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Insulina Glargine

Lantus, Toujeo e altri

Farmacologia - Come agisce Insulina Glargine?

L’insulina glargine è un analogo di sintesi dell’insulina umana, ottenuta con la tecnica del DNA ricombinante. Come l’insulina umana, l’insulina glargine riduce la concentrazione di glucosio nel sangue (glicemia) attivandone l’assunzione periferica da parte del tessuto muscolare e adiposo e inibendo la sintesi epatica di glucosio (gluconeogenesi).

L’insulina glargine è stata approvata (specialità medicinale Lantus) nell’aprile 2000 dall’ente regolatorio americano, Food and Drug Administration (FDA), e nel giugno dello stesso anno dall’ente regolatorio europeo, European Medicines Agency (EMA).

Rispetto all’insulina umana, l’insulina glargine presenta l’aminoacido glicina in sostituzione dell’aminoacido asparagina in posizione 21 sulla catena A e due aminoacidi di arginina all’estremità C-terminale della catena B. Le variazioni nella sequenza di aminoacidi delle due catene che formano l’insulina comporta uno spostamento del punto isoelettrico (valore di pH a cui una proteina presenta carica elettrica nulla) verso valori di neutralità del pH (da 5,4 a 6,7 +/- 0,2). Questo rende l’insulina glargine più solubile ad un pH leggermente acido e meno solubile al pH fisiologico del tessuto sottocutaneo. Quando l’insulina viene iniettata nel tessuto sottocutaneo forma, a causa del pH neutro dei tessuti, dei microprecipitati, che ritardano e prolungano l’assorbimento dell’insulina. Questa cinetica di rilascio e assorbimento dell’insulina glargine simula la secrezione basale di insulina che si verifica nelle persone non diabetiche tra i pasti. Rispetto all’insulina umana a lunga durata d’azione (insulina NPH), l’insulina glargine non presenta picco plasmatico, possiede un effetto farmacologico più uniforme ed una maggiore durata d’azione.

L’attività dell’insulina glargine sul recettore è stata valutata paragonandone l’attività al ligando endogeno IGF-1, fattore di crescita insulino-simile ad attività anabolizzante. In vitro, il legame al recettore IGF-1 dell’insulina glargine è risultato maggiore rispetto all’insulina endogena (sulla base dell’auto-fosforilazione di IGF-1 in linee cellulari di osteosarcoma e carcinoma mammario). Nelle cellule di epatocarcinoma (Hep G2), l’affinità dell’insulina glargine al recettore IGF-1 è risultata dalle 4 alle 8 volte maggiore rispetto a qualsiasi altro tipo di insulina umana (Sciacca et al., 2010; Kurtzhals et al., 2000).