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Adalimumab

Humira, Amgevita e altri

Effetti collaterali - Quali sono gli effetti collaterali di Adalimumab?

Gli effetti collaterali più frequentemente associati ad adalimumab nei trial clinici sono stati: infezioni delle vie respiratorie superiori (17% vs 13%, rispettivamente con adalimumab e placebo), dolore nel sito d’iniezione (20% vs 14%), cefalea (12% vs 8%), rash (12% vs 6%) e sinusite (11% vs 9%).

Circa il 7% dei pazienti ha interrotto la somministrazione del farmaco per effetti avversi (vs 4% con placebo).


Effetti collaterali con incidenza uguale o superiore al 5% osservati nei trial clinici e durante la sorveglianza postmarketing nei pazienti in terapia con adalimumab e placebo

Apparato respiratorio: infezioni delle alte vie respiratorie (17% vs 13%, adalimumab e placebo), sinusite (11% vs 9%), sindrome influenzale (7% vs 6%).

Cardiovascolari: ipertensione (5% vs 3%).

Centrali: cefalea (12% vs 8%).

Dermatologici: rash (12% vs 6%).

Ematici: (=/> 10%) leucopenia, anemia.

Gastrointestinali: nausea (9% vs 8%), dolore addominale (7% vs 4%).

Metabolici: test di laboratorio anomali (8% vs 7%), ipercolesterolemia (6% vs 4%), iperlipidemia (7% vs 5%), incremento della fosfatasi alcalina (5% vs 3%).

Muscoloscheletrici: Dolore alla schiena (6% vs 4%).

Renali: infezioni del tratto urinario (8% vs 5%), ematuria (5% vs 4%).

Sistemici: Dolore al sito d’iniezione transitorio (eritema, prurito, emorragia, dolore o rigonfiamento) (12% vs 12%), reazioni al sito di iniezione diverse da eritema e/o prurito, emorragia, dolore e rigonfiamento (8% vs 1%).


Effetti collaterali con incidenza inferiore al 5% osservati nei trial clinici e durante la sorveglianza postmarketing nei pazienti in terapia con adalimumab

Apparato respiratorio: (=/>1%) asma, difficoltà respiratoria (dispnea), tosse; (<1%) broncospasmo, riduzione della funzionalità polmonare, versamento pleurico, polmonite, fibrosi polmonare.

Cardiovascolari: (=/>1%) tachicardia; (<1%) aritmia, fibrillazione atriale, disordini cardiovascolari, dolore al petto, insufficienza cardiaca congestizia, coronaropatia, arresto cardiaco, encefalopatia ipertensiva, infarto, palpitazioni, versamento pericardico, pericardite, sincope, disordini vascolari.

Centrali: (=/>1%) disturbi dell’umore, ansia, insonnia, parestesia, emicrania, sciatica; (<1%) tremore, confusione, ematoma subdurale; (raro) esacerbazione dei sintomi di patologie neurologiche caratterizzate da demielinizzazione quali la sclerosi multipla.

Dermatologici: Psoriasi (in particolare psoriasi pustolare palmoplantare), peggioramento della psoriasi, orticaria, ecchimosi, dermatite, rottura della lamina ungueale (onicolasia), iperidrosi, alopecia, prurito, sudorazione notturna; (rari) eritema multiforme, sindrome di Stevens-Johnson, angioedema, vasculite cutanea.

Ematici: leucocitosi, trombocitopenia; (<1%) porpora trombocitopenica idiopatica; (raro) pancitopenia.

Endocrini: disfunzioni paratiroidee, dismenorrea, disfunzione erettile.

Epatici: colecistite, colelitiasi, steatosi epatica.

Gastrointestinali: gastroenterite, disordini gastrointestinali, emorragia gastrointestinale, dispepsia, malattia da reflusso gastroesofageo, pancreatite, disfagia.

Metabolici: ipo/iperkaliemia, iperuricemia, alterata concentrazione del sodio, ipocalcemia, iperglicemia, ipofosfatemia, cicatrizzazione anomala, chetosi, paraproteinemia (elevate concentrazioni nel sangue di proteine strutturalmente simili alle gammaglobuline, ma prive di attività anticorpale), edema periferico, disidratazione.

