Home News About us Comitato scientifico Iscriviti Utenti Etica Contenuti Guida Faq Stage Contatti
Logo Pharmamedix
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Vaccino Influenza Stagionale

Vaxigrip Tetra, Fluarix Tetra e altri

Tossicità - Qual è la tossicità di Vaccino Influenza Stagionale?

Sovradosaggio: in letteratura non sono riportati casi di sovradosaggio da vaccino influenzale stagionale; è comunque improbabile che possa avere alcun effetto indesiderato.

Gravidanza: in gravidanza, specie nell’ultimo trimestre, una quota consistente di anticorpi materni IgG viene normalmente trasferita per via transplacentare dalla madre al feto, svolgendo una documentata azione protettiva. È stata avanzata l’ipotesi della possibilità di somministrare vaccini alla gestante assicurando così, attraverso la risposta immunitaria materna, la copertura di alcune malattie infettive dei neonati e dei lattanti. La vaccinazione della madre (immunizzazione materna) avrebbe anche il vantaggio di favorire la liberazione di IgA secretorie nel latte materno, aumentando ulteriormente le possibilità di protezione del neonato se allattato al seno. L’induzione della risposta immunitaria in caso di vaccinazione pediatrica richiede somministrazioni multiple distanziate tra loro con il risultato che, anche se la vaccinazione è iniziata molto precocemente (le prime vaccinazioni sono somministrate ai 6 mesi del bambino), per un certo numero di mesi il bambino presenta un titolo anticorpale non sufficiente per ottenere un’immunità completa.
Nei pazienti pediatrici il vaccino contro l’influenza induce una risposta anticorpale adeguata solo dopo la seconda dose, quindi la copertura vaccinale si ha non prima del quinto mese di vita. Inoltre, non sempre la risposta del sistema immunitario agli antigeni vaccinali è, nel bambino piccolo, adeguata alle necessità, cosicché si tende a posticipare la vaccinazione per cercare di ottenere risultati più efficaci, creando uno spazio temporale iniziale non protetto.

L’atto della vaccinazione in gravidanza presenta forti resistenze, in parte relative ai potenziali rischi per il feto e in parte perchè si teme che la disponibilità di una quota di anticorpi elevata per diversi mesi dopo la nascita possa interferire negativamente sulla successiva risposta al normale ciclo vaccinale del bambino.

Negli Stati Uniti l’Advisory Committee for Immunization Pratices (ACIP) ha emanato direttive a riguardo; la vaccinazione della donna in gravidanza è accettata solo se il rischio di contrarre la malattia è particolarmente elevato per la donna o per il bambino, se l’infezione comporta gravi problematiche cliniche per la madre o per il bambino e se è assai improbabile che il vaccino possa comportare rischi (Gruber, 2003). Rientrano in queste indicazioni le vaccinazioni contro l’influenza, il tetano e la difterite. È assolutamente vietata la somministrazione di vaccini basati su virus vivi. In via precauzionale, per evitare embriopatie e per consentire il più ampio passaggio di anticorpi al feto, l’ACIP raccomanda di posticipare la somministrazione del vaccino, incluso il vaccino influenzale stagionale, alla fine del secondo o al terzo trimestre di gestazione (Gruber, 2003).

Negli studi a disposizione la vaccinazione antinfluenzale con virus inattivato è risultata avere un profilo di tossicità accettabile nelle donne in gravidanza (Centers for Disease Control and Prevention – CDC, 2017). La vaccinazione con vaccino antinfluenzale stagionale inattivato non è risultata interferire né sulle modalità del parto né sull’epoca dello stesso, non ha comportato l’insorgenza di eventi imprevisti in numero superiore ai controlli e non ha influenzato lo sviluppo e le condizioni di salute del bambino nei primi 6 mesi di vita (Munoz et al., 2005). L’analisi dei livelli degli anticorpi contro i virus influenzali, dopo vaccinazione della madre, nel bambino di 2 mesi ha evidenziato livelli teoricamente protettivi per almeno tutto il primo semestre di vita (Englund, 2003).

Nelle donne in gravidanza l’influenza tende a decorrere in modo più complesso di quanto non si verifichi nell’adulto sano, con possibili conseguenze negative nel bambino. Nel terzo trimestre di gravidanza l’ospedalizzazione per complicanze influenzali sembra presentarsi con frequenza sovrapponibile a quella dei soggetti a rischio, cioè portatori di patologia cronica grave, con probabilità di decesso superiore a quella registrata nella popolazione generale (Munoz, Englund, 2001). Secondo il gruppo del Kaiser Permanente Vaccine Study Center comunque la vaccinazione con vaccino antinfluenzale in gravidanza non comporterebbe una minor probabilità, rispetto a donne gravide non vaccinate, di essere sottoposta a visita medica per malattia simil-influenzale o di essere ricoverata (Black et al., 2004).