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Doxazosin

Cardura, Doxazosina e altri

Avvertenze - Quali informazioni conoscere prima di usare Doxazosin?

Ipotensione ortostatica: il doxazosin può causare abbassamento della pressione arteriosa quando si passa dalla posizione sdraiata o seduta alla posizione eretta (ipotensione ortostatica). Questo effetto, che si verifica soprattutto all’inizio della terapia, può essere accompagnato da giramenti di testa, vertigini e debolezza. L’ipotensione ortostatica può essere fattore di rischio per cadute accidentali soprattutto nei pazienti anziani.

Insufficienza cardiaca, edema polmonare da stenosi dell’aorta o della valvola mitralica: nei pazienti con patologie cardiache acute quali insufficienza cardiaca ad alta gittata, insufficienza cardiaca destra per embolia polmonare o effusione pericardica (versamento di sangue nello spazio tra le membrane che avvolgono il cuore), insufficienza cardiaca sinistra per ridotta pressione di riempimento, edema polmonare da stenosi dell’aorta o della valvola mitralica, la somministrazione di doxazosin richiede cautela perché, per le sue proprietà vasodilatanti, può causare un peggioramento di queste patologie.

Angina: la comparsa di angina nei pazienti con ipertrofia prostatica in terapia con doxazosin a rilascio modificato richiede la sospensione del farmaco (in Italia non sono disponibili formulazioni del doxazosin a rilascio modificato).

Insufficienza epatica: poiché il doxazosin è metabolizzato dal fegato, una ridotta funzionalità di quest’organo può provocare un aumento della concentrazione di farmaco nel sangue (aumento dell’esposizione sistemica e riduzione dell’eliminazione dall’organismo) con conseguente riduzione della sua tollerabilità. Nei pazienti con insufficienza epatica di grado lieve-moderato, il doxazosin deve essere somministrato con cautela. Nei pazienti con insufficienza epatica grave, il doxazosin non è raccomandato (dati di letteratura limitati sulla somministrazione del farmaco in questa classe di pazienti).

Co-somministrazione con inibitori della fosfodiesterasi-5 (PDE-5): gli inibitori della fosfodiesterasi-5 (sildenafil, tadalafil, vardenafil, avanafil) sono farmaci vasodilatanti indicati nella disfunzione erettile. La somministrazione contemporanea di doxazosin con un PDE-5 inibitore può provocare un effetto ipotensivo sintomatico. Per ridurre eventuali problemi di ipotensione ortostatica, la somministrazione con PDE-5 inibitori deve iniziare quando il paziente in terapia con doxazosin non evidenzia problemi di pressione (emodinamica stabile). Inoltre fra la somministrazione dei due farmaci deve intercorrere almeno un intervallo di tempo di 6 ore.

Cataratta: in pazienti trattati con farmaci alfa1 antagonisti e sottoposti ad intervento chirurgico di cataratta (mediante tecnica di facoemulsificazione) può verificarsi una complicanza denominata sindrome intraoperatoria dell’iride a bandiera (IFIS, Intraoperative Floppy Iris Syndrome). L’azione di questi farmaci sulla muscolatura liscia dell’iride determinerebbe la perdita del tono dell’iride stessa, che spiegherebbe la scarsa midriasi e l’iride a bandiera. La sindrome intraoperatoria dell’iride a bandiera si manifesta nel 2% degli interventi di cataratta e si associa ad un aumento di complicanze chirurgiche (Enright et al., 2017). Il tamsulosin è l’inibitore alfa1 adrenergico maggiormente responsabile di IFIS, ma tale complicanza è stata osservata anche per il doxazosin. In uno studio clinico che ha preso in considerazione gli interventi di cataratta in un arco di tempo di 6 mesi, il tamsulosin è stato associato al 9,2% dei casi di IFIS, mentre il doxazosin al 3,4% dei casi (Wahl et al., 2017). Pertanto, la terapia con doxazosin deve essere comunicata al chirurgo oftalmico nel caso di intervento alla cataratta per poter adottare le misure necessarie a ridurre il rischio di IFIS.

Priapismo: la somministrazione di doxazosin può indurre priapismo (erezione persistente). Se il priapismo non viene trattato immediatamente può provocare delle lesioni permanenti.

Lattosio: alcune specialità medicinali del doxazosin possono contenere lattosio come eccipiente. Il lattosio è uno zucchero formato da galattosio e glucosio. La presenza del lattosio rappresenta una controindicazione all’assunzione del farmaco per i pazienti con problemi ereditari di intolleranza al galattosio, deficit di lattasi o malassorbimento di glucosio-galattosio (la lattasi è in enzima che scinde il lattosio in glucosio e galattosio).

Allattamento: sulla base dei pochi dati di letteratura disponibili, la quantità di doxazosin escreta nel latte materno, in caso di terapia giornaliera di 4 mg, non dovrebbe essere tale da causare effetti avversi nel lattante.
La somministrazione di 4 mg/die di doxazosin per due giorni ha determinato un picco di farmaco nel latte materno pari a 4,2 mcg/L un’ora dopo la somministrazione. La concentrazione media di doxazosin nel latte materno è risultata pari a 2,9 mcg/L nell’arco di 18 ore (le due dosi sono state date alla madre a distanza di 24 ore) e la quantità di farmaco assunta dal lattante (esclusivamente allattato al seno) è stata stimata pari a 440 ng/kg/die, corrispondente a circa lo 0,6% della dose materna aggiustata per il peso (Jensen et al., 2013).
La somministrazione di doxazosin (8 mg/die) per tre giorni dopo il parto ad una donna con feocromocitoma non ha portato a livelli rilevabili di farmaco nel latte materno 30 ore dopo l’ultima dose somministrata, indicando un passaggio limitato del farmaco nel latte materno (Versmissen et al., 2016).
Inoltre, poichè il prazosin, farmaco farmacologicamente simile al doxazosin, non ha evidenziato effetti sulla concentrazione di prolattina in pazienti con ipertensione, è molto probabile che anche il doxazosin non influenzi la concentrazione di tale ormone (livelli elevati di prolattina inibiscono la lattazione).

Gravidanza: il doxazosin deve essere somministrato in gravidanza solo se i benefici clinici sono superiori ai potenziali rischi. Dai dati in vivo, il doxazosin attraversa la placenta, ma non sono stati osservati effetti tossici sull’embrione e feto. Una ridotta sopravvivenza è stata osservata a dosi molto più alte di quelle impiegate in terapia.

Attività che richiedono attenzione e coordinazione costante: poiché il doxazosin può causare ipotensione, soprattutto all’inizio della terapia, potrebbe compromettere la guida o l’uso di macchinari.


Nota:
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