Home News About us Comitato scientifico Iscriviti Utenti Etica Contenuti Guida Faq Stage Contatti
Logo Pharmamedix
A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z

Naprossene

Momendol, Synflex Forte, Aleve e altri

Interazioni - Quali sono le interazioni farmacologiche di Naprossene?

ACE inibitori, antagonisti dell’angiotensina II (sartani): in associazione ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) può verificarsi insufficienza renale e aumento dei livelli di potassio nel sangue (iperkaliemia) (Fournier et al., 2012). Il rischio di insufficienza renale aumenta in caso di disidratazione o di funzionalità renale compromessa.

Acido acetilsalicilico (ASA): il naprossene non sembrerebbe inibire l’azione antiaggregante dell’acido acetilsalicilico (Nota AIFA 66, 2012).

Acido 5-idrossiindolacetato: il naprossene può alterare i risultati di alcuni test per il dosaggio nelle urine dell’acido 5-idrossiindolacetico.

Antiacidi: influenzano l’assorbimento del naprossene (Gugler, Allgayer, 1990).

Anticoagulanti orali: in associazione con naprossene aumenta il tempo di protrombina e diminuisce l’aggregazione piastrinica (aumento dell’effetto anticoagulante). In una analisi retrospettiva relativa alle visite in pronto soccorso per reazioni avverse ai farmaci, l’associazione warfarin/naprossene è risultata fra quelle più segnalate (Yee et al., 2005). In uno studio che ha preso in considerazione gli effetti di alcuni FANS, fra cui naprossene, sulla coagulabilità del sangue in pazienti in terapia cronica con acenocumarolo, è risultato che circa la metà dei pazienti registrava un aumento dell’indice INR (International Normalized Ratio, misura derivata del tempo di protrombina) al di sopra dell’intervallo terapeutico di riferimento dopo aver iniziato la terapia con FANS. L’interazione farmacologica non è risultata dipendere dal genotipo dell’enzima citocromiale CYP2C9 (l’enzima, coinvolto nel metabolismo dell’acenocumarolo e anche del naprossene, presenta diverse varianti con attività enzimatica differente) (van Dijk et al., 2004).

Antiaggreganti, inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI: sertralina, fluoxetina, paroxetina, citalopram, escitalopram, dapoxetina): in associazione ai farmaci antinfiammatori non steroidei (FANS) può aumentare il rischio di emorragia gastrointestinale. La somministrazione di antidepressivi SSRI in pazienti in terapia con FANS è risultata aumentare di 10 volte il rischio di effetti collaterali gastrointestinali rispetto all’uso dei soli SSRI e di 4 volte rispetto all’uso dei soli FANS (De Abajo et al., 1999; de Jong et al., 2003).

Beta-bloccanti: in pazienti con ipertensione trattati con propranololo non è stata segnalata interazione farmacologica dopo somministrazione di naprossene (500 mg due volte al giorno per osteoartrite) (Schuna et al., 1989). In pazienti con ipertensione trattati con atenololo, la somministrazione per una settimana di naprossene ha determinato un aumento medio della pressione sistolica di circa 4 mmHg (non clinicamente significativo), in assenza di variazioni della pressione diastolica (Abate et al., 1990).

17-chetosteroidi urinari: in terapia con il naprossene, per un’interazione del farmaco e/o dei suoi metaboliti con m-dinitrobenzene utilizzato per il test, è necessario aumentare il dosaggio di questi farmaci; non sembra invece influenzata la determinazione dei 17-idrossicorticosteroidi (test di Porter-Silber).

Calcio-antagonisti: in associazione a FANS aumenta il rischio di insufficienza renale acuta (Huerta et al., 2005). La co-somministrazione di naprossene (375 mg due volte al giorno per 4 settimane) in pazienti con ipertensione controllata da nicardipina (30 mg tre volte al giorno) non ha modificato l’azione antipertensiva del calcio-antagonista (Klassen et al., 1995).

