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Ziprasidone

Ziprasidone, Zeldox

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Ziprasidone?

Patologie cardiovascolari: sono stati osservati casi di ipotensione ortostatica con ziprasidone orale, soprattutto all’inizio del trattamento e nei pazienti anziani.Nel corso degli studi clinici sono stati evidenziati anche casi di sincope, probabilmente correlati all’attività alfa1-bloccante del farmaco. Pertanto è raccomandata cautela nella somministrazione di ziprasidone in pazienti che soffrono di malattie cardiovascolari (scompenso cardiaco, infarto o ischemia del cuore, difetti della conduzione cardiaca) o cerebrovascolari o condizioni che predispongono il paziente all’ipotensione (ad esempio disidratazione e ipovolemia).

Squilibri elettrolitici: gli squilibri elettrolitici, come ipopotassiemia e ipomagnesiemia, aumentano il rischio di aritmie maligne e quindi devono essere corretti prima di iniziare la terapia con ziprasidone. Il trattamento in pazienti con malattie cardiache stabili deve essere preceduto da un controllo dell’elettrocardiogramma. La comparsa in corso di trattamenti di sintomi quali palpitazioni, vertigini, sincope o convulsioni, potrebbe indicare la presenza di aritmia cardiaca maligna: la valutazione cardiaca deve includere un elettrocardiogramma per la valutazione dell’intervallo QTc.

Sindrome neurolettica maligna:sintomi caratteristici includono ipertermia, rigidità muscolare, confusione mentale, instabilità del sistema nervoso autonomo e incremento delle concentrazioni plasmatiche di creatinina-fosfochinasi. Possono comparire anche mioglobinuria e insufficienza renale acuta. La comparsa di sintomi riconducibili a sindrome neurolettica maligna richiede la sospensione dello ziprasidone. Con la somministrazione di farmaci antipsicotici, il rischio di sindrome neurolettica maligna aumenta nei pazienti con morbo di parkinson o con demenza con corpi di Lewy. La manifestazione di questa maggiore sensibilità può includere confusione, ottundimento, instabilità posturale con frequenti cadute, in aggiunta ai sintomi extrapiramidali.

Discinesia tardiva: dopo somministrazione prolungata, ziprasidone potrebbe causare discinesia tardiva e altre sindromi extrapiramidali tardive. Nel caso, è suggerita una riduzione di dosaggio o l’interruzione del trattamento con ziprasidone. L’insorgenza di sintomi extrapiramidali (EPS, caratterizzati da rigidità dei muscoli e dei movimenti, mancanza di espressione del volto, irrequietezza motoria, lentezza o blocco dei movimenti, rallentamento della ideazione e dei riflessi) è un fattore di rischio per la discinesia tardiva.

Iperprolattinemia: in alcuni pazienti in terapia con ziprasidone sono stati osservati aumenti dei livelli di prolattina associati a sintomi clinici quali galattorrea, amenorrea, ginecomastia e disfunzioni sessuali. L’effetto è comune ad altri antipsicotici che antagonizzano i recettori della dopamina D2, ed è significativamente più frequente negli adolescenti e nei bambini dopo la pubertà rispetto all’età adulta, verosimilmente per la minore attività dopaminergica in età pediatrica.

Convulsioni: nella scheda tecnica di ziprasidone l’incidenza dei casi di convulsioni tonico-cloniche è riportata come “non comune” (<1% dei pazienti trattati con ziprasidone). Come per altri antipsicotici, è raccomandata cautela nella somministrazione di ziprasidone nei pazienti con anamnesi di disturbo convulsivo o in trattamento con farmaci che potrebbero abbassare la soglia convulsiva (ad es. fenotiazine, butirrofenoni, clozapina, antidepressivi triciclici, SSRI).

Pazienti anziani con psicosi associata a demenza: lo ziprasidone non è approvato per il trattamento di pazienti con psicosi associata a demenza. In questi pazienti è stato osservato un rischio maggiore di reazioni avverse cerebrovascolari e un aumento della mortalità improvvisa con l’uso off-label di antipsicotici.

Tromboembolismo venoso: con l’uso di farmaci antipsicotici sono stati riportati casi di tromboembolismo venoso (TEV) e pertanto, prima e durante il trattamento con ziprasidone, devono essere identificati tutti i possibili fattori di rischio di TEV e devono essere adottate misure di prevenzione.

Priapismo: gli antipsicotici, incluso ziprasidone, sono stati associati a casi di priapismo. L’evento avverso non sembra dipendere dalla dose e dalla durata del trattamento.

Suicidio/ideazione suicidaria: la possibilità di un tentativo di suicidio rientra nella patologia psicotica e nel disturbo bipolare, pertanto i pazienti ad alto rischio devono essere attentamente monitorati durante la fase di trattamento con lo ziprasidone.

