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Oximetazolina

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Farmacologia - Come agisce Oximetazolina?

L'oximetazolina è un'ammina simpaticomimetica, appartenente chimicamente alla classe delle benzilimidazoline.

L'oximetazolina è un'agonista di tipo alfa1 e alfa2 adrenergico impiegato come decongestionante nasale topico, provoca infatti vasocostrizione con conseguente effetto decongestionante della mucosa rinofaringea e riduzione dell'ipersecrezione di muco.

Il suo meccanismo di azione si esplica tramite stimolazione dei recettori alfa situati sulla muscolatura liscia vasale della mucosa rinofaringea. La vasocostrizione riduce il turgore della mucosa infiammata favorendo il passaggio dell'aria nelle fosse nasali.

I benefici derivanti dall'impiego dei decongestionanti nasali sono transitori, con la sospensione della loro azione farmacologica si verifica infatti una vasodilatazione reattiva a carico della mucosa che riproduce, o addirittura aggrava, i sintomi di ostruzione del naso e della faringe. L`uso eccessivo di questi prodotti puo` portare alla comparsa di sintomi a livello sistemico, particolarmente nei bambini e nei pazienti anziani. Le reazioni avverse più significative sono a carico del sistema nervoso e cardiocircolatorio.

Gli studi clinici randomizzati e controllati disponibili, condotti nei pazienti adulti hanno evidenziato un lieve, ma statisticamente significativo miglioramento dei sintomi nei pazienti (6%) che avevano ricevuto una dose singola di decongestionante rispetto a quelli che avevano ricevuto il placebo. Una singola dose di oximetazolina (per via topica) o fenilpropanolammina o pseudoefedrina (per os) ha ridotto la congestione delle mucose nasali per un periodo di 3-10 ore rispetto al placebo (Taverner, Latte, 2007). Non sono disponibili dati di letteratura relativi all'efficacia dei decongestionanti nasali somministrati ripetutamente per alcuni giorni (3-5 giorni).

Non sono disponibili studi clinici controllati sugli effetti terapeutici dei decongestionanti nasali nel trattamento del comune raffreddore, indicazione per la quale viene abitualmente impiegato questo gruppo di farmaci, nei pazienti pediatrici di età inferiore ai 12 anni.

Uno studio retrospettivo condotto su 72 pazienti pediatrici di età compresa tra 2 mesi e 13 anni esposti a derivati imidazolinici, sia per via orale che per via nasale, ha evidenziato un'alta incidenza di reazioni avverse (57 su 72 bambini esposti). Le reazioni non risultavano essere gravi ed erano prevalentemente a carico del sistema nervoso centrale, cardiovascolare e respiratorio; interessavano bambini al di sotto di 3 anni ed erano più frequenti (47 su 57) negli esposti a nafazolina rispetto a quelli esposti a oximetazolina (4 su 57) (Bucaretchi et al., 2003).

In un altro studio, sempre di tipo restrospettivo, è emerso che l'89,6% dei pazienti esposti a derivati imidazolinici, gruppo di farmaci a cui appartiene l'oximetazolina, era di età inferiore ai 4 anni. Gli effetti collaterali più frequenti in caso di sovradosaggio, ingestione accidentale o anche normale uso terapeutico, risultavano a carico del sistema nervoso centrale (depressione del SNC oppure stimolazione del sistema parasimpatico); meno frequenti risultavano essere tachicardia, midriasi e ipertensione arteriosa (Mahien et al., 1993).

In vitro, l'oximetazolina provoca porfiria.