'artrite infiammatoria, è stata associata a un'insufficienza renale acuta funzionale, risoltasi con la sospensione della terapia. Dopo 6 giorni dalla sospensione del ketoprofene, la concentrazione ematica risultava pari a 4,17 mg/L (la concentrazione ematica dopo dosi orali terapeutiche è compresa tra 5 e 10 mg/L) (Krummel et el., 2000).

Respiratori: dispnea, broncospasmo, ostruzione delle vie aeree, asma acuto, crisi asmatiche in pazienti affetti da asma bronchiale o con anamnesi di allergie.

Sistemici: sudorazione, orticaria, fotosensibilità, reazioni di ipersensibilità (edema facciale e alla bocca, edema genitale, edema alle parti molli, angioedema, reazioni anafilattoidi, shock).