Iperglicemia e diabete mellito: in considerazione di occasionali segnalazioni di iperglicemia o di esacerbazione di sindromi diabetiche pre-esistenti durante il trattamento con antipsicotici è consigliabile un adeguato monitoraggio clinico nei pazienti diabetici e nei pazienti che presentano fattori di rischio per lo sviluppo di diabete mellito.

Disfagia: dismotilità e aspirazione esofagee sono state associate all’uso di antipsicotici. I pazienti ad elevato rischio come gli anziani devono essere attentamente monitorati durante la fase di trattamento con ziprasidone.

Termoregolazione corporea: è consigliato di prestare attenzione ai pazienti che potrebbero essere esposti a condizioni che possono contribuire ad un aumento della temperatura corporea (per es. attività fisica estenuante, esposizione a fonti di calore estreme, pazienti in terapia concomitante con medicinali ad attività anticolinergica o soggetti a disidratazione). L'alterazione della capacità dell'organismo di regolare la temperatura corporea basale è stata associata all'assunzione di antipsicotici, anche se i risultati clinici suggeriscono che uno squilibrio della temperatura corporea clinicamente rilevante non sembra essere associato a ziprasidone.

Attività che richiedono attenzione e coordinazione costante: ziprasidone può indurre sonnolenza e sedazione. Prima di intraprendere attività che richiedono attenzione e coordinazione costante e prolungata nel tempo (per es. guida di autoveicoli) verificare gli effetti dello ziprasidone sul singolo paziente.

Reazione da farmaco con eosinofilia e sintomi sistemici (DRESS, Drug Reaction with Eosinophilia and Systemic Symptoms,): recentemente, l’agenzia americana che si occupa di farmaci, la Food and Drug Administration (FDA), ha emanato una nota di allerta sul rischio di una rara, ma grave reazione cutanea conosciuta come “reazione con eosinofilia e sintomi sistemici” associata all’uso di ziprasidone. Questa reazione può progredire fino ad interessare anche altre parti del corpo e può includere febbre, ingrossamento dei linfonodi, e infiammazione di organi come fegato, reni, polmoni, cuore o pancreas; la sindrome può avere esito fatale. La nota di allerta emanata dalla FDA ha incluso la raccomandazione di sospendere immediatamente il trattamento con ziprasidone nel caso il paziente manifesti febbre con rash e/o gonfiore alle ghiandole (Food and Drug Administration - FDA, 2014).

Sospensione del trattamaneto: lo ziprasidone deve essere interrotto gradualmente per evitare una sindrome di astinenza acuta o una rapida ricaduta, come si verifica generalmente con i farmaci antipsicotici. A causa di variazioni compensative di dopamina, serotonina e dei neurotrasmettitori adrenergici e dei recettori dell'istamina a livello del sistema nervoso centrale, possono verificarsi sintomi da astinenza per la brusca o troppo rapida interruzione del trattamento antipsicotico. I sintomi segnalati includono nausea, vomito, vertigini, sudorazione, discinesia, ipotensione ortostatica, tachicardia, nervosismo, vertigini, mal di testa e ansia.

Gravidanza e allattamento al seno: l’uso di ziprasidone in gravidanza non è raccomandato, a meno che non sia strettamente necessario e solo se il potenziale beneficio sia superiore al potenziale rischio per il feto (la FDA ha inserito ziprasidone in classe C per l’impiego in gravidanza, classe di farmaci per i quali il rischio per il feto non può essere escluso). Non sono infatti disponibili dati di letteratura sufficienti sull'uso dello ziprasidone e di altri antipsicotici nelle donne in gravidanza. Gli studi pre-clinici di tossicologia riproduttiva hanno dimostrato che lo ziprasidone attraversa la placenta determinando alterazioni dello sviluppo fetale. Inoltre i neonati esposti agli antipsicotici durante il terzo trimestre di gravidanza sono a rischio di reazioni avverse sovrapponibili a quelle osservate nei pazienti che interrompono bruscamente la terapia antipsicotica; nei neonati sono state segnalate reazioni di irrequietezza, ipertonia, ipotonia, tremore, sonnolenza, difficoltà respiratoria, o disturbi dell'alimentazione.
Non è noto se lo ziprasidone e/o i suoi metaboliti sono escreti nel latte materno; pertanto è raccomandato alle donne che assumono ziprasidone di non allattare al seno.

Intolleranza al lattosio: le specialità medicinali orali a base di ziprasidone (Zeldox e farmaci equivalenti) contengono lattosio monoidrato. La presenza di lattosio controindicata queste specialità per i pazienti affetti da rari problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di Lapp lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio.


Nota:
Innova et Bella, nell'ambito delle proprie attivita pro bono, ha condiviso con Wikipedia, l'enciclopedia libera, un accordo di licenza gratuita relativa ai contenuti della sezione "Avvertenze" di Pharmamedix.

In particolare I&B autorizza e predispone la pubblicazione dei contenuti di questa sezione "Avvertenze", con licenza GFDL e CC-BY_SA, sulla pagina dell'enciclopedia libera alla Voce "Ziprasidone".