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Olopatadina

Opatanol

Tossicità - Qual è la tossicità di Olopatadina?

Sovradosaggio: non ci sono dati in letteratura relativi a casi di sovradosaggio da olopatadina. In vivo (cani) il farmaco è stato associato ad un prolungamento dell’intervallo QT dell’elettrocardiogramma (corrispondente alla fase di ripolarizzazione ventricolare). Nell’uomo, la somministrazione orale di 10 mg di olopatadina (5 mg due volte al giorno per un totale di 5 dosi) non ha determinato alcun effetto sull’intervallo QT.

Cancerogenicità: l’olopatadina somministrata per via orale fino a dosi di 500 mg/kg/die (topo) e di 200 mg/kg/die (ratto) non è stata associati a cancerogenicità.

Mutagenicità: l’olopatadina non è risultata mutagena nel test di Ames e nel test di aberrazione cromosomica (test in vitro), nel test sul micronucleo (test in vivo).

Tossicità riproduttiva: l’olopatadina è inserita nella classe C per l’uso in gravidanza (Food and Drug administration – FDA, 2002). In questa classe sono inseriti i farmaci che hanno evidenziato tossicità fetale ma per i quali non sono disponibili studi controllati sulla donna oppure farmaci per i quali non esistono studi nè sull’animale né sull’uomo. I farmaci in classe C dovrebbero essere somministrati solo se i potenziali benefici giustificano i potenziali rischi per il feto.
L’olopatadina non è risultata teratogena nel ratto e nel coniglio. La somministrazione durante l’organogenesi di dosi pari, rispettivamente nel ratto e nel coniglio, a 93750 volte e 62500 volte la dose massima oftalmica raccomandata nell’uomo, è stata associata ad una riduzione del numero di feti vivi.
Dopo somministrazione orale, in vivo (ratto), l’olopatadina è escreta nel latte materno. Non è noto se dopo somministrazione topica nell’occhio, la quantità di olopatadina assorbita è sufficiente perchè il farmaco possa essere escreto nel latte materno.