Sovradosaggio: dosi elevate di potassio possono provocare iperkaliemia. L’iperkaliemia può essere favorita dalla presenza di alcune condizioni o patologie (fattori di rischio indipendenti) quali insufficienza renale acuta o cronica, ipoaldosteronismo, morbo di Addison, co-somministrazione con ACE-inibitori e diuretici risparmiatori di potassio, acidosi, sindrome di Crush, ustioni estese, lisi tumorale, emolisi, emorragie interne, ischemia mesenterica. L’iperdosaggio di potassio ha effetti cardiotossici.
Il trattamento dell’iperkaliemia prevede: la sospensione della supplementazione di potassio; l’infusioni di glucosio (associato o meno a insulina) oppure di sodio bicarbonato; la somministrazione orale o per via rettale (clistere) di sodio polistirene sulfonato, resina a scambio ionico (questa metodica non è raccomandata come terapia di urgenza perché la correzione dell’iperpotassiemia con la resina può richiedere ore o giorni; la via rettale è meno efficiente della via orale); la somministrazione ev. di calcio gluconato con monitoraggio elettrocardiografico, in caso di grave cardiotossicità; l’emodialisi o la dialisi peritoneale, in caso di grave iperkaliemia; l’infusione di sali di sodio, se l’iperkaliemico è associata a iponatriemia. Nei pazienti digitalizzati, una riduzione rapida della concentrazione sierica di potassio può esacerbare la cardiotossicità dei glucosidi digitalici. Nei pazienti in terapia con diuretici risparmiatori di potassio, l’instaurarsi di una condizione di iperkaliemia richiede l’interruzione e la sostituzione del diuretico.
Test preclinici: non sono stati condotti studi di cancerogenicità o mutagenicità sui sali di potassio.
Tossicità riproduttiva: il potassio è collocato in classe C di rischio teratogeno secondo la classificazione della Food and Drug Administration (FDA) (classe C: farmaci per i quali gli studi sugli animali hanno rilevato effetti dannosi sul feto – teratogenico, letale o altro – e nel contempo non sono disponibili studi controllati in donne oppure farmaci per i quali non sono disponibili studi né sull’uomo né sull’animale. Il farmaco dovrebbe essere dato solo se il potenziale beneficio giustifica il potenziale rischio per il feto).
Non sono stati condotti studi sugli animali, ma è improbabile che una supplementazione di potassio che non determini iperkaliemia, possa avere effetti negativi sul feto o possa alterare la capacità riproduttiva.
DL50: (potassio acetato) dopo somministrazione orale: 3,25 g/kg (ratto); (potassio canrenoato); dopo somministrazione orale: 1500 mg/kg (topo); 1656 mg/kg (ratto); dopo somministrazione endovena: 110 mg/kg (ratto); dopo somministrazione intraperitoneale: 135 mg/kg (topo).