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Acido Zoledronico

Aclasta e altri

Farmacologia - Come agisce Acido Zoledronico?

L’acido zoledronico {nome chimico:[1-idrossi-2-(1H-imidazol-1-il)etano-1,1di fosfonico monoidrato} (INN: zoledronic acid) è un farmaco utilizzato nel trattamento delle malattie dell’osso appartenente alla famiglia dei bifosfonati. I meccanismi d’azione di questo farmaco sono diversi ed in parte non ancora conosciuti. L’acido zoledronico presenta un’elevata affinità per l’osso mineralizzato e agisce bloccando l’enzima farnesil pirofosfato sintetasi (FPP, farnesyl pyrophosphate synthase) degli osteoclasti provocando l’inibizione del riassorbimento dell’osso (gli osteoclasti sono le cellule del tessuto osseo deputate al riassorbimento dell’osso mineralizzato) (Dunford et al., 2001). In vitro l’acido zoledronico inibisce l’attività degli osteoclasti, ne induce l’apoptosi (morte cellulare programmata) e impedisce il rilascio di calcio dal tessuto scheletrico (Rakel et al., 2011).

L’acido zoledronico è dotato di effetti antitumorali esercitati attraverso la modificazione del microambiente midollare del tessuto osseo che viene reso inospitale alla crescita del tumore. L’acido zoledronico esercita attività antiangiogenetica (inibizione della formazione di nuovi vasi sanguigni), antidolorifica, antiproliferativa degli osteoblasti (cellule che producono la matrice ossea organica), citostatica, proapoptotica e di inibizione dell’adesione e dell’invasione del tessuto osseo da parte del tumore agendo in sinergia con altri farmaci antitumorali (Kubista et al., 2006; Yamada et al., 2009).

Alcuni studi effettuati sull’animale nel lungo periodo hanno evidenziato che l’acido zoledronico non provoca effetti negativi sulla formazione, mineralizzazione e sulle proprietà meccaniche del tessuto osseo (Wise et al., 2005).

Nella cura dell’osteoporosi nelle donne in post-menopausa il trattamento annuale, per tre anni, con 5 mg di acido zoledronico somministrato per infusione endovenosa ha ridotto significativamente il rischio di fratture vertebrali, dell’anca e di altre sedi, rispetto al placebo (Black et al., 2007), aumentando la densità minerale ossea (Orwoll et al., 2010) e riducendo i markers del turnover osseo (Delmas et al., 2009). In un altro studio è emerso che la somministrazione annuale per 3 anni con 5 mg di acido zoledronico riduce in modo significativo il numero di giorni in cui i pazienti riportano dolore alla schiena e disabilità (Cauley et al., 2011). Ulteriori studi clinici sull’acido zoledronico dimostrano la riduzione del rischio di nuove fratture e la migliorata sopravvivenza nei pazienti con frattura dell’anca (Lyles et al., 2007).

L’acido zoledronico è efficace tanto quanto il risedronato nella prevenzione dell’osteoporosi causata da lunghi trattamenti con glucocorticoidi e inoltre la singola somministrazione dell’acido zoledronico rende il trattamento più accettabile rispetto alla ripetuta somministrazione del risedronato (Reid et al., 2009).

Nei pazienti con metastasi all’osso, causate da tumore alla mammella avanzato o dalla sclerosi multipla, il trattamento con 4 mg di acido zoledronico per infusione ha dimostrato efficacia tanto quanto la somministrazione di 90 mg di pamidronato per via endovenosa, in più entrambi i trattamenti sono risultati ben tollerati (Rosen et al., 2001).

L’acido zoledronico aiuta a ridurre il dolore dei pazienti con metastasi ossee causate dal cancro prostatico (Weinfurt et al., 2009) ed anche in questa situazione risulta essere molto tollerato (Còzar Olmo et al., 2008).

Nei pazienti affetti da morbo di Paget l’infusione singola di 5 mg di acido zoledronico ha provocato notevoli benefici in termini di remissione della malattia (Reid et al., 2011).

Nei pazienti che presentano ipercalcemia maligna una singola infusione di acido zoledronico è associata a riduzione dei livelli plasmatici di calcio, fosforo e all’aumento della loro escrezione urinaria (Food and Drug Administration – FDA, 2015).
Nei bambini affetti da osteogenesi imperfetta la somministrazione di acido zoledronico (0,05 mg/kg) ogni sei mesi si è rivelata efficace tanto quanto il pamidronato, ma sono necessari ulteriori studi per definire la dose ottimale e verificare la sicurezza del farmaco sul lungo periodo (Vuorimies et al., 2011).

Una recente ricerca dimostra invece che l’acido zoledronico è in grado di ostacolare le metastasi derivanti dal carcinoma esofageo a cellule squamose (Lin et al., 2015).

Indicazioni preliminari suggeriscono un possibile uso dell’acido zoledronico nel trattamento del granuloma refrattario centrale a cellule giganti nei bambini (Chien et al., 2015). Il farmaco è già utilizzato per la stessa patologia nei pazienti adulti.