Chinoloni: la co-somministrazione con FANS non è consigliata. In vivo i FANS sono risultati potenziare gli effetti antigabaergici degli antibiotici chinolonici (norfloxacina, ciprofloxacina, enoxacina a acido pipemidico) (Squires, Saederup, 1993). Gli antibiotici chinolonici possono legarsi ai recettori cerebrali GABA, inibendone la trasmissione e determinando in questo modo un aumento potenziale del rischio di convulsioni. Dagli studi in vitro e in vivo il naprossene risulta essere fra i FANS che influenzano meno l’azione antigabaergica dei chinoloni (Squires, Saederup, 1993).

Ciclosporina: il naprossene potenzia la nefrotossicità della ciclosporina a causa del suo effetto inibitorio sulla sintesi delle prostaglandine. In pazienti trattati con ciclosporina e naprossene o sulindac, la riduzione della velocità di filtrazione glomerulare e del flusso renale plasmatico è risultata maggiore rispetto a quella osservata con la somministrazione della sola ciclosporina o del solo farmaco antinfiammatorio e l’effetto, comparso circa dopo due settimane dall’inizio della terapia combinata, si è mantenuto per tutta la durata dello studio clinico (20 settimane) (Altman et al., 1992).

Corticosteroidi, etanolo: potenziano gli effetti collaterali dei FANS a livello gastrointestinale.

Digossina: i FANS possono alterarne i livelli sierici. La co-somministrazione richiede cautela.

Dispositivi intrauterini: il naprossene può ridurne l’efficacia anticoncezionale.

Diuretici: l’associazione di FANS e diuretici aumenta il rischio di insufficienza renale acuta (Huerta et al., 2005). Il naprossene inibisce l’effetto natriuretico della furosemide (Fauch, 1981).

Litio: il naprossene ne aumenta i livelli ematici per inibizione della clearance renale. Aumento potenziale della tossicità del litio.

Metotrexato: il naprossene ne diminuisce la clearance renale, aumentandone i livelli sierici e la tossicità a livello midollare (soppressione midollare, anemia aplastica), renale ed epatica. La co-somministrazione richiede cautela.
In vivo, la co-somministrazione naprossene-metotrexato ha determinato un aumento di circa due volte dell’esposizione sistemica (curva concentrazione-tempo) del metotrexato e del suo principale metabolita, il 7-idrossimetotrexato (Ekstrom et al., 1997). In uno studio di piccole dimensioni, la somministrazione combinata di naprossene (14,6-18,8 mg/kg/die) e metotrexato (0,22-1,02 mg/kg/die) per il trattamento dell’artrite reumatoide giovanile ha determinato variazioni uguali o superiori al 30% della cinetica di entrambi i farmaci con un aumento potenziale della loro tossicità (Wallace et al., 1993). In un altro studio, la combinazione di metotrexato e farmaci antinfiammatori (tolmetina, indometacina, naprossene e acido acetilsalicilico) è stata associata ad un aumento dell’emivita del metotrexato, ma non a variazioni statisticamente significative della sua clearance apparente, dell’AUC (curva concentrazione-tempo) o del suo volume apparente. Ciò nonostante, gli effetti dei FANS sulla clearance del metotrexato sono risultati ampi con una variazione della sua AUC dal 19% al 140%, con potenziale rilevanza clinica in alcuni individui (Dupuls et al., 1990). In letteratura è riportato un caso di depressione midollare fatale in un paziente trattato con naprossene e metotrexato (Singh et al., 1986).
L’interazione del naprossene con il metotrexato è probabilmente dovuta alla combinazione di diversi meccanismi: competizione per il legame con le proteine plasmatiche; riduzione dell’escrezione renale di metotrexato per ridotta perfusione glomerulare (inibizione delle prostaglandine vasodilatanti da parte del naprossene); inibizione delle pompe di trasporto degli anioni organici a livello del tubulo renale prossimale (il naprossene è inibitore di tali pompe) con conseguente riduzione dell’escrezione renale di metotrexato (El-Sheikh et al., 2007; Maeda et al., 2008).

Probenecid: aumenta i livelli plasmatici (50%) e l’emivita del naprossene (37 vs 12 ore) per inibizione sia dell’escrezione renale che del metabolismo epatico.