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Dutasteride

Avodart, Combodart e altri

Tossicità - Qual è la tossicità di Dutasteride?

Sovradosaggio: la somministrazione di dutasteride a dosi superiori (40 mg/die per 7 giorni e 5 mg/die per 6 mesi) a quelle terapeutiche (0,5 mg/die) non ha provocato effetti collaterali diversi, per natura o entità, da quelli attesi con la dose terapeutica (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2019). In caso di sovradosaggio, il trattamento è sintomatico: non esiste un antidoto della dutasteride.

Tossicologia su modelli animali: la somministrazione di dutasteride è stata associata a comparsa di adenomi epatocellulari (topi femmina trattati con 250 mg/kg/die) e iperplasia delle cellule di Leydig (ratti maschi trattati con dosi =/> 7,5 mg/kg/die). Alle dosi associate a comparsa di tumore negli animali di laboratorio, i livelli di ormone luteinizzante (LH) sono aumentati del 167%. Comunque, nei test in vitro di mutagenesi (test di mutagenesi batterica, test di aberrazione cromosomica su cellule uovo di criceto cinese e test del micronucleo) non è stata dimostrata la genotossicità della dutasteride.

Tossicità riproduttiva: l'Agenzia americana per i farmaci, Food and Drug Administration (FDA) ha inserito la dutasteride nella categoria X per l'uso dei farmaci in gravidanza. In questa categoria sono inseriti i farmaci che hanno causato tossicità fetale in studi in animali o donne in gravidanza.
In studi preclinici, in animali sessualmente maturi (ratti maschi), la dutasteride, a dosi molto più alte della dose massima raccomandata nell'uomo, ha causato una riduzione dose e tempo-dipendente della fertilità, una riduzione della conta spermatica epididimale ma non della concentrazione spermatica (dosi di farmaco di 50-500 mg/kg/die), una riduzione del peso dell'epididimo, della prostata, delle vescicole seminali e alterazioni microscopiche degli organi riproduttivi (DrugBank, 2020).
La somministrazione di dutasteride durante la gravidanza in animali da laboratorio (ratto, coniglio) ha determinato femminilizzazione in feti di sesso maschile; questo effetto non è stato invece osservato nei primati. Secondo il produttore del farmaco è improbabile la comparsa di effetti negativi su un feto maschio in seguito al passaggio di dutasteride con il liquido seminale (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2019).
La dutasteride è stata ritrovata nel sangue di ratti femmine dopo accoppiamento con animali maschi trattati con il farmaco (Agenzia Italiana del Farmaco – AIFA, 2019).

DL50: dopo applicazione topica, la LD50 stimata è risultata > 2000 mg/kg (conigli) (DrugBank, 2020).