Nei trial clinici su pazienti con schizofrenia e disturbo bipolare, gli effetti collaterali più frequenti associati alla quetiapina sono stati sonnolenza e sedazione, seguiti da aumento del peso corporeo (+7% rispetto al peso iniziale: 11-17% dei pazienti) e da (5% dei pazienti circa) vertigini, stipsi, secchezza della bocca e tachicardia.
Gli effetti collaterali hanno provocato l’interruzione del trattamento con quetiapina nel 4% dei pazienti trattati (vs 3% con placebo).
Cardiovascolari: (molto comuni: =/> 10%) ipotensione ortostatica (10% dei pazienti); (comuni: 1-10%), tachicardia (tachicardia del seno, 7%), sincope (1% dei pazienti); (non comuni: 0,1-1%) prolungamento dell’intervallo QT; (rari: 0,01-0,1%) eventi trombotici.
Questi sintomi riflettono l’attività antagonista alfa2 adrenergica della quetiapina. Si manifestano nella fase iniziale della terapia e una volta cessato il trattamento farmacologico.
Centrali: (molto comuni: =/> 10%) cefalea (19% vs 18%, rispettivamente quetiapina e placebo), sonnolenza (18% vs 11%, rispettivamente quetiapina e placebo), vertigini (10% vs 4%, rispettivamente quetiapina e placebo); (comuni: 1-10%) sintomi extrapiramidali (uso di anticolinergici per il trattamento degli EPS: 8,6% vs 12,6%, rispettivamente con quetiapina e placebo), astenia (4%), sedazione, insonnia, attività onirica insolita, aumento dell’appetito, irritabilità, disturbi del linguaggio, peggioramento della depressione, pensieri volti al suicidio; (non comuni: 0,1-1%) convulsioni (0,8% vs 0,5%, rispettivamente con quetiapina e placebo), discinesia tardiva (evidenziata in pazienti in trattamento anche con altri farmaci antipsicotici); sindrome delle gambe senza riposo, sindrome neurolettica maligna (0,1% dei pazienti); (rari: 0,01-0,1%) sonnambulismo, ipotermia (riduzione della temperatura corporea).
La sindrome neurolettica maligna è caratterizzata da febbre (iperpiressia), rigidità muscolare, stato mentale alterato, polso irregolare, variazioni pressorie, tachicardia, sudorazione intensa (diaforesi o iperidrosi), aritmie cardiache. In alcuni pazienti si sono manifestati anche incremento della creatina fosfochinasi, rabdomiolisi e insufficienza renale acuta. La sindrome neurolettica maligna è dose-indipendente. Stress infiammatori, esaurimento fisico, disidratazione e patologie cerebrali rappresentano fattori di rischio per la comparsa della sindrome neurolettica maligna.
Dermatologici: (comuni: 1-10%) rash maculopapulare (4%); (molto rari: < 0,01%) sindrome di Stevens-Johnson.
Ematici: (comuni: 1-10%) leucopenia e neutropenia transitorie (riduzione della conta dei neutrofili inferiore a 1,5x109/L: 2-3% dei pazienti; riduzione della conta dei neutrofili inferiore a 0,5x109/L: circa 0,2% dei pazienti); (non comuni: 0,1-1%) eosinofilia, trombocitopenia, riduzione dei globuli rossi e dei livelli di emoglobina (anemia); (rari: 0,01-0,1%) agranulocitosi.
Endocrini: (molto comuni: =/> 10%) riduzione della tiroxina (T4) totale e libera (20%); (non comuni: 0,1-1%) iperprolattinemia (0,1%), incremento dell’ormone tireotropo TSH (0,4%); (molto raro: < 0,01%) secrezione anomala dell’ormone antidiuretico.
L’iperprolattinemia può indurre ginecomastia, amenorrea, galattorrea, impotenza e, sul lungo periodo, osteoporosi.
Epatici: (rari: 0,01-0,1%) ittero, epatite.
Gastrointestinali: (molto comuni: =/> 10%) bocca secca; (comuni: 1-10%) costipazione (9%), dispepsia (6%), dolore addominale (3%), vomito; (non comuni: 0,1-1%) difficoltà a deglutire (disfagia).
La dispepsia e il dolore addominale risultano correlati alla dose.
Metabolici: (molto comuni: =/> 10%) incremento del colesterolo (11%) e dei trigliceridi (18%); (comuni: 1-10%) incremento delle transaminasi (6% vs 1%, rispettivamente con quetiapina e placebo), aumento del glucosio nel sangue (glicemia); incremento della creatina fosfochinasi; (non comune: 0,1-1%) iponatriemia; (molto rari; < 0,01%) peggioramento del diabete.
L’aumento delle transaminasi, in particolare della alanino aminotransferasi (AST), può arrivare a valori pari a tre volte quelli di riferimento e si manifesta in genere durante le prime settimane di trattamento; i valori si normalizzano con la sospensione del farmaco.
Muscoloscheletrici: (molto rari: < 0,01%) rabdomiolisi.
Oftalmici: (molto comuni: =/>10%) alterazione nella visione (11,3%).
Respiratori: (comuni: 1-10%) rinite (3%); (comuni: 1-10%) difficoltà di respirazione (dispnea).
Sistemici: (molto comuni: =/> 10%) incremento del peso corporeo (11-17%; dose-dipendente, compare più spesso in trattamenti a lungo termine), sintomi da sospensione; (comuni: 1-10%) gonfiore alle gambe e alle braccia, febbre; (non comuni: 0,1-1%) reazioni allergiche (ecchimosi, edema delle labbra); (molto rari: <0,01%) reazioni anafilattiche (angioedema).
Urogenitali: (non comuni: 0,1-1%) disfunzioni sessuali; (rari: 0,01-0,1%) priapismo, galattorrea (ingrossamento del seno e secrezione inaspettata di latte), disturbi del ciclo mestruale.
Il priapismo, erezione prolungata in assenza di desidero, è un effetto collaterale raro ma grave associato ai farmaci psicotropici, inclusa quetiapina. Il meccanismo proposto per spiegare il priapismo da antipsicotici è correlato all’azione antagonista sul recettore adrenergico alfa1. Il priapismo potrebbe essere considerato una reazione idiosincrasica (reazione imprevedibile ad un farmaco) in quanto non dipende dalla dose del farmaco nè dalla durata della terapia (Torun et al., 2011; Tsai, 2011; Penaskovic et al., 2010).
Effetti collaterali riportati solo nei bambini e negli adolescenti
Cardiovascolari: Ipertensione arteriosa.
Effetti collaterali osservati con maggior frequenza nei bambini e negli adolescenti rispetto ai pazienti adulti
Centrali: (molto comune: =/> 10%) sintomi extrapiramidali (difficoltà ad iniziare un movimento muscolare, tremore, rigidità muscolare non associata a dolore).
Endocrini: (molto comune: =/> 10%) aumento della secrezione di prolattina (iperprolattinemia).
Questo effetto collaterale è risultato piuttosto comune nei bambini e negli adolescenti trattati con quetiapina, ma solo in rari casi ha comportato secrezione di latte dalla ghiandola mammaria e/o alterazioni del ciclo mestruale.
Sistemici: (molto comune: =/> 10%) aumento dell’appetito.