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Mirtazapina

Remeron e altri

Effetti collaterali - Quali sono gli effetti collaterali di Mirtazapina?

Gli effetti collaterali più frequenti (> 10% dei pazienti) associati alla mirtazapina comprendono: sonnolenza (54%), aumento del peso corporeo (12%), bocca secca (25%), aumento dei livelli di colesterolo (15%), costipazione (13%) e aumento dell’appetito (17%) (Jilani, Saadabadi, 2019).

In uno studio di confronto tra mirtazapina e altri farmaci antidepressivi che ha preso in considerazione 29 trial clinici randomizzati, la mirtazapina è risultata associata ad una minor incidenza di tremori rispetto agli antidepressivi triciclici e di disturbi sessuali rispetto agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) (Watanabe et al., 2011).

In una metanalisi condotta nel 2018 sono stati messi a confronto 21 farmaci antidepressivi soprattutto in merito alla tollerabilità, aspetto che pesa notevolmente sull’aderenza del paziente alla terapia. Sulla base dei dati disponibili, infatti, circa il 43% dei pazienti con depressione maggiore interrompe il trattamento proprio a causa degli effetti collaterali dei farmaci. La mirtazapina è risultata avere un rischio per eventi avversi cardiovascolari basso (0,7%) rispetto agli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI) e agli inibitori della serotonina e noradrenalina (SNRI) (0,08%) e agli antidepressivi triciclici (0,15%). Inoltre, in termini di sicurezza in caso di sovradosaggio, la mirtazapina è risultata migliore rispetto agli antidepressivi triciclici e simile agli SSRI e SNRI. Per quanto riguarda invece gli effetti sul peso corporeo, la mirtazapina ha mostrato costantemente un effetto di aumento del peso sia durante il trattamento in acuto che a lungo termine. La metanalisi ha considerato anche potenziali effetti degli antidepressivi sui livelli di sodio, sonno e sudorazione. La mirtazapina è risultata indurre sonnolenza come effetto di una risincronizzazione del ritmo circadiano e non come conseguenza di un effetto di sedazione (Wang et al., 2018).

Il rischio di convulsioni in seguito a terapia con mirtazapina è stimato molto basso (0,04%), sovrapponibile al rischio di convulsioni nella popolazione generale (0,07-0,09%) (Montgomery, 2005; Anttila, Leinone, 2001). Con gli antidepressivi triciclici, alle dosi terapeutiche, il rischio di convulsioni è compreso tra lo 0,4% el’1-2% (Montgomery, 2005).

Cardiovascolari: ipotensione, palpitazioni, tachicardia.

Centrali: sonnolenza, sedazione, cefalea, sogni anomali, confusione, ansia, vertigini, nervosismo, agitazione, tremore, irrequietezza, insonnia, stanchezza, riduzione/aumento dell’appetito, distonia acuta associata a sindrome delle gambe senza riposo, sincope, sindromi maniacali, acatisia acuta, sonnambulismo (dosaggio elevato), mioclono, ideazione/comportamento volto al suicidio, convulsioni, sindrome serotoninergica, parestesia orale, disartria.
In uno studio condotto presso i medici di medicina generale in Inghilterra e riferito all’attività prescrittiva tra il settembre del 1997 e il febbraio del 1999, gli effetti collaterali più frequenti associati alla mirtazapina nel primo mese di trattamento sono risultati sonnolenza, sedazione, malessere e stanchezza (Biswas et al., 2003).
L’acatisia, stato di irrequietezza in cui il paziente non riesce a stare fermo, è raramente associata alla somministrazione di mirtazapina. Anzi, il farmaco è utilizzato per il trattamento della stessa acatisia per la sua azione antagonista sui recettori postsinaptici H1 dell’istamina e per l’azione dopaminergica nella corteccia frontale. In letteratura è riportato un caso di acatisia acuta da mirtazapina dopo 20 anni di trattamento (Markoula et al., 2010).
La mirtazapina è stata associata a sonnambulismo quando somministrata a dosaggi elevati: questo effetto è comparso in una paziente quando la dose di farmaco è stata incrementata da 30 a 45 mg/die. E’ possibile che il sonnambulismo sia dovuto alla diversa affinità della mirtazapina verso i recettori serotoninergici 5-HT2 e i recettori dell’istamina H1 quando somministrata a dosaggi differenti. In caso di sonnambulismo, la dose di mirtazapina deve essere ridotta o sospesa (Yeh et al., 2009).

Dermatologici: sindrome di Stevens-Johnson, dermatite bollosa, eritema multiforme, necrolisi tossica epidermica (la frequenza di questi effetti collaterali non è nota).

Ematici: (rari) neutropenia, granulocitopenia, agranulocitosi, anemia aplastica, trombocitopenia.

Endocrini: ginecomastia, iperprolattinemia, galattorrea, mastodinia, edema al tronco e agli arti iperprolattinemia-dipendente, secrezione inappropriata di ormone antidiuretico.
Ginecomastia, iperprolattinemia e galattorrea sono state osservate in un paziente anziano (uomo, 89 anni) dopo 21 mesi di terapia con mirtazapina 30 mg/die (Lynch, Madjlessi, 2004). Galattorrea, mastodinia, fatigue associati ad un esteso edema al tronco e agli arti sono stati riportati in una donna (età: 28 anni) dopo 4 settimane di terapia con mirtazapina 30 mg/die. Al momento della comparsa dei sintomi, la prolattina risultava normale, ma dopo 12 giorni i livelli dell’ormone erano aumentati al di sopra dell’intervallo di normalità (32, 1 mcg/L; intervallo: 4,79-23,3 mcg/L). Dopo una settimana dalla sospensione del farmaco, la concentrazione di prolattina si era normalizzata e i sintomi erano scomparsi (Schroeder et al., 2013).

Gastrointestinali: nausea, vomito, diarrea, costipazione, secchezza della bocca (xerostomia), dispepsia, aumento/calo del peso corporeo, pancreatite, aumentata salivazione.
L’aumento di peso corporeo è stato osservato sia con terapie in acuto che croniche; l’incremento maggiore si osserva nelle prime 4 settimane di trattamento. L’aumento di peso comunque è risultato inferiore a quello osservato con gli antidepressivi triciclici. In uno studio clinico, l’aumento di peso in pazienti con depressione è risultato legato ad un aumento dei livelli plasmatici di citochine e leptina. Questa associazione è stata riscontrata anche con la clozapina, ma non con l’amitriptilina (Anttila, Leinone, 2001).

Genitourinari: difficoltà nella minzione, ritenzione urinaria.

Metabolici: aumento dell’alanina aminotransferasi, incremento del colesterolo e dei trigliceridi (Anttila, Leinonen, 2001); iponatriemia.

Muscoloscheletrici: artralgia, mialgia, dolore alla schiena.

Oftalmici: visione annebbiata.

Sistemici: edema periferico, edema al viso, collasso (Degner et al., 2004; Biswas et al., 2003).