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Budesonide

Aircort, Symbicort, Pulmaxan e altri

Tossicità - Qual è la tossicità di Budesonide?

Sovradosaggio: in caso di sovradosaggio di budesonide per via orale, ricorrere a lavanda gastrica o emesi. Monitorare le funzioni vitali e istituire un trattamento di supporto.

Tossicità cronica: l’uso prolungato di corticosteroidi, in particolare per via sistemica, può provocare inibizione della funzionalità ipotalamo-ipofisario-surrenalica che, in caso di brusca sospensione del trattamento, può precipitare in insufficienza surrenalica acuta. L’ipoadrenalismo può verificarsi anche nei neonati la cui madre è stata trattata con corticosteroidi durante la gravidanza. L’effetto è stato osservato con maggior frequenza con la terapia sistemica e/o con dosi elevate di farmaco. Il quadro sintomatico dell’ipoadrenalismo comprende: febbre, malessere, artralgie, mialgie, dispnea, anoressia, nausea, vomito, ipoglicemia, ipotensione, disidratazione e, raramente, pseudotumor cerebri come papilledema. Il trattamento prevede la somministrazione endovena di idrocortisone; l’infusione di una soluzione di destrosio ed elettroliti. La funzionalità surrenalica ritorna a valori normali molto lentamente (anche dopo 1 anno dalla sospensione del trattamento).
La somministrazione cronica di budesonide intranasale non sembra indurre modificazioni morfologiche dell’epitelio quali metaplasie o atrofia.
Nei pazienti pediatrici, la somministrazione per inalazione di dosi di budesonide superiori a 800 mcg/die potrebbe indurre un rallentamento della crescita lineare dose-dipendente con un effetto modesto sulla statura finale adulta (Simons, 1997).
La somministrazione orale di budesonide in formulazione a rilascio controllato non è stata associata ad effetti tossici sul tratto gastrointestinale in vivo (scimmia cynomolgus) anche dopo trattamenti prolungati (dose pari a 25 volte la dose massima raccomandata nell’uomo per circa 6 mesi).

Mutagenicità: la budesonide non ha mostrato proprietà mutagene o genotossiche.

Cancerogenicità: la budesonide somministrata per os è stata associata ad un aumento statisticamente significativo di glioma (tumori a carico del sistema nervoso centrale) (dose pari a 0,05 volte la dose massima raccomandata nell’uomo) e di tumore epatocellulare (dose pari a 0,023 volte la dose massima raccomandata nell’uomo) nel ratto maschio. Analoghe osservazioni sono state riscontrate con prednisolone e triamcinolone acetonide. La somministrazione di budesonide per via orale, a dosi pari a 0,1 volta la dose massima raccomandata nell’uomo, non ha determinato un incremento dell’incidenza di neoplasie nel topo.
Nell’uomo la budesonide non è stata associata a comparsa di gliomi o tumori epatici.

Tossicità riproduttiva: in vivo la budesonide è stata associata a effetti teratogeni quali anomalie scheletriche e palatoschisi, a perdita fetale e a ridotto peso alla nascita per dosi pari a 0,05 volte (coniglio) e 0,5 volte (ratto) la dose massima raccomandata nell’uomo.
In uno studio in doppio cieco, randomizzato multicentrico, relativo all’uso per via inalatoria della budesonide in pazienti con asma lieve persistente (dose impiegata pari a 400 mcg/die), l’analisi dei dati relativi alle donne in età fertile esposte al farmaco che sono andate incontro a gravidanza non ha evidenziato differenze nell’incidenza di malformazioni e di aborto fra gruppo trattato e gruppo controllo (bambini nati sani: 75% vs 77% rispettivamente donne esposte a budesonide e non esposte; incidenza di malformazioni: 0,96% vs 3,4% rispettivamente donne esposte a budesonide e non esposte, differenza non statisticamente significativa). La FDA inserisce la budesonide in classe B per l’uso in gravidanza. Questa classe comprende i farmaci i cui studi riproduttivi sugli animali non hanno mostrato un rischio per il feto e per i quali non esistono studi controllati sull'uomo oppure i farmaci i cui studi sugli animali hanno mostrato un effetto dannoso (oltre a un decremento della fertilità) che non è stato confermato con studi controllati in donne nel I trimestre (e non c'è evidenza di danno nelle fasi avanzate della gravidanza).
La budesonide è escreta nel latte materno. Da uno studio di farmacocinetica relativo all’esposizione neonatale a budesonide dopo allattamento, è emerso che la quantità giornaliera di corticosteroide assunta dal neonato con l’allattamento è pari allo 0,3% della dose materna, in caso di donne trattate con budesonide 400 mcg/die per via inalatoria, e pari all’1% della dose materna in caso di donne trattate con budesonide 800 mcg/die sempre per via inalatoria. Dopo 140 minuti dall’inalazione della dose materna la concentrazione plasmatica neonatale di budesonide non era più rilevabile (Falt et al., 2007). Dopo somministrazione di budesonide 9 mg/die per via orale (dose raccomandata per il trattamento della malattia di crohn), la concentrazione plasmatica del farmaco è risultata circa 10 volte quella ottenuta dopo inalazione di una dose di 800 mcg/die (5-10 nmoli/L vs 1-2 nmoli/L). In mancanza di dati di esposizione neonatale dopo allattamento da madri trattate con budesonide per via orale, è stato supposto che l’esposizione giornaliera neonatale dopo allattamento da madri trattate con budesonide per os sia pari a 10 volte quella osservata nei bambini allattati da madri trattate con budesonide per inalazione. In via precauzionale valutare quindi per le donne trattate con budesonide orale l’opportunità di allattare al seno.

DL50: dose letale minima per via inalatoria: 100 mg/Kg (topo) (circa 300 volte la dose massima raccomandata quotidianamente negli adulti e 380 volte la dose massima raccomandata nei pazienti pediatrici).
Dopo somministrazione orale: > 800 mg/Kg (topo); > 400 mg/kg (ratto).