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Vaccino Epatite A

Twinrix, Havrix, Avaxim e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Vaccino Epatite A?

Copertura vaccinale: come per tutti i vaccini, anche per il vaccino antiepatite A l’immunizzazione ottenuta potrebbe non essere completa in tutti i pazienti.

Profilassi per l’epatite A in caso di viaggio: in caso di viaggio in un’area endemica per l’epatite A, la somministrazione del vaccino per la profilassi deve essere effettuata almeno 2-4 settimane prima della partenza (la protezione dall’infezione compare 14-21 giorni dopo la prima dose di vaccino). Se la partenza è ravvicinata (entro le 2 settimane), utilizzare per la profilassi le immunoglobuline. Sulla base delle linee guida fornite dall’ACIP, Advisory Committee on Immunization Practices, dei CDC (Centers for Disease Control and Protection), la protezione ottenuta con il vaccino o con le immunoglobuline in caso di post-esposizione risulterebbe sovrapponibile nei bambini e negli adulti di età uguale o minore di 40 anni. Pertanto l’ACIP raccomanderebbe di somministrare una singola dose di vaccino mono-antigene anche in caso di partenza ravvicinata e di unire al vaccino il trattamento con immunoglobuline (0,02 ml/kg per via intramuscolare, sede di inoculo diversa dal vaccino) nel caso l’individuo sia anziano, immunodepresso, con patologie croniche (in particolare a carico del fegato).

Anticorpi antiepatite A: il vaccino per l’epatite A provoca la formazione di anticorpi qualitativamente differenti rispetto a quelli rintracciabili nella saliva e nel secreto delle ghiandole paratiroidi in soggetti con immunità naturale (IgA, IgG), ma questo non è risultato influire sull’efficacia del vaccino (Tilzey et al., 1992). Potrebbe essere utile verificare la presenza di anticorpi antiepatite A prima della vaccinazione nei seguenti casi: 1) sospetto di un precedente contatto con il virus; 2) presenza o storia pregressa di ittero; 3) residenza in aree geografiche con una prevalenza medio-alta per l’epatite A; 4) appartenenza a gruppi etnici o categorie particolari (es. tossicodipendenti) con prevalenza alta per l’epatite A. La sieropositività verso l’epatite A non costituisce una controindicazione alla somministrazione del vaccino.

Infezione virale in atto: in caso di somministrazione del vaccino per l’epatite A nel periodo di incubazione del virus, il vaccino potrebbe non essere efficace nel prevenire l’infezione.

Pazienti immunodepressi: il vaccino per l’epatite A, in quanto vaccino inattivato, può essere somministrato a persone con un sistema immunitario compromesso. In questi pazienti la risposta anticorpale potrebbe non essere ottimale.

Infezione da HIV: l’infezione da HIV non costituisce una controindicazione alla vaccinazione con il vaccino per l’epatite A. Anzi in questa classe di pazienti, la somministrazione del vaccino per l’epatite A è raccomandato sebbene la copertura vaccinale potrebbe non essere totale (risposta anticorpale limitata).

Immunizzazione con due vaccini per l’epatite A diversi: la seconda dose di vaccino può essere effettuata con un vaccino inattivato per l’epatite A diverso da quello impiegato per la prima dose. L’utilizzo di due vaccini differenti per l’immunizzazione primaria verso l’epatite A non è possibile quando il vaccino antiepatite A è combinato con il vaccino antiepatite B. In questo caso lo schema vaccinale, che prevede 3 dosi anzichè 2, deve essere iniziato e continuato con lo stesso tipo di vaccino combinato.

Pancreatite: il vaccino per l’epatite A, sia come tale sia combinato con quello per l’epatite B, può raramente provocare pancreatite, anche nella forma più grave di pancreatite necrotizzante. Il meccanismo con cui la vaccinazione per l’epatite A possa provocare pancreatite non è noto, possibili ipotesi comprendono: 1) reazione immunologica ad uno degli antigeni contenuti nel vaccino; 2) reazione anafilattica mediata da istamina e leucotrieni il cui rilascio è stato provocato da uno o più antigeni del virus per l’epatite A (Haviv et al., 2000).

Compatibilità del vaccino per l’epatite A con altri vaccini: la vaccinazione per l’epatite A può essere somministrata contemporaneamente alle seguenti vaccinazioni, utilizzando sedi differenti per ciascuna iniezione (CDC, 2010): epatite B (se non si utilizza il vaccino combinato), difterite, poliomielite (vaccino orale e inattivato), tetano, tifo (vaccino orale), colera, encefalite giapponese, febbre gialla.

Vaccino antiepatite adiuvato con virosoma: questo vaccino è realizzato utilizzando, come immunoadiuvante, il virosoma che lega il virus inattivato dell’epatite A. Il virosoma è una strutture fosfolipidica sferica nella cui composizione sono presenti anche gli antigeni (emoagglutinina e neuroaminidasi) del virus influenzale. La presenza di tali antigeni non conferisce protezione verso l’infezione virale influenzale e pertanto non può essere considerata un’alternativa al vaccino antinfluenzale. Il vaccino antiepatite A adiuvato con virosoma non è raccomandato in bambini di età inferiore a 5 anni.

Pazienti splenectomizzati: nei soggetti in cui è stata asportata la milza, la seconda dose del vaccino antiepatite A dovrebbe essere somministrata dopo 6 mesi dalla prima dose, perché in questa classe di pazienti il titolo anticorpale tende ad essere basso.

Somministrazione intradermica: nel caso il vaccino per l’epatite A dovesse essere somministrato per via intradermica preferire vaccini non contenenti alluminio perchè più tollerabili a livello cutaneo.

Reazioni anafilattiche: la somministrazione del vaccino per l’epatite A dovrebbe avvenire avendo sempre a disposizione misure efficaci per controllare eventuali reazioni anafilattiche (es. soluzione di adrenalina diluita 1:1000).

Gravidanza: poichè il vaccino per l’epatite A è un vaccino inattivato non esiste una controindicazione assoluta all’impiego in gravidanza (il rischio potenziale di esporre il feto all’infezione è minimo), ma si raccomanda di valutare comunque attentamente il rapporto rischio/beneficio (rischio intrinseco connesso con la vaccinazione e protezione della madre e del bambino verso l’infezione virale).

Allattamento: i dati di letteratura relativi alla somministrazione del vaccino per l’epatite A durante l’allattamento sono limitati. Le schede prodotto dei diversi vaccini non raccomandano o raccomandano estrema cautela nel somministrare questa vaccinazione alle donne che allattano.

Conservazione: conservare il vaccino per l’epatite A a temperature comprese fra 4°C e 8°C al riparo dalla luce. Il vaccino non deve essere congelato e soprattutto non deve essere somministrato dopo congelamento.

Tiomersale: questo eccipiente potrebbe essere presente in tracce come residuo del processo di fabbricazione.


Nota:
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In particolare I&B autorizza e predispone la pubblicazione dei contenuti di questa sezione "Avvertenze", con licenza GFDL e CC-BY_SA, sulla pagina dell'enciclopedia libera alla Voce "Vaccino Epatite A".