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Minoxidil

Regaine, Carexidil e altri

Farmacologia - Come agisce Minoxidil?

Il minoxidil è un farmaco antipertensivo ad azione prolungata; chimicamente è un derivato pirimidinico (2,4-diamino-6-piperidino-pirimidina-3-ossido).
È un potente vasodilatatore arterioso; possiede solo un modesto effetto sul distretto venoso. Causa perciò un aumento del ritorno venoso e conseguente aumento della frequenza cardiaca, della gittata cardiaca, del volume ematico cardiopolmonare e della pressione dell’arteria polmonare.
Il minoxidil agisce a livello dei canali del potassio ATP-dipendenti. L’azione ipotensiva è dovuta alla formazione di un metabolita solfato che attraverso l’apertura dei canali del potassio ATP-dipendenti provoca un rilassamento della muscolatura liscia vascolare (Messenger, Rundegren, 2004). Studi in vitro condotti su modelli animali hanno evidenziato interazioni farmacodinamiche tra minoxidil e glibenclamide (ipoglicemizzante orale), che hanno azione opposta sui canali del potassio. Nell’uomo la co-somministrazione di minoxidil (5 mg) e glibenclamide (2,5 mg) non sembra influenzare l’effetto farmacologico del minoxidil. La co-somministrazione di minoxidil e dosaggi più elevati di glibenclamide (5 mg) sembra invece determinare un’interazione dose dipendente tra i due farmaci (aumento della pressione e ipoglicemia) (Stein et al., 1997).

I canali del potassio ATP-dipendenti presenti a livello cutaneo sembrano essere coinvolti nel meccanismo di crescita dei capelli. Studi in vitro condotti su animali mostrano un aumento della crescita dei peli associata a farmaci che determinano l’apertura dei canali del potassio, tra cui minoxidil, pinacidil, cromakalim. L’azione del minoxidil non risulta antagonizzata da bloccanti del canale del potassio quali glibenclamide, tetraetilammonio, procaina (Buhl et al., 1993). Nell’uomo studi in vitro hanno dimostrato la presenza di due tipi di canali del potassio ATP-dipendenti, uno dei quali è risultato sensibile all’azione del minoxidil (Shorter et al., 2008). Da studi in vitro su modelli animali è emerso che anche a livello cutaneo l’attività del minoxidil è dovuta alla formazione del metabolita solfato (Buhl et al., 1990).

A livello renale l’attivazione dei canali del potassio indotta da minoxidil risulta associata a una maggiore attività del co-trasportatore Na/2Cl/K presente nel tratto ascendente dell’ansa di Henle. La somministrazione di minoxidil per via endovenosa (1,5 mg/kg) ha determinato una riduzione dell’eliminazione di sodio e magnesio rispettivamente del 58% e 37% e una diminuzione del volume urinario del 63%. Lo studio ha evidenziato un aumento dell’assorbimento di liquidi pari al 44% (da 8,32 a 11,95 nl/min). L’assorbimento del potassio risulta aumentato del 57% (da 35,8 a 56,4 pmol/min), quello del sodio del 14% (da 1,96 a 2,34 nmol/min) e quello del cloro del 21% (da 1,72 a 2,08 nmol/min) (Wang, 2003).

L’azione vasodilatante è maggiore di quella indotta da idralazina: si manifesta dopo circa 30 minuti dalla somministrazione orale e raggiunge il nadir dopo 2-3 ore.
Il minoxidil non mostra azione diretta di stimolo sul cuore.
Il farmaco causa aumento dei livelli plasmatici di renina e ritenzione idrica.
In vitro ed in vivo è risultato porfirinogenico.
Negli animali di laboratorio il minoxidil causa lesioni cardiache (necrosi, arteriopatia coronarica, lesioni al ventricolo sinistro) (Hanton et al., 2008; Hanton et al., 2004). Il farmaco non sembra indurre lo stesso effetto nell’uomo.
L’impiego di minoxidil per periodi maggiori di un mese può provocare ipertricosi; questo effetto collaterale è stato sfruttato nel trattamento della alopecia.