Muscoloscheletrici: spasmi muscolari, rabdomiolisi (raro).

Renali: cistite, calcolosi, pielonefrite, insufficienza renale, ematuria, nicturia.

Oftalmici: cataratta, congiuntiviti, blefarite, edema periorbitale, diplopia.

Uditivi: vertigini, perdita dell’udito, tinnito.

Sistemici: febbre, infezioni virali, batteriche e micosi; tubercolosi sia di tipo disseminato sia extrapolmonare; reazioni di ipersensibilità (1% dei pazienti), sarcoidosi, anafilassi, tumori della pelle escluso il melanoma, linfomi (incidenza di linfomi in pazienti in terapia con anticorpi anti TNFalfa più elevata rispetto all’incidenza della popolazione generale), tumori solidi (carcinoma mammario, tumore polmonare e tiroideo), melanoma, leucemia, linfoma epatosplenico a cellule T; formazione di anticorpi; sindrome lupoide.
Le infezioni più frequenti associate ad adalimumab hanno interessato le alte vie respiratorie, i bronchi e i polmoni, intestino (gastroenterite virale), pelle e tessuti molli (es. paronichia, cellulite, impetigine, fascite necrotizzante, Herpes zoster), orecchio, bocca (infezioni erpetiche e infezioni ai denti), organi riproduttivi (es. vulvovaginite micotica) e le vie urinarie (es. pielonefrite); più raramente sono state segnalate infezioni neurologiche (es. meningite virale), tubercolosi, coccidioidomicosi, istoplasmosi, infezioni da mycobacterium avium complex, artrite settica, infezioni post-chirurgiche, erisipela, cellulite, diverticolite.
La maggior parte dei casi di tubercolosi si sono manifestati nei primi mesi di terapia con adalimumab e questo potrebbe riflettere, più che nuovi casi clinici, episodi di recrudescenza di forme tubercolari latenti.
La percentuale di frequenza standardizzata (SIR) – cioè il rapporto fra casi “osservati” e casi “attesi”, corretti per età, nella popolazione generale - relativo all’incidenza di tumori in pazienti in terapia con adalimumab, è risultata pari a 1 (95% CI, 0,7-1,3) per neoplasie in generale e a 5,4 (95% CI, 2,6-10) per i linfomi. L’incidenza di linfomi nei pazienti trattati con adalimumab è risultata significativamente superiore all’incidenza nella popolazione generale. Deve comunque essere tenuto presente che l’artrite reumatoide, la prima patologia per cui è stato approvato l’adalimumab, è associata ad un aumentato rischio di linfoma e questo complica il calcolo del rischio di tumore per l’adalimumab.
Nei trial clinici, circa il 5,5% dei pazienti in terapia con adalimumab ha sviluppato anticorpi verso il farmaco (vs 0,5% dei pazienti trattati con placebo). L’incidenza è risultata minore in terapia combinata con metotrexato rispetto alla monoterapia con l’anti TNF-alfa (0,6% vs 12,4%) e in caso di somministrazione monosettimanale rispetto a quella quindicinale (Scheda prodotto Humira, 2012). La presenza di anticorpi anti-adalimumab può indurre una minor risposta terapeutica (la percentuale di pazienti che hanno raggiunto una risposta terapeutica ACR20 è stata inferiore nei pazienti con esito positivo per la ricerca degli anticorpi rispetto a quelli con esito negativo), ma non sembra influenzare la tollerabilità dell’anticorpo monoclonale (non è stata osservata correlazione fra la comparsa di anticorpi ed eventuali effetti collaterali).
In circa il 10% dei pazienti trattati con il farmaco negli studi clinici si sono manifestati autoanticorpi. Questo tipo di anticorpo (anticorpi antinucleo e anticorpi anti DNA a doppio filamento) è frequentemente associato a comparsa di malattie autoimmuni. Nei pazienti trattati con adalimumab per artrite reumatoide e artrite psoriasica, nei trial clinici, sintomi di tipo lupoide sono stati osservati in 2 pazienti su 3441 trattati. I pazienti sono migliorati dopo interruzione di adalimumab e nessuno dei due pazienti ha evidenziato sintomi di tipo neurologico (Scheda Prodotto Humira, 2012).