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Tramadolo

Contramal, Fortradol, Tralodie e altri

Effetti collaterali - Quali sono gli effetti collaterali di Tramadolo?

Gli effetti collaterali del tramadolo sono quelli tipici degli analgesici oppiodi: nausea, vomito, ritenzione urinaria, sonnolenza, costipazione, secchezza delle fauci, effetti immunosoppressivi, disforia, stipsi. Nausea, vertigini e sonnolenza sono gli effetti collaterali più comuni e si riscontrano in più del 10% dei pazienti trattati.

Gli effetti collaterali del tramadolo sono molto più blandi in termini di intensità e frequenza, rispetto a quelli causati da dosi equipotenti di altri analgesici oppioidi, rendendo il farmaco più tollerabile di altri oppioidi. Il trattamento con tramadolo ha un basso potenziale di abuso e dipendenza, non genera fenomeni di tolleranza (si verifica quando l’effetto è minore di quello ottenuto alla prima somministrazione ed è richiesta una dose maggiore per ottenere gli stessi effetti) e porta raramente a depressione respiratoria ed eventi cardiovascolari, perché esplica la sua azione con un meccanismo d’azione peculiare (Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, 2015; Dayer et al., 1997; Novelli et al., 1999; Scott, Perry, 2000). Anche gli effetti sulla motilità gastrointestinale sono ridotti (Agenzia Italiana del Farmaco - AIFA, 2014).

Gli effetti collaterali sono dose-dipendenti e un basso dosaggio iniziale rende il farmaco più tollerabile (Dayer et al., 1997). Gli effetti sono ridotti con l’impiego di formulazioni di tramadolo orali a rilascio modificato (Aronson, 2009).

In seguito a interruzione del trattamento con tramadolo o in caso di riduzione del dosaggio possono manifestarsi sintomi di astinenza, alcuni tipici degli oppioidi, altri non osservati in seguito a sospensione da oppioidi. I sintomi atipici comprendono allucinazioni, paranoia, ansia grave, attacchi di panico, confusione, formicolio alle estremità (Senay et al., 2003).

Cardiovascolari: palpitazioni, tachicardia. Ipotensione posturale o collasso cardiocircolatorio, soprattutto in pazienti in condizione di stress fisico e durante somministrazione endovenosa. Raramente è stata registrata bradicardia, aumento della pressione arteriosa e vampate di calore.

Centrali: capogiri, sonnolenza, cefalea. Effetti più rari comprendono disturbi del linguaggio, parestesie, tremore, convulsioni epilettiformi, contrazioni muscolari involontarie, incoordinazione motoria, sincope, sindrome serotoninergica; stati confusionali, disturbi del sonno, allucinazioni visive e uditive, delirio, ansia, incubi (Aronson, 2009); modifiche dell’umore (euforia, disforia) e delle capacità sensoriali e cognitive; dipendenza e sindrome di astinenza da sospensione della terapia.
L’insorgenza di convulsioni e la sindrome serotoninergica si verificano più frequentemente in seguito a iperdosaggio da tramadolo o in associazione con farmaci antidepressivi (Sansone, Sansone, 2009).
Le crisi convulsive si verificano in meno dell’1% dei pazienti in monoterapia con tramadolo, ma il rischio aumenta di 2-6 volte se il tramadolo è associato ad altri farmaci, in presenza altre situazioni patologiche o se i pazienti ne sono stati affetti in passato. Le persone più colpite sono di età tra i 25 e 54 anni, con precedente abuso di alcol, infarto o trauma cranico (Aronson, 2009; Sansone, Sansone, 2007).
Gli episodi convulsivi che occorrono nelle 24 ore successive all’ingestione e sono più comuni tra i pazienti giovani esposti a tramadolo per lunghi periodi e che fanno uso di alcol in concomitanza alla terapia con tramadolo (Jovanovic-Cupi et al., 2006).
Le convulsioni sono state associate soprattutto a pazienti di sesso maschile, che hanno fatto un uso cronico di tramadolo, nei casi di tentato suicidio con tramadolo, di abuso intenzionale o utilizzo improprio di tramadolo e nei pazienti con tachicardia (HR >100 battiti/minuto; HR = Heart rate) (Marquardt et al., 2005). Sintomi quali tachicardia e midriasi sono predittivi del rischio di andare incontro a convulsioni (Tashakori, Afshari, 2010).
La sindrome serotoninergica è una situazione patologica che è dovuta ad un’eccessiva stimolazione dei recettori serotoninergici a livello del sistema nervoso centrale e periferico, causata da diversi farmaci che agiscono sul sistema serotoninergico. Il tramadolo, specialmente in associazione con antidepressivi che attraverso diversi meccanismi potenziano questa attività, può causare questo evento (il tramadolo esplica attività inibitoria sulla ricaptazione della serotonina sul nucleo del rafe, struttura del cervello coinvolta nelle fasi di sonno REM e nella modulazione del dolore). Alcuni agenti farmacologici o sostanze d’abuso che incrementano la trasmissione serotoninergica possono causare sindrome serotoninergica (buspirone, alcaloidi dell’ergot, amfetamina, cocaina). La sindrome serotoninergica presenta sintomi caratteristici legati a eccessiva attività neuromuscolare (tremore, clono, mioclono, iperriflessia, rigidità), eccessiva attività del sistema nervoso autonomo (diaforesi, febbre, tachicardia, tachipnea), stato mentale alterato (agitazione, confusione) (Benzon et al., 2013; Sansone, Sansone, 2007).

