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Progesterone

Progeffik, Prometrium, Prontogest e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Progesterone?

Ritenzione idrica: il progesterone deve essere somministrato con cautela quando la ritenzione di liquidi può costituire un problema di salute come in caso di epilessia, insufficienza renale, insufficienza cardiaca, asma, emicrania, ipertensione e in caso di pazienti a rischio di tromboembolismo.

Depressione: il progesterone deve essere somministrato con cautela nelle pazienti affetti da depressione.

Fumo: il rischio di disturbi cardiovascolari (tromboembolici) in seguito a terapia con progesterone aumenta nelle pazienti fumatrici.

Diabete: monitorare la glicemia nelle pazienti diabetiche che assumono progesterone perchè il farmaco può ridurre la tolleranza al glucosio.

Pap-test: durante trattamenti prolungati con progesterone effettuare un pap-test di controllo.

Disturbi alla vista: interrompere la somministrazione di progesterone se si verifica perdita totale o parziale della vista o annebbiamento/offuscamento della vista.

Tromboembolia: interrompere la somministrazione di progesterone in caso di segni o sintomi riconducibili ad eventi di natura tromboembolica a carico di arti, polmoni, cervello.

Premenopausa: nelle donne in premenopausa la somministrazione di progesterone può mascherare l’insorgenza del periodo di transizione fra fertilità e menopausa (climaterio).

Test endocrini o di funzionalità epatica: il progesterone ne può alterare i risultati. Il progesterone abbassa i valori di FSH (ormone follicolo stimolante) e di LH (ormone luteinizzante) nella donna; aumenta i valori di aspartato aminotransferasi (AST).

Terapia ormonale sostitutiva (HRT): il progesterone naturale o di sintesi (progestinici) è associato a terapia estrogenica (terapia ormonale sostitutiva) nel trattamento dei disturbi della menopausa. Rispetto ai progestinici di sintesi, il progesterone naturale (progesterone micronizzato) è associato ad un rischio minore di tumore mammario (Fournier et al., 2005). L’aggiunta del progesterone o dei derivati sintetici (progestinici) è indicata in quanto protegge dal rischio di adenocarcinoma a carico della mucosa uterina associato alla somministrazione dei soli estrogeni. L’aggiunta del progestinico però comporta un aumento lieve-moderato del rischio di tumore mammario rispetto all’impiego del solo estrogeno (2-12 casi in più ogni 1000 donne trattate almeno con 5 anni di HRT rispetto al valore di riferimento di circa 45 casi di tumore mammario ogni 1000 donne di età compresa fra 50 e 70 anni non in terapia ormonale sostitutiva). L’uso del progesterone naturale (progesterone micronizzato) è stato associato ad un rischio minore di cancro al seno (p<0,001) rispetto ai progestinici di sintesi (rischio relativo: 0,9 [0,7-1,2] vs 1,4 [1,2-1,7]) che si traduce, di fatto, quando il progesterone naturale sia somministrato secondo uno schema posologico sequenziale o combinato ciclico, nell’assenza di un aumento del rischio di cancro al seno rispetto alla terapia estrogenica (Fournier et al., 2005). Il rischio di tumore al seno tende ad aumentare con la durata della terapia ormonale sostitutiva per tornare al valore pretrattamento dopo 5 anni dalla sospensione della HRT. Il tumore mammario che si sviluppa nelle donne in terapia ormonale sostitutiva sembrerebbe meno invasivo rispetto a quello che si sviluppa nelle donne non trattate con HRT. Nel caso si dovesse prospettare una terapia ormonale sostitutiva prolungata, valutare con attenzione il rapporto rischio/beneficio rispetto all’aumento di probabilità di sviluppare un tumore al seno. Il monitoraggio delle pazienti richiede particolare cautela in caso di anamnesi positiva famigliare per tumore e in caso di pregressa colestasi ricorrente, prurito manifestatosi in gravidanza, alterata funzionalità epatica (preferire somministrazione transdermica), insufficienza renale, insufficienza cardiaca, presenza di noduli al seno o mastopatia fibrocistica (in caso di iperplasia globulare o duttale con atipia potrebbe aumentare il rischio di tumore al seno), epilessia (l’epilessia che si manifesta in corrispondenza al ciclo mestruale, epilessia catameniale, sembra migliorare con il progesterone naturale e peggiorare con i progestinici di sintesi), asma (esacerbazione), otospongiosi (malattia dell’orecchio caratterizzata da perdita progressiva dell’udito, indicata anche come otosclerosi), diabete mellito, sclerosi multipla e lupus eritematoso sistemico (aumento del rischio trombotico).

Allattamento: poichè il progesterone è escreto nel latte materno, non si consiglia l’allattamento al seno durante la terapia con il farmaco.

Gravidanza: la somministrazione del progesterone in gravidanza, in caso di minaccia di parto, è indicata esclusivamente in caso di insufficiente attività del corpo luteo gravidico, per il primo trimestre di gravidanza. Il farmaco ha un effetto di inibizione delle contrazioni dell’utero. Nel secondo e terzo trimestre di gravidanza, il progesterone è stato associato a ittero colestatico e malattie epatocellulari. Per inibire le contrazioni dell’utero, in questa fase, si utilizzano farmaci tocolitici, cioè farmaci in grado di indurre miorilassamento della muscolatura uterina.

Attività che richiedono attenzione e coordinamento costante: poichè il progesterone può causare sonnolenza, si consiglia cautela in caso di attività che richiedono attenzione e coordinazione prolungate nel tempo (es. guida di autoveicoli).


Nota:
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In particolare I&B autorizza e predispone la pubblicazione dei contenuti di questa sezione "Avvertenze", con licenza GFDL e CC-BY_SA, sulla pagina dell'enciclopedia libera alla Voce "Progesterone".