Il minoxidil sembra avere azione agonista a livello dei recettori alfa2 adrenergici. Studi condotti su muscoli anococcigei e vasi deferenti di ratto mostrano effetto inibitorio concentrazione-dipendente associato a minoxidil, antagonizzato da yohimbina. Il minoxidil ha determinato rilassamento concentrazione-dipendente della muscolatura liscia uterina di ratto già depolarizzata con cloruro di potassio; tale effetto è risultato antagonizzato da yohimbina e glibenclamide (Sharma et al., 1997).

Ipertensione
Il minoxidil è efficace nel normalizzare i valori pressori in caso di forme gravi e refrattarie di ipertensione (59% dei pazienti dopo 6 mesi; 72% dei pazienti dopo 1 anno di terapia). Si ritiene indicato come alternativa alla nefrectomia bilaterale in pazienti con grave danno renale (Mitchell, Pettinger, 1978).
Per gli effetti collaterali, l’uso di minoxidil è limitato ai casi di ipertensione resistente.

Alopecia
Il minoxidil per via topica viene impiegato nel trattamento dell’alopecia androgenica. Da uno studio della durata di 48 settimane condotto su 393 pazienti uomini di età compresa tra 18 e 49 anni, è emerso che la soluzione di minoxidil al 5% risulta più efficace rispetto alla soluzione al 2% e al placebo nel favorire la ricrescita dei capelli. Si è registrata una crescita media pari a 18,6 capelli/cm2 con la soluzione di minoxidil al 5%, contro una crescita media di 12,7 e 3,9 capelli/cm2 rispettivamente con la soluzione al 2% e con placebo (Olsen et al., 2002). In uno studio analogo condotto su 381 donne è emerso che la ricrescita media dei capelli è stata di 24,5 capelli/cm2 in seguito all’applicazione topica di minoxidil al 5%, di 20,7 con minoxidil al 2% e di 9,4 con placebo (Lucky et al., 2004).
La ricrescita dei capelli si verifica solitamente dopo 3-4 mesi di trattamento topico. Con la sospensione del minoxidil però cessa la risposta terapeutica e ricompaiono i sintomi presenti all’inizio della terapia. Inoltre, l’impiego protratto nel tempo del farmaco è accompagnato da una riduzione progressiva del suo stesso effetto.

Il minoxidil risulta efficace anche nel trattamento dell’alopecia areata, un tipo di alopecia che sembra avere origine autoimmune. L’associazione tra minoxidil ed antralina è stata associata a una maggiore e più veloce ricrescita dei capelli rispetto al trattamento con i singoli farmaci, probabilmente a causa di un effetto sinergico (Papadopoulos et al., 2000; Fiedler et al., 1990).
In caso di alopecia areata il minoxidil provoca un ritorno alla norma del diametro e della profondità del follicolo nel cuoio capelluto, riduce l’infiltrato perifollicolare e determina l’apertura di vasi sanguigni dermici precedentemente chiusi (Weiss et al., 1984).
Non sembra esistere correlazione fra risposta terapeutica e stato iniziale del follicolo.
Il meccanismo d’azione del minoxidil è probabilmente dovuto ad un’azione diretta verso l’epitelio follicolare e si esplicherebbe tramite:
1) aumento del flusso ematico nel cuoio capelluto per vasodilatazione con stimolazione della microcircolazione attorno al follicolo (Wester et al., 1987);
2) azione immunosoppressiva sui linfociti T (l’alopecia areata è considerata una patologia autoimmune) (Cohen et al., 1982);
3) arresto del passaggio del capello dalla fase anogenica alla fase telogenica (Clissold, Heel, 1987).

Nel caso di alopecia indotta da trattamento chemioterapico, l’applicazione di minoxidil per via topica non evita la perdita dei capelli, ma può ridurre la gravità del fenomeno (Trüeb, 2010).