Dermatologici: iperidrosi, prurito, rash (rari), orticaria. È stata osservata la comparsa di noduli subcutanei, sindrome di Stevens-Johnson (SJS) e necrolisi epidermica tossica (TEN) (Aronson, 2009; Mockenhaupt et al., 2008). Sono stati riportati casi di ipersensibilità da paracetamolo con rash cutaneo e casi molto rari di reazione cutanee gravi, in seguito ad assunzione di tramadolo associato a paracetamolo (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2013).

Disturbi della coagulazione: sono stati riportati casi di discrasia ematica (trombocitopenia, agranulocitosi) in seguito ad assunzione di tramadolo associato a paracetamolo (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2013).

Epatobiliari: incremento dei valori degli enzimi epatici.

Gastrointestinali: nausea, stipsi, vomito, secchezza della bocca, aumento del pH a livello gastrico, inibizione dello svuotamento gastrico, irritazione gastrointestinale (gonfiore, senso di tensione gastrica), diarrea (Aronson, 2009).

Immunologici: effetti immunosoppressivi, reazioni allergiche (broncospasmo, dispnea, sibili, angioedema), anafilassi (rari). Il rischio di andare incontro a reazioni anafilattiche aumenta in pazienti con precedenti reazioni analoghe a codeina e altri oppiodi (Food and Drug Administration - FDA, 2009).

Metabolici: alterazione dell’appetito, ipoglicemia.
Il tramadolo è risultato associato ad un aumento del rischio di ipoglicemia, che se non trattata può portare ad un maggior rischio di cadute, alterazioni neurocognitive e della vista. Dai dati disponibili, il tramadolo è associato ad un aumento del rischio di ipoglicemia pari a 10 volte rispetto a tutti gli altri oppioidi; solo il metadone è risultato presentare un effetto simile. I diabetici  e i pazienti con pre-diabete sono le categoria più esposte, ma l’effetto indesiderato è stato osservato anche in assenza di fattori di rischio  per diabete (Fournier et al., 2015; Makuntus et al., 2019).

Muscolo-scheletrici: debolezza muscolare.

Oculari: miosi, midriasi, visione offuscata.

Respiratori: Depressione respiratoria, dispnea, peggioramento dell’asma.
A dosi terapeutiche (1 mg/kg) il tramadolo causa una depressione respiratoria di minore entità rispetto agli altri oppioidi. Per questo motivo il tramadolo è utilizzato anche in pediatria, sia per via orale sia per via parenterale (Ivani, 2000). Il rischio di depressione respiratoria aumenta se si superano le dosi raccomandate e se il tramadolo è associato ad altre sostanze ad azione depressiva centrale. Il tramadolo è pertanto utilizzato anche in pediatria.

Urinari: disuria, ritenzione urinaria.